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Il Gruppo Pernigotti alla turca Toksoz I nostri marchi all'estero valgono 10 mld

La società Averna ha siglato un accordo per cedere Pernigotti, detentrice dello storico marchio dei dolci, al gruppo Toksoz, con sede in Turchia. Ammontano a 75 milioni di euro le vendite annue di Pernigotti all'estero. Con la vendita di Pernigotti sale ad oltre 10 miliardi il valore dei marchi storici italiani passati in mani straniere

12 luglio 2013 | 10:25
Il Gruppo Pernigotti alla turca Toksoz
I nostri marchi all'estero valgono 10 mld
Il Gruppo Pernigotti alla turca Toksoz
I nostri marchi all'estero valgono 10 mld

Il Gruppo Pernigotti alla turca Toksoz I nostri marchi all'estero valgono 10 mld

La società Averna ha siglato un accordo per cedere Pernigotti, detentrice dello storico marchio dei dolci, al gruppo Toksoz, con sede in Turchia. Ammontano a 75 milioni di euro le vendite annue di Pernigotti all'estero. Con la vendita di Pernigotti sale ad oltre 10 miliardi il valore dei marchi storici italiani passati in mani straniere

12 luglio 2013 | 10:25
 



Il gruppo Pernigotti passa alla turca Toksoz. Lo comunica in una nota la società Averna, che ha siglato un accordo per cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci.

Il gruppo Toksoz, che ha sede a Istanbul, è uno dei principali gruppi privati in Turchia e, con un fatturato annuo di circa 450 milioni di euro, opera nel settore alimentare, nel farmaceutico e in quello energetico.

L'attività produttiva del gruppo Pernigotti si svolge a Novi Ligure, dove l'azienda occupa circa 150 dipendenti. «Manterremo e potenzieremo l'attuale struttura, sviluppando l'attività in nuove e interessanti aree geografiche, sfruttando la forza del marchio Pernigotti. Introdurremo Pernigotti nel mercato turco cosi come in altri importanti paesi», commentano Ahmet e Zafer Toksoz.

«Negli ultimi mesi - dichiara la famiglia Averna - siamo stati oggetto di un forte interesse da parte dei principali operatori nazionali ed esteri; siamo lieti di affidare Pernigotti al gruppo Sanset della famiglia Toksoz, solido e determinato ad agire in ottica di continuità e sviluppo».

Pernigotti, azienda italiana con oltre 150 anni di storia, si distingue per la posizione di leadership nel segmento del cioccolato gianduia, del torrone e degli intermedi per gelato e pasticceria. Pur operando finora prevalentemente sul mercato domestico, ha riscontrato negli ultimi anni un crescente interesse per i propri prodotti sui mercati internazionali, tra cui Germania, Stati Uniti, America Latina e Cina. Le vendite ammontano a circa 75 milioni di euro.

La Averna, gestita dalla omonima famiglia da cinque generazioni, è attiva nella produzione e commercializzazione di alcolici con marchi propri e nella distribuzione nel mercato italiano di alcuni marchi internazionali.
 
Gli storici made in Italy passati in mani straniere
E con la vendita di Pernigotti sale ad oltre 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano passati in mani straniere dall’inizio della crisi che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del Made in Italy agroalimentare.

È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione della società Averna di cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci al gruppo Toksoz in Turchia che è il maggior produttore mondiale di nocciole.

C’è da augurarsi che il cambiamento di proprietà non significhi lo spostamento delle fonti di approvvigionamento della materia prima importante come le nocciole a danno dei coltivatori italiani e piemontesi che offrono un prodotto di più alti standard qualitativi.

Il passaggio di proprietà ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione.
 
L’operazione Pernigotti segue da vicino l’acquisizione da parte della multinazionale del lusso Lvmh di una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della Pasticceria Confetteria Cova proprietaria della società Cova Montenapoleone Srl, che gestisce la nota pasticceria milanese, mentre l’ultimo colpo nelle campagne toscane è stato messo a segno da un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, che ha acquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero.

Nel 2013 si è verificato il passaggio di mano del 25% della proprietà del riso Scotti ceduto dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods.
 
Nel 2012 la Princes Limited (Princes), una controllata dalla Giapponese Mitsubishi, ha siglato un contratto con Ar Industrie Alimentari Spa (Aria), leader italiana nella produzione di pelati, per creare una nuova società denominata "Princes Industrie Alimentari Srl" (Pia), controllata al 51% dalla Princes, mentre il marchio Star passa definitivamente in mano spagnola con il gruppo Agrolimen che ha aumentato la propria partecipazione in Gallina Blanca Star al 75%. Infine, è volata in Inghilterra la Eskigel che produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione (Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop).
 
Nel 2011 la società Gancia, casa storica per la produzione di spumante, è divenuta di proprietà per il 70% dell'oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard; la francese Lactalis è stata, invece protagonista dell’operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino; il 49% di Eridania Italia Spa operante nello zucchero è stato acquisito dalla francese Cristalalco Sas e la Fiorucci salumi è passata alla spagnola Campofrio Food Group, la quale ha ora in corso una ristrutturazione degli impianti di lavorazione a Pomezia che sta mettendo a rischio numerosi posti di lavoro.
 
Nel 2010 il 27% del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa fondata nel 1823 che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano è stato acquisito dalla francese Bongrain Europe Sas e la Boschetti Alimentare Spa, che produce confetture dal 1981, è diventata di proprietà della francese Financière Lubersac che ne detiene il 95%.
 
L’anno precedente, nel 2009, è iniziata la cessione di quote della Del Verde industrie alimentari Spa che è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl, la quale fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata.

Nel 2008 la Bertolli era stata venduta all’Unilever per poi essere acquisita dal gruppo spagnolo SOS, è iniziata la cessione di Rigamonti salumificio spa, divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International, mentre la Orzo Bimbo è stata acquisita dalla francese Nutrition&Santè S.a. del gruppo Novartis. Lo stesso anno è stata ceduta anche Italpizza, l’azienda modenese che produce pizza e snack surgelati, all’inglese Bakkavor acquisitions limited.

 
Con l’inizio della crisi si è dunque verificata una accelerazione nel processo di cessione dei marchi storici del Made in Italy che nell’agroalimentare era già in fase avanzata. Nel 2006 la Galbani era entrata in orbita Lactalis, ma lo stesso anno gli spagnoli hanno messo le mani pure sulla Carapelli, dopo aver incamerato anche la Sasso appena dodici mesi prima.

Nel 2005 la francese Andros aveva acquisito le Fattorie Scaldasole, che in realtà parlavano straniero già dal 1985, con la vendita alla Heinz. Nel 2003 hanno cambiato bandiera anche la birra Peroni, passata all'azienda sudafricana SABMiller, e Invernizzi, di proprietà dal 1985 della Kraft e ora finita alla Lactalis.

Sergio MariniNegli anni Novanta erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998). Nel 1995 la Stock, venduta alla tedesca Eckes A.G, è stata acquisita nel 2007 dagli americani della Oaktree Capital Management, che lo scorso anno hanno chiuso lo storico stabilimento di Trieste per trasferire la produzione in Repubblica Ceca. La stessa Nestlè possedeva già dal 1993 il marchio Antica gelateria del Corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina. 

 
«I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica investono invece nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni grazie all’immagine conquistata con i primati nella sicurezza, nella tipicità e nella qualità» ha affermato Sergio Marini, presidente della Coldiretti.

«Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo è la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo - conclude il presidente di Coldiretti - di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi».
 
Marchi del Made in Italy in mano estera
2013
- Pernigotti, la società Averna, ha siglato un accordo per cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci al gruppo Toksoz che ha sede a Istanbul
- Chianti Classico (per la prima volta un imprenditore cinese ha acquistato una azienda agricola del Gallo nero)
- Riso Scotti (il 25% è stato acquisito dalla società alla multinazionale spagnola Ebro Foods)

2012
- Pelati Ar - Antonino Russo (nasce una nuova società denominata "Princes Industrie Alimentari Srl", controllata al 51% dalla Princes controllata dalla giapponese Mitsubishi)
- Star (passata al 75% nelle mani spagnole del Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca)
- Eskigel (produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione - Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop) (ceduta  agli inglesi con azioni in pegno d un pool di banche).

2011
- Parmalat (acquisita dalla francese Lactalis)
- Gancia (acquisita al 70% dall’oligarca russo Rustam Tariko)
- Fiorucci Salumi (acquisita dalla spagnola Campofrio Food Holding S.L.)
- Eridania Italia Spa (la società dello zucchero ha ceduto il 49% al gruppo francese Cristalalco Sas)

2010
- Boschetti Alimentare (cessione alla francese Financière Lubersac che detiene il 95%)
- Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas)

2009
- Delverde Industrie Alimentari Spa (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata)

2008
- BertollI (venduta a Unilever, poi acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
- Rigamonti Salumicio Spa (divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International)
- Orzo Bimbo (acquisita da Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis)
- Italpizza (ceduta all’inglese Bakkavor acquisitions limited)

2006
- Galbani (acquisita dalla francese Lactalis)
- Carapelli (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
- Sasso (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
- Fattorie Scaldasole (venduta a Heinz, poi acquisita dalla francese Andros)

2003
- Peroni (acquisita dall’azienda sudafricana SABMiller)
- Invernizzi (acquisita dalla francese Lactalis, dopo che nel 1985 era passata alla Kraft)

1998
- Locatelli (venduta a Nestlè, poi acquisita dalla francese Lactalis)
- San Pellegrino (acquisita dalla svizzera Nestlè)

1995
- Stock (venduta alla tedesca Eckes A.G., poi acquisita dagli americani della Oaktree Capital Management)

1993
- Antica Gelateria del Corso (acquisita dalla svizzera Nestlè)

1988
- Buitoni (acquisita dalla svizzera Nestlè)
- Perugina (acquisita dalla svizzera Nestlè)

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