La lotta al falso made in Italy ha ottenuto un risultato molto positivo, grazie ad un’operazione di cooperazione di polizia internazionale, sollecitata dai Nac dei Carabinieri con il supporto del Ministero degli Interni, che ha bloccato la vendita del wine-kit nel Regno Unito. È la prima volta infatti che la battaglia al falso made in Italy va oltre la tutela commerciale, assumendo rilevanza sul piano della cooperazione di polizia internazionale.
«È un risultato straordinario - commenta il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo – e ringrazio i Nac per il grande lavoro svolto in questi mesi nell’attuazione di questa operazione. Con la cessazione delle vendite di prodotti non conformi, è stata di fatto riconosciuta la frode nei confronti dei consumatori inglesi. Un grande punto a favore della battaglia per la tutela del made in Italy, una ricchezza e una risorsa preziosissima per il nostro Paese, che continuerò a difendere con tutte le forze e i mezzi a disposizione. Posso garantire che questo è un primo e fondamentale passo, e che cercheremo di estendere la cooperazione internazionale a tutti i Paesi in cui il problema del falso è noto».
La frode del wine kit è stata spesso oggetto di attenzione anche in passato degli organi di informazione e associazioni di categoria. Si tratta di un preparato solubile in acqua che nella presentazione e pubblicità veniva assimilato al vino, e in particolare ad alcuni vini a Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta, tra i quali le Dop “Chianti”, “Barolo”, “Valpolicella” e “Montepulciano d’Abruzzo”, e altri prodotti con specifico disciplinare di produzione in definite aree geografiche, quali l’Avola Igp. Il prodotto non è chiaramente conforme ai disciplinari di produzione del vino, né tanto meno a quello rappresentato dalle denominazioni usurpate.
Con il blocco delle vendite dei wine-kit nel Regno Unito abbiamo ottenuto un primo importante risultato di una battaglia che deve proseguire nell’Unione Europea dove si stima che almeno venti milioni di bottiglie di pseudo vino vengano ottenuti attraverso wine kit prodotti in Canada, ma anche in Paesi europei come la Svezia.
È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione di cooperazione di polizia internazionale sollecitata dai Nac dei Carabinieri con il supporto del Ministero degli Interni. Ora occorre provvedere immediatamente al ritiro dall’intero mercato comunitario dei “miracolosi” wine kit che promettono con semplici polveri di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose.
Come in Svezia dove è stata scoperta dalla Coldiretti una fabbrica che vicino a Goteborg che produce e distribuisce in tutto il continente oltre 140mila wine kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie tra le quali falsi Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano.
L’Unione Europea deve fermare uno scempio intollerabile che mette a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini più prestigiosi conquistata nel tempo grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio.