Lui, napoletano verace, aveva inventato la pizza dedicata a Papa Giovanni, oppure quella “bergamasca”, con la polenta, il taleggio e il cotechino. Il suo locale storico, “Il Galletto d’oro”, a Mozzo, nei pressi di Bergamo, era diventato un tempio della pizza. Sarà difficile per tanti - colleghi, clienti e amici - dimenticare Luigi Jorio Esposito (nella foto), i cui funerali si sono svolti oggi, 26 agosto, nella parrocchiale di Mozzo. Non ce l’ha fatta a superare un delicato intervento chirurgico ma di lui rimangono i tanti ricordi per quanto ha amato il suo lavoro e il benessere della sua vasta clientela. Dopo quello di Mozzo, aveva aperto un secondo “Galletto d’oro” a Martinengo, nella pianura bergamasca. È deceduto venerdì scorso, 23 agosto, a 66 anni, lasciando nel dolore la moglie Lidia, le figlie Barbara e Katia, i generi Nicola e Pierpaolo e i nipotini Daniele, Leonardo, Lucia e Riccardo.
Il ricordo più vero di Luigi Esposito, oltre che nell’affetto di chi lo ha conosciuto (generoso e sanguigno come tanti napoletani ma anche grande lavoratore), rimarrà nei tanti premi e trofei vinti nella sua carriera di pizzaiolo, da quando nel 1988 aveva aperto la sua pizzeria alla Dorotina di Mozzo. L’ultimo è sicuramente il più importante, perché di livello mondiale, riconosciuto dall’ente certificatore della pizza napoletana “a regola d’arte”. Suo anche il “Cornicione d’oro” per la migliore professionalità: un premio che riconosce di fatto la pizza napoletana di qualità, quella con il “cornicione” alto e soffice, che si ottiene con pasta rigorosamente lavorata a mano, che lievita almeno 24 o 30 ore e per la quale si usano materie prime selezionatissime e che arrivano dal sud (dalla mozzarella di bufala ai pomodori Pachino).
Nato a Napoli, Luigi Esposito ha incominciato a infornare pizze dall’età di 8 anni. Dopo aver lavorato a Napoli e Siracusa si è trasferito a Bergamo nel 1965. Qui si è sposato con Lidia Russo e nel 1988 ha deciso di mettersi in proprio, dando vita al Galletto d’oro di Mozzo. Il 3 marzo 2010 ha inaugurato la nuova pizzeria a Martinengo (Bg), “Il Galletto d’oro 2”.
La vittoria del Campionato italiano di Capocaccia (Ss) per la pizza d’autore con la “Bergamasca”, come la notorietà per la pizza della pace dell’89 in onore di Reagan e Gorbaciov, o i riconoscimenti in vari anni per la sua insuperabile arte di realizzare la “Margherita”, sono ben poco rispetto all’amore e alla passione con cui Luigi ha saputo contagiare i suoi interlocutori quando parlava di pizza. Nel catalogo delle sue pizze d’autore ci sono nomi dei personaggi a lui più cari, ai quali sono dedicate: Papa Giovanni, Gaetano Donizetti, Massimo Troisi, Ugo Tognazzi.
La pizza che lo ha reso più famoso è la Troisi, dedicata all’attore che sembrava una persona semplice all’apparenza, ma che quando recitava si rivelava profonda e incisiva. Allo stesso modo questa pizza, che a prima vista sembra una semplice Margherita, ma poi, grazie a ingredienti come mozzarella di bufala campana Dop, grana, scamorza, olio, basilico e pomodoro pachino, rivela tutta la sua dolcezza, proprio come era il carattere dell’attore cui è dedicata. Esposito è stato anche presidente dell’Accademia italiana della pizza e consigliere dell’Associazione cuochi bergamaschi. A tutti i famigliari “Italia a Tavola” esprime commosse condoglianze.