La notizia che è circolata in rete sulla radioattività del tonno in scatola pescato nelle aree Fao 71 e Fao 61 è falsa; si credeva che il pesce fosse stato pescato nelle stesse acque del Giappone in cui furono riversate quelle contaminate di Fukushima, ma si è fatta chiarezza grazie al sito www.ioleggoletichetta.it, che ha denunciato la “bufala”.
L'errore è nato dal fatto che sono state messe a confronto due aree diverse delle acque giapponesi, la 61 e la 71. A tal proposito Agostino Macrì, esperto di sicurezza alimentare dell'Unione nazionale consumatori (Unc), rassicura i consumatori.

«La notizia del tonno radioattivo pescato a Fukushima è una vera e propria bufala». Con queste parole Macrì smentisce la notizia diffusa in questi giorni sul web della radioattività di alcune scatolette di tonno economico provenienti dalle acque del Giappone. «Molti consumatori - afferma l'esperto - ci hanno scritto preoccupati per aver letto su facebook un messaggio in cui si esortava a non acquistare tonno pescato nelle zone Fao 71 e Fao 61 in quanto contaminato e dunque pericoloso per la salute dei consumatori. È il caso di chiarire che le aree geografiche di cui si parla sono in realtà molto vaste (Fao 61 è l'oceano Pacifico del nord ovest, zona che comprende appunto il Giappone; Fao 71 è invece l'area antistante le Filippine, l'Indonesia, la Papua Nuova Guinea e l'Australia del nord) e solo nella Fao 71 si pesca il tonno pinne gialle venduto in scatola nel nostro Paese».
«A questo - prosegue Macrì - aggiungiamo che la zona di mare interessata dalla radioattività di Fukushima è limitata e comunque la contaminazione dovrebbe influire in modo minimo sulla sicurezza delle carni di tonno: occorrerebbe, infatti, molto tempo per “trasferire” le piccole quantità di materiale radioattivo eventualmente presenti nelle acque marine nei tessuti dei grandi predatori quali sono i tonni. Inoltre, ricordiamo che le aziende di trasformazione sono obbligate a controllare le materie prime che utilizzano e quindi verificano anche l'eventuale presenza di radioattività nei tonni da inscatolare eliminando quelli positivi».
«Si deve, dunque, ragionevolmente ritenere - conclude - che per il nostro Paese non esistono pericoli significativi, consumando tonno in scatola».