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Le “Otto mani” dei Salvo e dei Roscioli aiutano le donne nel carcere di Rebibbia

Successo a Roma per l’iniziativa a “Otto mani” dei pizzaioli Francesco e Salvatore Salvo e di Alessandro e Pierluigi Roscioli, maestri dell’arte bianca. 3.300 euro vanno al progetto “Cibo libero” per le donne in carcere

di Mariella Morosi
 
28 novembre 2013 | 18:22

Le “Otto mani” dei Salvo e dei Roscioli aiutano le donne nel carcere di Rebibbia

Successo a Roma per l’iniziativa a “Otto mani” dei pizzaioli Francesco e Salvatore Salvo e di Alessandro e Pierluigi Roscioli, maestri dell’arte bianca. 3.300 euro vanno al progetto “Cibo libero” per le donne in carcere

di Mariella Morosi
28 novembre 2013 | 18:22
 

ROMA - Sono state oltre 300 le persone che hanno accolto l’invito speciale “Otto mani” dei fratelli Francesco e Salvatore Salvo, pizzaioli di San Giorgio a Cremano (Na), e di Alessandro e Pierluigi Roscioli, della storica famiglia romana di artigiani dell’arte bianca e non solo. L’evento, una sorta di aperitivo tra Via dei Giubbonati e via dei Chiavari, nello storico rione di Campo de’ Fiori, era promosso dalll’associazione “Cibo Libero” per mira a dare alle detenute del carcere di Rebibbia una nuova occasione di lavoro e di vita.

da sinistra: Alessandro Roscioli, Francesco Salvo, Salvatore Salvo e Pierluigi Roscioli
Nella foto, da sinistra: Alessandro Roscioli, Francesco Salvo, Salvatore Salvo e Pierluigi Roscioli.

La festa ha restituito ai due vicoli della vecchia Roma l’allegria e la convivialità di una volta trasformandoli in un allegro salotto a cielo aperto poiché l’Enoteca e il forno Roscioli, da cui uscivano a getto continuo pizze e crocchè, non potevano contenere tutti. Sono andati a ruba la tartare di Fassona piemontese di Danilo Cazzamali, la porchetta di Annibale Mastroddi, le mozzarelle del Consorzio della mozzarella di bufala campana e il Parmigiano Reggiano 30 mesi di Onesto. Gettonatissima la famosa pizza bianca romana griffata Roscioli con la mortadella (ma a Roma si chiama mortazza).

Ad accompagnare gli assaggi c’erano le bollicine naturali di Ferrarelle, acqua perfetta per qualsiasi gusto per la sua effervescenza delicata. Sono state offerte inoltre tre etichette, selezionate da Cristiana Lauro, dalle aziende Guido Berlucchi, Cusumano e Tramin tra cui scegliere l’abbinamento perfetto. Grande successo della birra Federica del birrificio L’Olmaia, un’esclusiva della Pizzeria Salvo. Tutti i prodotti sono stati messi a disposizione gratuitamente dalle aziende che condividono i valori di “Cibo Libero”.

Con una donazione di 10 euro si aveva diritto a tre assaggi e altrettanti calici di vino o birra, e alla fine della serata in cassa c’erano ben 3.300 euro. Un contributo generoso per questo progetto messo a punto da Elisia Menduni, una volontaria impegnata a Rebibbia a sostenere il progetto che punta a creare un’azienda agricola e un caseificio gestito dalle recluse nella casa circondariale, ma anche a strutturare una rete di distribuzione di carne, uova, formaggi e prodotti agricoli in grado di sostenere il progetto stesso.

A dominare oltre ai profumi delle pizze assortite e dei famosi fritti napoletani, a base di pasta cresciuta e maccheroni, aleggiava quello della solidarietà e della libertà. Bella parola, la libertà, ma grande è la sofferenza di chi ne è privato. Il rapporto con la terra e i suoi frutti può dare soddisfazioni e alimentare la speranza, anche in condizioni estreme. Forse perché la vita dietro le sbarre si intreccia con i ritmi della natura. Lo dimostrano le tante iniziative intraprese nelle carceri e che vedono detenuti e detenute specializzarsi in mestieri legati al cibo, come agricoltori, vignaioli, cuochi, pasticcieri o tostatori di caffè.



I Salvo, pizzaioli da tre generazioni, e i Roscioli altrettanto famosi artigiani dell’arte bianca hanno dimostrato con questa iniziativa come il cibo possa assumere tanti valori. Sono due famiglie con radici diverse ma unite da un percorso professionale comune verso la ricerca continua della qualità, dalla scelta delle farine alle tecniche di lievitazione e di lavorazione.

Se a Roma la parola Roscioli evoca scenari gourmet che vanno molto al di là dei prodotti da forno, a cominciare dai salumi e dai formaggi d’autore, i napoletani per trovare la vera pizza col cornicione, soffice e croccante, non esitano a fare qualche km in più fino a San Giorgio a Cremano, sede storica della pizzeria. Un mestiere vissuto dai fratelli Salvo con umiltà ma anche con la passione che li ha portati a confrontarsi con chef stellati e che continua a gratificarli con numerosi riconoscimenti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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