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Puntiglioso, istintivo, sentimentale Gianfranco Semenzato si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Gianfranco Semenzato, cuoco del Globe restaurant di Milano, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero

di Clara Mennella
vicedirettore
 
23 marzo 2014 | 16:02

Puntiglioso, istintivo, sentimentale Gianfranco Semenzato si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Gianfranco Semenzato, cuoco del Globe restaurant di Milano, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero

di Clara Mennella
vicedirettore
23 marzo 2014 | 16:02
 

Gianfranco SemenzatoUn percorso lineare quello dello chef 46enne Gianfranco Semenzato (nella foto), nessun trasloco né cambio di professione. Il suo lavoro odierno è esattamente quello che ha scelto di fare da ragazzo, quando si è iscritto all’Istituto Alberghiero Vespucci nella sua Milano.

Ed è nel cuore della metropoli lombarda, crocevia di molte culture, che ha realizzato i suoi desideri, presso La Rinascente ai piedi della Madonnina prima, al Globe di Piazza Cinque Giornate negli ultimi vent’anni; un progetto nato dall’amicizia e dal sodalizio professionale con il patron Bruno Marsico.

Con i piedi “piantati” in terra ma viaggiando molto con la testa e il cuore, Gianfranco è diventato un grandissimo esperto delle cucine etniche di tutto il mondo, con lo studio e con la frequentazione delle cuoche di tutti i Consolati esteri di Milano.

Pignolo, al limite del maniacale, per quanto riguarda le materie prime; sceglie i fornitori senza compromessi e le lavora high-definition. La sua cucina è al passo coi tempi e con i ritmi cittadini, quindi per scelta personale fatta di ricette low fat.

Una curiosità: Semenzato è uno dei massimi esperti europei in fatto di ostriche!


Da bambino cosa sognavi di diventare?
Un avvocato, sicuramente pignolo e rompiscatole.

Il primo sapore che ti ricordi
Quello delle patate appena cotte, olio e sale, buonissime!

Qual è il senso più importante?
Nel nostro mestiere tutti, accompagnati da estro ed equilibrio.

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato
Agli esordi, la preparazione di una sella di vitello alla principe Orloff.

Come hai speso il primo stipendio?
Per un bel periodo non ho speso né il primo né i successivi, non avevo tempo libero.

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
È un po’ riduttivo, comunque direi ostriche, paté de foie gras e... pasta e fagioli!

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Nulla, ho una flotta di amici che ogni weekend, casualmente, passa a trovarmi.

Qual è il tuo cibo consolatorio?
Il gelato alla nocciola!

Che rapporto hai con le tecnologie?
Ottimo, adoro la tecnologia! Migliora la vita di tutti.

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Io mangio veramente di tutto, e poi chi ci va all’inferno?

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Lo spirito di Henri Paul Pellaprat, che cucina per me, mia moglie e le mie figlie.

Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
La Venere del Botticelli.

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
“Sei nell’anima” della Nannini.

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