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Pisco, il nuovo... mare di Milano Cucina di pesce di alto livello

Aperto da pochi mesi, il ristorante di Fabio Acampora e Sebastian Bernardez si prepara alla stagione estiva, forte della qualità delle sue proposte culinarie, tutte a base di pesce. Ai fornelli il giovane Diego Macchi

 
06 giugno 2014 | 11:18

Pisco, il nuovo... mare di Milano Cucina di pesce di alto livello

Aperto da pochi mesi, il ristorante di Fabio Acampora e Sebastian Bernardez si prepara alla stagione estiva, forte della qualità delle sue proposte culinarie, tutte a base di pesce. Ai fornelli il giovane Diego Macchi

06 giugno 2014 | 11:18
 

È un luogo caldo, intimo e accogliente che vuole andare incontro alle esigenze di chi ama mangiare senza troppi formalismi e di chi desidera assaggiare una cucina di pesce eccellente. Il Pisco, che ha aperto a inizio anno in via Bertani, a pochi passi dall’Arco della Pace, dopo la fase di rodaggio della primavera si prepara alla stagione estiva presentandosi in grande stile.

Anime del Pisco sono Fabio Acampora e Sebastian Bernardez, che da circa 15 anni creano e gestiscono locali di successo come il Circle, il Refeel, il Living (proprio accanto al Pisco), il Marc Jacobs, lo Swiss Corner e il ristorante argentino El Porteño, considerato uno dei migliori a Milano.

«Dopo anni di esperienza nella “movida” e nel settore della ristorazione con il successo della carne argentina a El Porteño - dice Fabio Acampora - ci siamo lasciati tentare da una nuova sfida. Portare il mare a Milano in un ambiente non troppo formale ma di grande suggestione, offrendo alla nostra clientela pesce di prima qualità cucinato da mani esperte».



L’ambiente
Legno e ceramica dominano l’ambiente del Pisco: al parquet si alternano le mattonelle con i decori tradizionali delle ceramiche di Vietri. Appena varcata la soglia, sulla sinistra si impone il bancone, poco più avanti sulla destra una grande vetrata mostra la cucina proprio di fronte alla vasca in pietra (originale fine ottocento, come il grande lavandino del bagno) che ospita il pesce crudo.

I tavoli sono completati da sedie di diversa fattura e colore, sulle tovaglie una pratica copertura di carta permette ai clienti di mangiare in libertà senza il problema di macchiare. Sopra ogni tavolo lampade dalla forma curiosa danno intimità e calore ai commensali: sono nasse originali (trappole per aragoste) adattate all’uso. Alle pareti numerose bottiglie di vino e centinaia di foto di mare sia in bianco e nero che a colori. Sul fondo delle due sale una lavagna a tutta parete: lì sopra oltre ad aforismi dedicati al mare, trovano posto i piatti del giorno.



La cucina
Appena ci si accomoda al tavolo, per ingannare l’attesa mentre si legge il menu, i camerieri servono un invitante ciambella di pane fresco da accompagnare con un trittico composto da: crème fraîche, crema di salmone e acciughe sott’olio con capperi. Tra le proposte degli antipasti spicca la curiosa “frustrazione dello chef” (minimo per due persone) che propone diverse monoporzioni servite in ciotole di ghisa o piatti dalle forme bizzarre che permettono di provare (quasi) tutto: assaggi di pesce crudo, altri di cotto e di sott’oli (sarde, acciughe, ecc...).

Tra i primi spiccano gli spaghetti con vongole e bottarga, i tagliolini all’uovo con ricci di mare e il tradizionale risotto ai frutti di mare. Tra i secondi l’astice alla catalana e la tagliata di tonno. Prima di concedersi il dessert, sul tavolo arriva una forma scavata di pecorino da gustare con la confettura di cipolla, per ridare alla bocca il giusto grado di acidità in vista delle proposte dolci dello chef: tiramisù, crema catalana, nuvola di mascarpone, sorbetto o torta del giorno.

Il caffè viene servito al tavolo con una grande moka (a richiesta è possibile avere un espresso) insieme ad un tris di superalcolici (limoncello, mirto, vodka alla frutta). Prima di congedarsi definitivamente, viene offerto anche un vassoio con frutta candita al cioccolato.



Lo chef Diego Macchi
A guidare la brigata di cucina c’è lo chef Diego Macchi, da 7 anni attivo nei locali del duo Acampora-Bernandez. 33 anni, milanese doc, ha lavorato in ristoranti stellati come “La Piazzetta” di Brescia e “La Fornace” di S. Vittore Olona (Mi). Amante dell’arte culinaria, per lui preparare carne o pesce non fa differenza: basta che il prodotto sia fresco e di buona qualità. Tra le sue preferenze non può mancare il risotto, piatto tipico milanese, che però al Pisco declina in tutte le versioni marinare.

Vini e liquori
Nella carta dei vini dominano soprattutto i bianchi. Una dozzina di bollicine (tra Champagne e Franciacorta), 18 bianchi, 2 rosati e 6 rossi. Il vino della casa, è il Giunco (vermentino sardo) a 17 € la bottiglia (9 € per la mezza bottiglia). Oltre ai classici superalcolici da fine pasto, è possibile ordinare il “Pisco”, un'acquavite dal gusto molto ricercato e intenso, bevanda nazionale sia in Perù che in Cile.

Il Pisco si distilla da vino di uva moscata e va sorseggiato e trattenuto in bocca qualche secondo in modo da apprezzarne il bouquet. Tra gli amanti di questa bevanda si ricordano Orson Welles e John Wayne. Si narra che le navi mercantili che approdavano al porto di Pisco (importante centro vitivinicolo del Perù centro-meridionale) non ripartissero senza aver fatto un buon carico dell'ottima acquavite della città, che ha poi dato il nome a questo distillato. Da qui il legame con il mare e la scelta di questo nome per contraddistinguere il nuovo locale di pesce.


Pisco cucina di mare
via Bertani 16 - 20154 Milano
Tel 02 33605057 - Fax 02 3450367
www.piscomilano.com
info@piscomilano.com
Sempre aperto. Orari: 12-15, 19-24; la cucina chiude alle 24.
Coperti: max 70.
Prezzo medio: 35-40 € a persona, bevande escluse.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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