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Unesco: Sì a Langhe-Roero e Monferrato 50 i siti italiani Patrimonio dell'Umanità

Il Comitato mondiale dell'Unesco, riunito in Qatar, ha assegnato il riconoscimento al Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Salgono così a 50 i siti italiani diventati Patrimonio dell'Umanità

 
23 giugno 2014 | 14:40

Unesco: Sì a Langhe-Roero e Monferrato 50 i siti italiani Patrimonio dell'Umanità

Il Comitato mondiale dell'Unesco, riunito in Qatar, ha assegnato il riconoscimento al Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Salgono così a 50 i siti italiani diventati Patrimonio dell'Umanità

23 giugno 2014 | 14:40
 

Barolo e Barbaresco sono diventati Patrimonio Unesco. Lo ha deciso il Comitato mondiale Unesco riunito in Qatar per esaminare le candidature arrivate da tutto il mondo. Così, dopo un iter durato undici anni e la consegna del dossier di candidatura nel gennaio 2013 al centro del Patrimonio Mondiale di Parigi, il Paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato è entrato nella prestigiosa World Heritage List.



Con questo riconoscimento, l’unico in Italia per questa sessione, i siti italiani Unesco salgono a quota 50. Su queste colline, dove si producono due dei vini più conosciuti al mondo, il Barolo e il Barbaresco, la viticoltura è da secoli l’anima dell’economia. L’Unesco viene quindi assegnato a un territorio di vigne, di castelli, di torri medievali, ma anche al lavoro di uomini e donne.

«È il giusto riconoscimento ai vignaioli che hanno preservato le colline di Barolo e Barbaresco con i loro vigneti sapientemente coltivati nel rispetto delle tradizioni e del sapere contadino - dice Pietro Ratti, presidente del Consorzio di tutela Barolo e Barbaresco - Per noi l’Unesco è uno stimolo a continuare a fare bene con ancora maggiore responsabilità al fine di lasciare ai nostri figli questo meraviglioso territorio che ci hanno consegnato i nostri padri».

Tra le aree candidate anche le colline di Nizza Monferrato, nel Sud Astigiano, cuore della produzione della Barbera d’Asti Docg, il vino rosso piemontese più esportato nel mondo. Dalla città prende il nome la Docg Nizza, una super Barbera prodotta in 18 Comuni. Un piccolo angolo di territorio, grande per tradizioni, storia e cultura del vino oltre che per innovazione e miglioramento delle conoscenze enologiche e vitivinicole. Una zona vocata per la coltivazione della Barbera che solo in questo luogo dà voce alle sue più ampie sfaccettature e può mostrare pienamente le sue qualità.



«Essere inseriti nell’elenco dell’Unesco - commenta Filippo Mobrici, nuovo presidente del Consorzio Tutela Barbera Vini d’Asti e del Monferrato - vuol, dire riconoscere l’eccezionale valore mondiale del territorio piemontese, della sua storia, della sua identità, della gente che vive qui. È un premio ai contadini, agli uomini e alle donne, che hanno tutelato nei decenni paesaggio e ambiente. È un grande motivo d’orgoglio. Adesso solo una parola: responsabilità».

Maurizio Martina«L'iscrizione del paesaggio vitivinicolo delle Langhe, Roero e Monferrato nella Lista dell'Unesco - dichiara il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina (nella foto), è un riconoscimento fondamentale per affermare il valore culturale della nostra agricoltura. È la prima volta, infatti, che l'Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell'umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale».

«Si tratta - continua Martina - di un risultato prezioso per il nostro made in Italy perché rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro paese. Al tempo stesso l'Unesco ha riconosciuto, con l'iscrizione delle Langhe-Roero e Monferrato nella sua Lista di eccellenza, l'essenzialità dell'agricoltura e degli agricoltori quali sentinelle nella conservazione del paesaggio».

Il nuovo sito Unesco comprende, nella Docg Barolo, i comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Serralunga d’Alba; nella Docg Barbaresco, i comuni di Barbaresco e Neive. Una piccola area altamente vocata alla viticoltura, i cui vigneti sono stati per la prima volta in Italia anche riconosciuti con le Menzioni Geografiche Aggiuntive (cru).

Le Langhe vitivinicole

  • 2mila aziende vitivinicole
  • 10mila ettari di vigneti
  • Principali vitigni autoctoni coltivati: Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, Arneis
  • 66 milioni di bottiglie
  • 60% del vino prodotto nelle Langhe viene venduto all’estero
I numeri del Barolo
  • 11 Comuni dove si produce
  • 700 aziende vitivinicole
  • 2 mila ettari di vigneti
  • 13 milioni bottiglie
  • 80% Barolo venduto all’estero
I numeri del Barbaresco
  • 4 Comuni dove si produce
  • 350 aziende vitivinicole
  • 700 ettari di vigneti
  • 4 milioni e 300 mila bottiglie
  • 70% Barbaresco venduto all’estero
I numeri del Barbera d’Asti Docg
  • 3.956 ettari
  • 169 comuni
  • 226.800 ettolitri
  • 21 milioni di bottiglie
  • 50% l’export (Germania, USA, Gran Bretagna, Danimarca, Canada, Svizzera)
I numeri del Nizza
  • 78 ettari
  • 18 Comuni
  • 3.650 ettolitri
  • 190 mila bottiglie
  • 45% export (Germania, Svizzera, Usa, Cina, Olanda, Danimarca)
  • 2000 primo anno di produzione
  • 19 novembre 2002 nasce l’associazione Produttori del Nizza
Per informazioni: www.langhevini.it; www.paesaggivitivinicoli.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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