Da nord a sud sono continuati durante l’estate i controlli dei Nas sulla sicurezza alimentare. Tonnellate di vegetali e carne avariati, che stavano per essere rilavorati e riconfezionati da aziende senza scrupoli e che quindi sarebbero finiti sulle tavole degli italiani. E i verbali sono fioccati, speriamo con la più giusta severità.
Aziende che si macchiano di questi reati - in un Paese come l’Italia che fa dell’agroalimentare uno dei suoi gioielli da esportare - sono da chiudere immediatamente, così come sarebbero da fermare immediatamente i custodi di Pompei che scioperano per qualunque cretinata o quelli della Reggia di Caserta che permettono l’ingresso ai “vu’ cumprà” a rompere le scatole ai turisti o lasciano via libera ai ragazzini per fare il bagno nelle antiche fontane dei giardini.
L’Italia ha tre grandi tesori da valorizzare e sui quali l’impegno non sarà mai abbastanza: il turismo, l’agroalimentare, l’enogastronomia. Su queste direttrici il governo Renzi e i suoi ministri devono lavorare senza soste. Invece il turismo perde punti, l’esportazione agroalimentare deve fare i conti con le contraffazioni, il mondo dell’accoglienza e della ristorazione è sottoposto a vincoli e balzelli che spesso diventano intollerabili (di qui la chiusura di pubblici esercizi).
Gli addetti al settore agroalimentare devono garantire una qualità massima, perché non è solo una scelta eticamente corretta, ma una precisa necessità di mercato: l’evoluzione dei gusti e una clientela sempre più informata, con esigenze sempre più specifiche, fanno sì che oggi le aziende debbano essere ogni giorno più attente alla qualità e debbano sfruttare tutte le opportunità offerte dal progresso tecnologico e scientifico per realizzare prodotti sempre più sicuri, sani e gradevoli e a prezzi sempre più bassi.