Una produzione di vino a livello nazionale stimata attorno a 41 milioni di ettolitri, -15% rispetto ai 48,2 milioni diffusi dall’Istat per il 2013 (lo scorso anno si è avuta una produzione particolarmente abbondante, +8% sulla media dei cinque anni precedenti). Una riduzione consistente compresa tra il -8% del Piemonte e il -17% del Veneto si evidenzia in tutto il Nord. La situazione più problematica al Sud, con Sicilia (-27%) e Puglia (-25%) che riducono drasticamente i volumi dello scorso anno. È il Centro, invece, a rappresentare l’isola felice sul fronte quantitativo: Toscana (+3%), Umbria (+10%) e Marche (+7%) sono le uniche regioni con segno positivo.

Questi i risultati della ricognizione operata tra la fine di agosto e la prima decade di settembre sul territorio nazionale da Ismea e Unione italiana vini, presentati oggi in una conferenza stampa tenuta presso Castello Banfi a Montalcino (Si) da Domenico Zonin, presidente Unione italiana vini, Ezio Castiglione di Ismea, Paolo Castelletti, segretario generale Unione italiana vini, con il contributo di José Ramon Fernandez - segretario generale Ceev (Comité européen des entreprises vins) che ha saputo dare un respiro internazionale alle tematiche trattate portando la propria testimonianza in merito agli scenari nel comparto vitivinicolo di Paesi come Spagna, Francia, Germania. Ha introdotto i lavori il padrone di casa, Enrico Viglierchio, amministratore delegato di Banfi e ha moderato Giorgio Dell’Orefice. Il compito di chiudere l’incontro è stato affidato al sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione.
«Una vendemmia difficile, complicata, che ancora in molte zone lascia spazio all’incertezza come non si vedeva da tempo - commenta Domenico Zonin, presidente Unione italiana vini - Numerosi gli attacchi di patogeni, soprattutto peronospora e botrite, favoriti da un meteo instabile. Nonostante tutto, la maggior parte dei viticoltori ha mostrato preparazione e tempestività negli interventi. Anche se, in sintesi, possiamo concordare che la produzione sia stata scarsa a livello quantitativo e con un minor grado zuccherino, non possiamo esprimerci sulla qualità, rimandando ogni valutazione alla verifica in cantina».
All’estero più della metà della vendemmia 2014
Oltre la metà del vino italiano ottenuto con la vendemmia 2014 sarà bevuto all’estero per effetto della crisi che ha tagliato i consumi nazionali mentre le bottiglie esportate sono in leggero aumento nel 2014. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione della divulgazione dei dati Ismea Uiv. L’Italia perderà quindi quest’anno il primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia dove le stime per il 2014 danno una produzione di 47 milioni di ettolitri, secondo l’Istituto del ministero dell’Agricoltura d’oltralpe.
Dal punto di vista qualitativo la stagione è stata fortemente influenzata dalla piovosità che ha alimentato incertezza e impegnato notevolmente gli agricoltori nella difesa dei grappoli, ma se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola.
La vendemmia in Italia coinvolge 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole dalle quali si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino, realizzato per oltre la metà all’estero. Una ricaduta occupazionale stimata complessivamente in 1,25 milioni di persone che riguarda sia quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio.
Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro. Nei primi sei mesi del 2014 gli acquisti delle famiglie italiane di vino e spumanti sono risultati in valore in calo rispetto allo scorso anno (-2,9%) in un quadro di calo complessivo dei consumi alimentari, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, mentre le esportazioni in quantità sono aumentate dell’uno per cento nel primo trimestre.