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Dinamico, istintivo, energico Ivano Ricchebono si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Ivano Ricchebono del Ristorante The Cook di Arenzano (Ge), che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero

di Clara Mennella
vicedirettore
 
04 ottobre 2014 | 14:56

Dinamico, istintivo, energico Ivano Ricchebono si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Ivano Ricchebono del Ristorante The Cook di Arenzano (Ge), che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero

di Clara Mennella
vicedirettore
04 ottobre 2014 | 14:56
 

Non deve trarre in inganno il fatto che Ivano Ricchebono (nella foto) sia da qualche anno un volto noto televisivo grazie alla partecipazione, con successo, al programma “La Prova del Cuoco”; Ricchebono all’apparire antepone senza incertezza il lavoro. Quel lavoro per il quale si è iscritto giovanissimo alla scuola alberghiera e che ha scelto definitivamente quando si è misurato con la sua prima “stagione”.

Sono arrivati poi dieci anni presso la catena Novotel dove si produce per grandi numeri e la qualità doveva essere sviluppata all’ennesima potenza, per reggere la varietà dell’offerta. L’alta cucina di Ivano si è forgiata quindi, non attraverso grandi maestri ma con volontà, carattere e lavoro, svolto controtendenza sul territorio nazionale e con l’attenzione puntata sullo studio dei prodotti della sua regione, la Liguria.

Executive chef dal 2000, conquista nel 2010 l’unica Stella Michelin del Comune di Genova, creando sorpresa visti i pochi ristoranti davvero importanti della zona, e riesce a tenersela stretta anche con il recente trasferimento nel suo nuovo Ristorante The Cook presso l’Hotel Poggio di Arenzano (Ge), dove cura personalmente la cantina e, insieme alla solare moglie Elisa, l’accoglienza. A capo di una brigata minima, in cucina alle chiacchiere preferisce l’esempio… non rinunciando mai a rimboccarsi le maniche.

Ivano Ricchebono

Da bambino cosa sognavi di diventare?
Un cuoco.

Il primo sapore che ti ricordi.
I ravioli au tuccu.

Qual è il senso più importante?
Mangio prima con il naso.

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Spaghetti al pomodoro.

Come hai speso il primo stipendio?
Una giacca con le frange dopo la prima stagione a Forte dei Marmi.

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Trenette al pesto, il tiramisù, la mia carbonara di seppia.

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
I wurstel.

Qual è il tuo cibo consolatorio?
Pasta al burro e parmigiano.

Che rapporto hai con le tecnologie?
Uso il pc da quando ho il The Cook.

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Il Sancrau.

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Vialli e Mancini.

Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Monnalisa.

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
Sarà perche ti amo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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