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Inimitabile, contadino, vero Peppe Zullo si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Peppe Zullo del ristorante Paradiso a Orsara di Puglia (Fg), che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero

di Clara Mennella
vicedirettore
 
07 dicembre 2014 | 12:11

Inimitabile, contadino, vero Peppe Zullo si racconta

Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Peppe Zullo del ristorante Paradiso a Orsara di Puglia (Fg), che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigorifero

di Clara Mennella
vicedirettore
07 dicembre 2014 | 12:11
 

Incontrare Peppe Zullo (nella foto) è un’esperienza unica e indimenticabile. Sono stati tanti gli imprenditori e i cuochi che, partiti dalla Puglia, hanno portato in giro per l’Italia e il mondo la cultura e le tradizioni di questa regione varia e generosa, facendosi ambasciatori del territorio d’origine. Peppe Zullo ha fatto questo e molto di più; il suo girovagare per il mondo lo ha portato nelle mete più lontane, Peppe ha aperto la mente e il cuore per far entrare stimoli e idee finché, arricchito ed appagato, ha fatto ritorno nella sua Orsara, il paese in provincia di Foggia e al centro dei Monti Dauni, e qui ha costruito pezzo su pezzo il suo “Paradiso”.

Un’azienda agricola di 180mila m², modello di sostenibilità e premiata come “Fabbrica del Paesaggio”, formata da 22mila m² di orto, 35mila m² di vigneto, 20mila m² di bosco con alberi da frutta, funghi, erbe spontanee e officinali. Inoltre un importante allevamento di animali, un caseificio, un resort con 10 camere e la sede della scuola internazionale di cucina.

Non basta, c’è una cantina-museo che produce eccellenti vini Daunia Igt, un ristorante che è pellegrinaggio di gourmet e addetti ai lavori per l’unicità delle sue proposte a vero km zero, Villa Jamele che è location da favola per matrimoni ed eventi e recentemente è stato inaugurato il Ristorante nell’Orto che offre l’esperienza “dalla terra alla tavola”. Al centro il cuoco-contadino che grazie alle “scarpe grosse” è saldo in terra, simpatico e avvicinabile come il suo “simply-food”.

Peppe Zullo

Da bambino cosa sognavi di diventare?
Sognai, quand’ero ragazzo una moltitudine di angeli scendere su un dolce declivio montano per gustare le delizie del posto, preparate e cucinate da me, ma offerte della gente del luogo.

Il primo sapore che ti ricordi
Fragole selvatiche

Qual è il senso più importante?
Non ha senso avere solo un senso

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Debbo ancora realizzarlo

Come hai speso il primo stipendio?
Non l’ho mai preso

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
 Pzell e fogl misk, Purea di fave bianche e cicorie e Parmigiana di borragine

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Il cacio ricotta di capra dei Monti Dauni

Qual è il tuo cibo consolatorio?
Il Marasciuolo

Che rapporto hai con le tecnologie?
Imbranet (tradotto imbranato)

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Pasta e fagioli

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Una bella donna

Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Il Mangiafagioli di Annibale Carracci

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
Emozioni di Lucio Battisti

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