È un'offerta turistica di livello, quella dell'Umbria, e per farla conoscere gli operatori del settore ricettivo stanno percorrendo tutta l'Italia in un roadshow con tappe in varie città. Lo fanno con una presentazione delle eccellenze di questa regione verde, agricola e artigianale, nel nome di un'accoglienza e del senso di ospitalità che accomuna alberghi stellatissimi, locande a gestione familiare e agriturismi. Alla tappa romana, svoltasi all'Hotel Borgia, l'offerta turistica è stata illustrata da Maria Luisa Lucchesi insieme a numerosi operatori del settore.
“Umbria, terra di eccellenze”, è un'iniziativa di Umbria Sì e da Dmc (Destination management company), per conto di Confcommercio e Confindustria con il patrocinio della Regione e il contributo della Camera di Commercio e di Sviluppumbria. Se negli ultimi anni è cresciuta la domanda di vacanza-benessere a tutto tondo, questa regione è il luogo giusto per trovare natura e relax e rigenerare le proprie energie, in centri benessere spesso immersi nella campagna o semplicemente passeggiando tra gli oliveti e i vigneti.
E senza negarsi i piaceri del gusto, ammirando laghi, cascate e fonti di acque cantate dai poeti. Pur senza sbocco al mare, l'Umbria possiede una ricchezza di acque che ha favorito lo sviluppo di grandi civiltà: fiumi come il Tevere e il Chiascio, fino alla Nera che forma la Cascata delle Marmore e al lago di Piediluco che d'inverno fa da specchio alle nevi del Terminillo. È l'acqua dei mulini e delle turbine, ma anche, oggi, quella delle rapide da brivido degli sport estremi e quella dei tanti centri benessere.
E sono sempre queste acque ad aver segnato i percorsi della storia: basta vedere il ponte di Augusto a Narni, le Terme a Carsulae, le cisterne e le mura ciclopiche di Amelia o la Via Flaminia lungo la quale marciò l'espansionismo romano. Bevagna, l'antica Mevania, decumanus maximus, ne conserva l'originario reticolo viario. Un gioiello è Orvieto, posata su un blocco di tufo a forma di nave, col Duomo con gli affreschi del Signorelli e il rosone dell'Orcagna e con lo stupefacente Pozzo di San Patrizio.
Poi c'è Narni, dominata dalla Rocca Albornoziana, Spoleto dal ponte senza fine, Foligno col palazzo Trinci, polo di cultura umanistica, Montefalco, balcone dell'Umbria, con gli affreschi del Perugino e di Benozzo Gozzoli che già molti secoli fa dipinse un rosso calice di Sagrantino. Senza parlare dell'etrusca Perugia, del suo Palazzo dei Priori e della Fontana Maggiore di Nicola e Giovanni Pisano. Ad Assisi, la devozione a San Francesco si percepisce dovunque, e non solo nel ciclo di dipinti di Giotto.
«In Umbria tutti vivono nell'arte, consapevoli o inconsapevoli», come scriveva Guido Piovene nel suo “Viaggio in Italia”. Grazie anche ad una aumentata attenzione delle istituzioni, sono stati promossi piani di sviluppo a tutela dei beni ambientali, culturali, di produzioni e di antichi mestieri. Lo stesso roadshow organizzato da Umbria Sì che sta girando l'Italia ma che andrà anche all'estero, in Germania, Svizzera e Gran Bretagna, si propone di illustrare alla stampa, alle agenzie di viaggio e ai tour operators quanto di autentico possa ancora offrire “il cuore verde di Italia”.
Di grande importanza ambientale sono le Terre Amerine con Parco del Rio Grande e quello fluviale del Tevere, quello di Colfiorito, l'Oasi di Alviano e le tante aree protette. Un ambiente naturale che richiama alla spiritualità, anche al di là della fede che richiama ogni anno decine di migliaia di visitatori nelle terre dei Santi: Assisi, ma anche Norcia, Cascia, Gubbio, Spello, Città della Pieve. Nella sua semplicità che diventa unicità, anche la cucina umbra rispecchia il territorio. È basata sull'agricoltura e sull'allevamento, anche se poi i boschi regalano tartufi che sanno trasformare un semplice piatto in un cibo da re. Gli umbricelli col tartufo nero sono un classico, ma anche ogni tipo di pasta fatta in casa apre ogni pasto.
Poi arrivano gli arrosti, soprattutto di animali da cortile, ben croccanti e aromatizzati con aglio, salvia e rosmarino, la classica porchetta che si vende dovunque anche nelle strade, e infine i dolci, rustici e saporiti, come le pinoccate, arricchiti da noci, mandorle e miele. È terra anche di grandi vini, e i vitigni autoctoni costituiscono un'eccellenza per il patrimonio vitivinicolo della regione: il Sagrantino tra i rossi e i Grechetti tra i bianchi sono infatti l'espressione più tipica di una produzione in costante crescita qualitativa. Apprezzatissimi anche a Roma, alla cena a base di prodotti tipici che ha concluso la presentazione dell'offerta turistica.