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Etichetta, sinergia tra i Ministeri per l'indicazione dello stabilimento

Il nuovo regolamento Ue sulle etichette alimentari ha cancellato l'obbligo di indicare la sede dello stabilimento di produzione; il ministero delle Politiche agricole e quello dello Sviluppo studieranno una soluzione. Il ministro Guidi ha proposto a Martina l'adozione di iniziative comuni a tutela del Made in Italy

21 gennaio 2015 | 11:48
Etichetta, sinergia tra i Ministeri 
per l'indicazione dello stabilimento
Etichetta, sinergia tra i Ministeri 
per l'indicazione dello stabilimento

Etichetta, sinergia tra i Ministeri per l'indicazione dello stabilimento

Il nuovo regolamento Ue sulle etichette alimentari ha cancellato l'obbligo di indicare la sede dello stabilimento di produzione; il ministero delle Politiche agricole e quello dello Sviluppo studieranno una soluzione. Il ministro Guidi ha proposto a Martina l'adozione di iniziative comuni a tutela del Made in Italy

21 gennaio 2015 | 11:48
 

Da quando lo scorso 13 dicembre è entrato in vigore il regolamento Ue che sancisce l’obbligo di indicare chiaramente in etichetta i principi nutritivi e l'apporto calorico degli alimenti, inclusa la presenza di ingredienti che possono provocare allergie, tutti gli Stati membri hanno modificato le etichette alimentari in nome di una maggiore trasparenza che favorisca in primo luogo il consumatore.



Da subito il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina (nella foto in basso a sinistra) si è detto soddisfatto di questa nuova normativa, aggiungendo però che si trattava solo di un primo passo verso una regolamentazione più approfondita. Il recente decreto comunitario sulle etichette alimentari infatti ha cancellato l’obbligo di indicare la sede dello stabilimento di produzione di un certo prodotto, una soluzione questa che non favorisce di certo il Made in Italy.

Per questo motivo, lo scorso 9 gennaio, il Ministro Martina ha indirizzato una lettera al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi (nella foto in basso a destra), chiedendo di trovare una soluzione comune per reintrodurre nella legislazione nazionale l’obbligo dell’indicazione dello stabilimento di produzione sulle etichette alimentari.

Maurizio Martina«Questa norma negli anni - aveva dichiarato il Ministro Martina a La Repubblica - ha dimostrato una grande utilità sia per garantire la correttezza e la trasparenza nei confronti dei consumatori sia per agevolare l’attività dei controlli ufficiali. Ritengo che un intervento normativo in questo senso possa ulteriormente rafforzare la tutela e la credibilità dei prodotti made in Italy, oltre che rassicurare i consumatori sulla trasparenza delle informazioni contenute nell’etichetta dei beni alimentari».

Dopo 12 giorni di riflessione, è arrivata la risposta dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, la quale propone un tavolo di lavoro per un «meditato approfondimento» che porti ad una «equilibrata e unitaria posizione del Governo italiano da esprimere anche a livello europeo» in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, tenendo conto di tutti gli interessi coinvolti.

È la proposta che il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha fatto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina in risposta ad una sua lettera nella quale si chiedeva che sull'etichetta dei prodotti alimentari venisse mantenuto l'obbligo di indicare la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento.

Federica GuidiNella sua lettera di risposta Federica Guidi si dice «pienamente consapevole» della rilevanza del tema che investe un elemento portante del Made in Italy come il settore agroalimentare, rilevando come «il percorso da seguire non possa non contemperare le diverse esigenze tra la componente agricola e quella industriale, in un'ottica di strategia comune dell'intera filiera e nell'interesse complessivo del Paese». Il Ministro Guidi ha proposto a Martina l'adozione di «iniziative comuni presso la Commissione europea e gli altri Stati membri dell'Unione al fine di assumere un ruolo trainante nella determinazione delle politiche e della normativa in un settore che ci vede tra i principali attori economici».

La lettera sottolinea infine la necessità di intensificare il confronto costruttivo intrapreso tra i due dicasteri allo scopo di contribuire al raggiungimento dell'obiettivo programmatico, condiviso dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, di aumentare il valore dell'export agroalimentare da 30 a 50 miliardi di euro in 5 anni per generare 100 mila nuovi posti di lavoro nel settore, difendendo e valorizzando la produzione nazionale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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