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“Food Act”, nuovo piano del Governo per valorizzare la Cucina italiana

Presentato ad Expo il nuovo piano di azioni che prevede la nascita del Forum della cucina italiana come organizzazione permanente. «Un’azione di squadra, di sistema», ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole

 
28 luglio 2015 | 15:24

“Food Act”, nuovo piano del Governo per valorizzare la Cucina italiana

Presentato ad Expo il nuovo piano di azioni che prevede la nascita del Forum della cucina italiana come organizzazione permanente. «Un’azione di squadra, di sistema», ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole

28 luglio 2015 | 15:24
 

Ad Expo, nell’ambito del secondo Forum della cucina italiana - che, come abbiamo ricordato, ha il limite di aver escluso grandi nomi della ristorazione italiana e la più importante associazione di categoria, la Fic-Federazione italiana cuochi - il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina (nella foto) ha presentato a nome del Governo il “Food Act”, il piano di azioni per la valorizzazione della cucina italiana. Oltre a Martina e ai 40 cuochi invitati per il Forum, erano presenti anche il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania Giannini, il ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, e rappresentanti del ministero degli Esteri, dell’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero) e della Conferenza delle Regioni.

Maurizio Martina

Per raggiungere gli obiettivi del Piano, nasce il Forum della cucina italiana come organizzazione permanente di lavoro e confronto fra le esperienze dell’alta cucina di qualità italiana e le principali istituzioni interessate. Il Forum sarà coordinato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e si riunirà almeno tre volte l’anno. Ai lavori del Forum parteciperanno il ministero degli Affari esteri, il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, il ministero dello Sviluppo economico, il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), gli operatori e gli altri enti e organismi pubblici interessati al tema.

«Il Food Act - ha dichiarato il ministro Martina - è un patto tra le istituzioni e il mondo della cucina italiana di qualità. Un’azione di squadra, di sistema per lavorare meglio sulla valorizzazione del Made in Italy agroalimentare. Con le prime dieci azioni fissiamo degli obiettivi chiari, con strumenti innovativi e operativi da sviluppare e verificare costantemente. Un’operazione che parte, non solo simbolicamente, da Expo Milano 2015 e si stabilizza nel Forum permanente. Vogliamo costruire un approccio pragmatico e di prospettiva che ha lo scopo di trovare soluzioni, rimuovere ostacoli, in primis quelli burocratici, alla crescita del settore. Il mondo chiede Italia, soprattutto a tavola. Serve fare sistema, affinché le occasioni che abbiamo davanti vengano colte. Dobbiamo superare le debolezze e la frammentazione degli interventi pubblici a sostegno di queste esperienze, favorendo anche i collegamenti e il dialogo fra i diversi attori del sistema. Il ruolo degli chef in questo contesto diventa strategico: sono gli ambasciatori della cucina italiana e del nostro Made in Italy. Il Food Act ci aiuterà ad essere ancora più forti e coordinati».

Perché il Food Act
Il Food Act indica le prime azioni di sistema perseguibili con un lavoro coordinato da parte delle istituzioni in sinergia con gli attori dell’esperienza enogastronomica italiana. Per ogni azione è individuato un soggetto capofila e vengono creati dei focus specifici con gruppi di lavoro dedicati.

Di seguito i primi fondamentali obiettivi:

  • valorizzare in una nuova e più forte prospettiva le connessioni tra agricoltura, produzioni enogastronomiche, ristorazione, cultura e turismo;
  • aumentare la visibilità commerciale e l’attrattività dei territori;
  • puntare sull’internazionalizzazione, attraverso la presentazione unitaria dell’offerta enogastronomica e della ristorazione italiana di qualità;
  • sviluppare nuova consapevolezza e nuova conoscenza che, partendo dall’educazione alimentare dei più giovani, arrivi allo sviluppo delle competenze manageriali degli operatori del settore;
  • promuovere la conoscenza delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane;
  • diffondere i valori del modello nutrizionale della Dieta Mediterranea.

Forum della cucina italiana ad Expo 2015 (credito foto: La Repubblica)
Forum della cucina italiana ad Expo 2015 (credito foto: La Repubblica)

Le prime 10 azioni del Food Act
1. CHEF AMBASCIATORI DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO
Obiettivo: un’azione di promozione sui mercati esteri coordinata con il Piano di internazionalizzazione del Governo e identificata con il segno unico “The Extraordinary Italian Taste”. Portare entro il 2020 l’export agroalimentare a toccare quota 50 miliardi di euro. In questo contesto si prevede il coinvolgimento dei principali chef italiani per promuovere il Paese negli eventi di alto valore rappresentativo. Focus specifico su Usa, Russia e Cina.

2. VALORIZZARE LE ECCELLENZE ITALIANE E LA DIETA MEDITERRANEA
L’obiettivo è rafforzare la consapevolezza delle potenzialità del patrimonio agroalimentare italiano. Coinvolgere influencer internazionali per la costruzione di un messaggio coordinato. Promuovere la conoscenza delle eccellenze agroalimentari italiane, in particolare quelle riconosciute dai sistemi di tutela pubblici (Dop, Igp e Biologico), attraverso un utilizzo in cucina che sia anche aderente ai valori della Dieta mediterranea, evidenziando allo stesso tempo la differenza con i prodotti “Italian sounding”.

3. POTENZIAMENTO DELLA DISTRIBUZIONE DEL VERO MADE IN ITALY AGROALIMENTARE
Obiettivo: favorire l’attivazione di piattaforme logistico distributive come strumento fondamentale per l’incremento dimensionale e competitivo delle nostre imprese. Il tema cardine è garantire un migliore approvvigionamento all’estero di materie prime realmente provenienti dall’Italia, in particolare per le reti di ristorazione italiana nel mondo.

4. ALTA CUCINA, ALTA FORMAZIONE
Sul profilo formativo è necessario colmare il gap del sistema, puntando sullo sviluppo di competenze economiche e imprenditoriali. Rafforzare i poli di formazione settoriale già esistenti e istituirne di nuovi maggiormente specializzati è una delle priorità del Food Act.

5. ESTENSIONE UTILIZZO STAGE PER LA RISTORAZIONE DI QUALITÀ
Si lavora per superare i vincoli dell’attuale legislazione attraverso la revisione delle linee guida in materia di tirocini approvati dalla Conferenza Stato Regioni che fissano i limiti quantitativi relativi al numero di tirocinanti in relazione la numero dei dipendenti delle singole aziende, senza alcuna differenziazione rispetto all’incidenza formativa dell’esperienza.

6. PIÙ AGGREGAZIONE NELLA FILIERA E NELLA RISTORAZIONE
Il piano sosterrà le aggregazioni nella filiera mediante le reti d’impresa attraverso strumenti come il credito d’imposta proposto con “Campolibero”. Verrà studiata la sua estensione a imprese operanti nel settore della ristorazione, verificando la compatibilità con la normativa europea in materia di aiuti di Stato e il fatto che si tratta di imprese, di norma micro e piccole, che operano nel commercio la cui competenza esclusiva è delle Regioni.

7. DARE CREDITO ALLA CUCINA ITALIANA GIOVANI
Uno dei punti cardine riguarda lo sviluppo di strumenti di credito idonei a soddisfare le particolari esigenze del mondo della ristorazione di alta qualità. Favorire, anche in accordo con le Regioni, condizioni di credito agevolato da rivolgere ai giovani under 40, in possesso di particolari requisiti, per il subentro nelle aziende di ristorazione per il ricambio generazionale anche in cucina.

8. RAFFORZARE BINOMIO TURISMO-RISTORAZIONE DI QUALITA’ PER PROMUOVERE I TERRITORI
Collegare l’offerta enogastronomica a percorsi turistici di qualità, promuovendo i prodotti agroalimentari dei territori, valorizzando anche i collegamenti con la ristorazione locale di qualità, l’hotellerie e il turismo culturale. Con questo obiettivo verranno individuati strumenti di supporto e coordinamento per rafforzare l’offerta turistica in chiave culturale / paesaggistica / enogastronomica.

9. CUCINA ITALIANA DI QUALITÀ CERTIFICATA
Per valorizzare meglio la cucina di qualità si valuteranno percorsi di riconoscimento, che garantiscano il consumatore, e permettano uno sviluppo del settore orientato da politiche regionali di promozione di qualità, trasparenza, unicità dei prodotti.

10. CUCINA ITALIANA COME CULTURA, IDENTITÀ, EDUCAZIONE, INCLUSIONE
Si punta a valorizzare il legame tra cucina e cultura, identità, educazione e inclusione. Questa azione prevede la promozione di iniziative che abbiano un ampio raggio: dall’educazione alimentare nelle scuole, per la promozione di valori come la sostenibilità ambientale, la lotta agli sprechi e il rispetto del cibo, fino alla valorizzazione culturale della nuova cucina italiana. Ultimo punto è dedicato all’accessibilità anche per le fasce più deboli, dando continuità a progetti di assistenza agli indigenti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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