Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
sabato 27 aprile 2024  | aggiornato alle 16:17 | 104832 articoli pubblicati

L'olio di palma fa male? Ancora dubbi... E una campagna ne esalta le qualità

Alcuni quotidiani nazionali riportano una pubblicità, promossa da Aidepi, che celebra i pregi dell’olio di palma, tra cui la sua origine naturale. Il Fatto Alimentare, e non solo, continua a sostenere la sua nocività

 
03 settembre 2015 | 11:42

L'olio di palma fa male? Ancora dubbi... E una campagna ne esalta le qualità

Alcuni quotidiani nazionali riportano una pubblicità, promossa da Aidepi, che celebra i pregi dell’olio di palma, tra cui la sua origine naturale. Il Fatto Alimentare, e non solo, continua a sostenere la sua nocività

03 settembre 2015 | 11:42
 

Nel bene o nel male l'olio di palma fa discutere, e la speranza è che continui a farlo soprattutto se in ballo c'è la salute dei consumatori. Ma se da una parte ci sono Il Fatto Alimentare, Coldiretti, il Movimento 5 Stelle, e anche Italia a Tavola - che ricordiamo ha aderito alla petizione contro l'olio di palma - a sostenere la nocività dell’olio tropicale, dall'altra c'è chi come Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta) investe 400mila euro per una campagna pubblicitaria sui quotidiani che esalta le qualità di questo olio.



Forse perché dopo la campagna lanciata da Il Fatto Alimentare per mettere un freno a questo grasso tropicale, le vendite di biscotti e snack confezionati hanno subito una drastica riduzione. Significa che il consumatore ha ascoltato e assimilato le informazioni sull'olio di palma e la maggior parte ha deciso di rinunciarci, ma Aidepi non ci sta e rilancia con una campagna che celebra l'origine naturale dell’olio in questione.

A questo punto ci si chiede per quale motivo le grandi aziende alimentari nascondono la dicitura “olio di palma” con quella “oli vegetali”. Non ve ne sarebbe motivo se l'olio di palma apportasse realmente i benefici citati dalla campagna pubblicitaria. Un caso emblematico è quello della Nutella di cui si è ampiamente discusso lo scorso giugno quando il ministro francese Ségolène Royal aveva dichiarato di smettere di mangiare la Nutella dato il suo alto contenuto di olio di palma.

I nutrizionisti infatti sconsigliano il consumo di olio di palma, poiché se eccessivo potrebbe aumentare il rischio di danni cardiovascolari. Non si fatica a crederlo considerando che l’olio utilizzato nei dolci e nei prodotti da forno spesso viene estratto dal frutto con solventi, decolorato, deodorato e deacidificato. Senza contare il danno ambientale causato dalla coltivazione dell'olio di palma: molte foreste subiscono dei danni notevoli per lasciare spazio alle piantagioni.

L'immagine della campagna publicitaria di Aidepi

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali

08/09/2015 17:28:44
1) Acido palmitico
Alberto, al largo da ogni interesse, il gruppo industriale di cui faceva ampio uso per la produzione di un sapone meraviglioso che si autososteneva (Nidra, ex Rumianca, ceduto a multinazionale che ha comperato per godere dei marchi di SIR-Rovelli) anche in periodo di crisi per la sua qualità eccellente rispetto ai saponi da acidi grassi meno nobili, a base stearica. Difatti in US e in Asia la base dei saponi di toilette era analogamente quella palmitica! Durante la crisi investimmo qualche risorsa per installare una linea continua di saponificazione e riprendere attivamente la proposta al mercato sotto gli occhi invidiosi della concorrenza internazionale: x tonnellate al giorno, quotazioni delle materie prime per cosmetica sul mercato internazionale, scalo di approdo e stoccaggio Marsiglia! Se vuoi cerco tutto, ma del palmitico nell'alimentazione non l'ho mai visto anche se mi aspetto che possa essere parte di eccipienti grassi digeribili ed inerti... Siccome costa rispetto ad altri acidi grassi base per la cosmetica, qualcuno forse ha fatto pratiche facili per introdurlo nell'alimentazione! Ma in Italia a chi importa? Io lascerei perdere, altrimenti sarei pronto a farti uno studio ad hoc sulla competitività alimentare, a migliaia di km di distanza dalla aree di produzione! Ciao, forse un po' più di cultura sarebbe utile... ai lettori!
Vincenzo Lo Scalzo
Professionista, consulente free lance
Lo Scalzo Associates snc


Union Camere

Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Prugne della California

Schar
Cattel
Senna