Una decisione difficile che potrebbe ripercuotersi sul turismo e quindi sull’economia della Regione Sardegna. Ryanair ha deciso di abbandonare l’aeroporto di Alghero e quindi di lasciare “da sola” l’isola. I sindaci di Sassari e Alghero hanno puntato il dito contro Francesco Pigliaru (Pd) alla guida della Regione, incolpandolo di non aver cercato a sufficienza di ritrattare la decisione presa dalla compagnia aerea.
Se si è curiosi di scoprire per quale ragione Ryanair abbandona Alghero, dopo aver già rinunciato a Pescara, bisogna guardare direttamente a Roma, e tornare indietro al mese di febbraio, quando il governo Renzi ha aumentato di 2,5 euro la tassa comunale per ogni biglietto aereo. Mentre a Roma il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, incontra i vertici Ryanair e le regioni interessate, i due sindaci sarebbero dalla loro tentati di prendere letteralmente un aereo, per volare in Irlanda e personalmente tentare di dissuadere i vertici della compagnia.
E non sarebbe uno sbaglio in effetti: senza Ryanair, l’aeroporto di Alghero dovrebbe rinunciare al 71% dei passeggeri che normalmente ci passano, con la conseguente perdita di un giro d’affari pari a 250 milioni di euro. Non c’è più tempo: «Lavoriamo sotto traccia - diconoi primi cittadini Nicola Sanna e Mario Bruno nello scontro con l’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana - da mesi. Ora vogliamo sederci anch noi ai tavoli in cui si discute. Perché la posta in gioco è altissima».
Qualche soluzione, la si ipotizza. Sogeaal, la società che gestice l’aeroporto sardo in questione, chiama in aiuto Alitalia, che potrebbe gestire le tratte per Spagna, Francia e Germania almeno per l’estate. Ma non sarebbe la stessa cosa, e i primi cittadini di Alghero e Sassari lo sanno bene. E anche se il ministro Delrio ribatte «Non si va via per 2,5 euro», Ryanair fa quello che le pertiene in effetti di professione: prende il volo.