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Sei denominazioni, un unico Consorzio Il Friuli Venezia Giulia prepara la fusione

Sei dei sette Consorzi Doc del Friuli Venezia Giulia entro fine anno si uniranno sotto un’unico sistema che non cancellerà le tradizionali denominazioni, ma semplificherà la burocrazia. Momentaneamente fuori il Collio

 
21 febbraio 2017 | 12:18

Sei denominazioni, un unico Consorzio Il Friuli Venezia Giulia prepara la fusione

Sei dei sette Consorzi Doc del Friuli Venezia Giulia entro fine anno si uniranno sotto un’unico sistema che non cancellerà le tradizionali denominazioni, ma semplificherà la burocrazia. Momentaneamente fuori il Collio

21 febbraio 2017 | 12:18
 

Entro la fine del 2017 sarà creato un solo Consorzio delle Doc in Friuli Venezia Giulia grazie alla fusione di 6 tra i 7 Consorzi attivi al momento. Da questa unione si è tirato fuori il Collio il quale tuttavia sta riflettendo sulla possibilità di aderirvi. La “fusione” è stata attuta con l’intento di razionalizzare le procedure, di integrare meglio le varie zone vitivinicole della regione, di avere più peso nei confronti degli interlocutori e di lavorare con efficacia sulla promozione, ancora troppo debole.

Detto ciò le denominazioni classiche non cesseranno di esistere: in etichetta resteranno quindi i nomi di sempre come Colli Orientali, Annia, Grave, Isonzo. La semplificazione sarà esclusivamente burocratica, saranno tagliate diverse “poltrone” di presidenti, vice e consiglieri dei vari enti.

In sei sotto un unico Consorzio delle Doc Il Friuli Venezia Giulia prepara la fusione

«Stiamo lavorando all’integrazione dei Consorzi - conferma al Messaggero il presidente delle Doc regionali e direttore della Cantina di Casarsa Paolo Biscontin - le sensazioni sono buone, molti operatori sono convinti di questo passo, vediamo quale può essere il percorso migliore. La fusione comunque si realizzerà in tempi abbastanza brevi, entro l’anno dovremmo farcela. È un’esigenza sentita da tutti, da sei vecchi soggetti ne resterebbe uno solo, mi sembra un passo avanti importante. Il Collio per ora va per conto suo, ci hanno detto che preferiscono aspettare e vedere come si svilupperanno le cose, ma non hanno chiuso a priori. Con l’avvio della Doc Friuli è doveroso aprire una strada di più stretta collaborazione in questa regione. Ci sono aspetti tecnici su cui lavorare e poi c’è la promozione da portare avanti con forza per farci conoscere di più all’estero».

I vini Doc e Docg del Friuli, in tema di export, vanno bene e lo conferma anche l’ultimo rapporto Ismea riguardo i prezzi delle varietà. Sembravano due vini destinati alla decadenza, invece il 2016 ha ridato, a sorpresa, impulso al Friulano (il vecchio e mai dimenticato Tocai) e al Cabernet. I prezzi al quintale di queste due uve hanno ripreso una forte tendenza al rialzo, dopo continui ridimensionamenti. Nella categoria Doc e Docg il Friulano ha toccato quota 105 euro al quintale (+23% rispetto al 2015). Ottima pure la performance di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon che da 78 è balzato a 95 euro il quintale. Segno positivo, anche se con aumenti meno eclatanti, per Pinot grigio (130 euro a quintale, +5,5%), Sauvignon (125 euro, +6,9%) e Merlot (80 euro, +7,2%).

Stabili lo Chardonnay (95 euro, +0,5%) e il Pinot bianco (80 euro, -1,2%). Resta molto sostenuto il prezzo del Prosecco che nel 2016 ha toccato i 207 euro per quintale, con una crescita del 17,4%.

Per informazioni: www.consorziodocfvg.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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