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Conoscere e cucinare frutti dimenticati Viaggio nel tempo con Morello Pecchioli

Il libro “I frutti dimenticati” del noto giornalista e scrittore presenta prodotti della terra che facevano parte della dieta quotidiana dei nonni e che oggi possono essere recuperati e riproposti in ricette creative

di Mariella Morosi
 
17 agosto 2017 | 17:31

Conoscere e cucinare frutti dimenticati Viaggio nel tempo con Morello Pecchioli

Il libro “I frutti dimenticati” del noto giornalista e scrittore presenta prodotti della terra che facevano parte della dieta quotidiana dei nonni e che oggi possono essere recuperati e riproposti in ricette creative

di Mariella Morosi
17 agosto 2017 | 17:31
 

Dopo il successo del suo libro “Le verdure dimenticate”, che ha riproposto al grande pubblico il valore gustativo e nutrizionale di varietà come scorzonera, tarassaco o pastinaca, Morello Pecchioli colma l’altra grande lacuna: quella dei frutti di una volta, scomparsi dalle fruttiere contemporanee. Lo fa per la stessa collana “Sapori e fantasia” di Gribaudo/Feltrinelli, con il volume dal titolo “I frutti dimenticati” (199 pagine, 14,90 euro).

Chi oggi conosce il gusto di una giuggiola, di un mirabolano, di una sorba o di una biricoccola? Nomi strani, incontrati - e solo da pochi - sfogliando storici testi di cucina. Spontanei o coltivati, questi frutti saporiti facevano parte della dieta quotidiana dei nonni e, usati per la preparazione di marmellate o seccati, costituivano una preziosa risorsa per l’inverno. Morello Pecchioli ce li ripropone con illustrazioni, firmate Stefano Trainito, ispirate a quelle degli antichi erbari, che ci aiutano a riconoscerli, e chissà, anche a scatenare qualche piccolo flash nella memoria. Per ogni frutto ci sono indicazioni sul territorio di origine, sulla storia, sulle caratteristiche e sulle proprietà nutrizionali.

Conoscere e cucinare frutti dimenticati Viaggio nel tempo con Morello Pecchioli

Ha visto giusto, questo giornalista di lungo corso, competente e curioso, nell’approfondire per il grande pubblico un tema di grande attualità, oggetto di un vero e proprio revival grazie al crescente interesse per le biodiversità insieme a quello per la nuova cultura gastronomica. E poi questi frutti non sono introvabili. Basta cercarli, nei boschi, nei farmer market o - perché no - piantarli in giardino o sul balcone di casa con i semi e gli arbusti acquistati nei vivai specializzati. Inoltre da anni a Casola Valsenio (Ra), sull’Appennino romagnolo, si celebra la grande Festa dei frutti dimenticati.

Sono stati abbandonati a favore di colture più produttive, meglio adattabili alle logiche di raccolta e trasporto e sacrificate dalla grande distribuzione sull’altare dell’omologazione. Ma sono buoni, vitaminici e valorizzano molti piatti in cucina. Lo dimostrano le 70 ricette con i frutti perduti riportate nel libro, come il Budino di carruba, la Torta di corniole, le Ciliegie bianche fritte o la Carbonara con i fichi secchi.

Morello Pecchioli non si limita a scrivere, ma non esita a mettersi in gioco anche in cucina. Insieme a Dimitri Mattiello, giovane patron del Dimitri Restaurant di Altavilla Vicentina, ha recentemente indossato la toque e si è improvvisato chef preparando fantasiose ricette a base di pastinaca o carota bianca, diffusissima in Europa prima che dal Nuovo Mondo arrivasse la patata. Anche la scorzonera, usatissima nel Medioevo, e i carciofi selvatici sono entrati in alcuni piatti che resteranno in menu. Ora ci aspettiamo dall’autore analoghe performance con questi gustosi frutti minori.

Collezionista di premi e riconoscimenti - l’ultimo a Ischia per la “Narrazione Enogastromica” - Morello Pecchioli, che è stato definito “archeogastronomo”, combatte da sempre l’analfabetismo enogastronomico. Firma de L’Arena di Verona, ha scritto numerosi libri, tra cui “Il Bianco di Custoza”, “Il Rosto e l’Alesso”, “La cucina veronese tra l’occupazione francese e quella austriaca”, “La giovinezza di Angelo Messedaglia”, “Berto Barbarani, il poeta di Verona”, “La Cantina sociale di Negrar”, “La cantina sociale della Valpolicella” e “L’ABC dell’Amarone”. Ha collaborato alla Guida ai ristoranti per L’Espresso, “Civiltà del bere” e “Papageno”. Per il Comune di Valeggio sul Mincio ha ideato nel 1993 la Cena sul Ponte Visconteo, divenuta poi Festa del Nodo d’Amore, che da 23 anni mette a tavola 3.500 persone. Il suo cliccatissimo blog “Goloso&Curioso”, non poteva che chiamarsi così, come lui stesso si definisce.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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