È la più grande isola delle Antille, di origine vulcanica, colonizzata per la prima volta dalla Spagna nel 1500, ha cambiato varie volte bandiera ma per ultima è stata la Francia a perseguire il suo dominio. Oggi ne è un suo partimento d’oltre oceano.

In queste fertilissime terre, circondate da spiagge meravigliose, si coltiva ancora la canna da zucchero, utilizzato per produrre zucchero e soprattutto per ottenere il prestigioso rum agricolo. Quando si parla appunto di rum agricolo viene subito in mente la Martinica come collegamento naturale. I primi documenti dove si parla di alambicchi e distillazioni sono datati alla metà del 1600, mentre la prima distillazione dignitosa è datata 1694 da parte del Padre Labat che utilizzò un alambicco del tipo Charentaise importato dalla zona del Cognac Francese.
All’epoca esisteva solo il rum di melassa perché il succo serviva tutto per la produzione dello zucchero esportato in tutta Europa. Solo alla fine del 1800, dopo il crollo di questo commercio, si iniziò a produrre il rum agricolo, cioè da solo succo vergine di canna, il cosiddetto “Vesou”. Nel 1996 si decise di mettere una guida nella produzione di questo distillato e venne creata la Aoc, Appellation d’Origine Controlè Martinique, una Doc specifica che impone chiarezza e regole produttive da rispettare.

Si parte dai 12 tipi di canne ammesse alla produzione, dal grado zuccherino, all’acidità, i tipi di lieviti ammessi, l’utilizzo della sola colonna creola come strumento di distillazione, i gradi dell’alcol, i tipi di contenitori per l’invecchiamento e i relativi tempi minimi di sosta in essi. Sono rimasti pochi oggi i marchi prodotti, tra i più famosi troviamo Bally, prodotto da St.James, Depaz che distilla e invecchia per conto suo così come Neisson e Saint James, La Mauny, che produce anche per Trois Riviere, La Favorite e J.M.. La distilleria Du Simon che distilla per Clèment e Habitation St.Etienne.