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Hedonis Feudo Arancio Un sorso di Sicilia

 
14 novembre 2018 | 09:54

Hedonis Feudo Arancio Un sorso di Sicilia

14 novembre 2018 | 09:54
 

Nei primi anni Duemila il Gruppo Mezzacorona, 3ª realtà vinicola italiana per fatturato, decide di investire in Sicilia acquisendo prima una proprietà a Sambuca (Ag), poi un’altra ad Acate (Rg). Nasce così Feudo Arancio.

Due cantine modello che insieme superano i mille ettari, di cui circa 700 a vigneto. Si tratta di due aziende collocate nelle zone più vocate per la viticoltura in Sicilia. L’obiettivo era quello di ottenere vini dalla personalità ricca ed armonica.

(Hedonis Feudo Arancio Un sorso di Sicilia)

Sul versante della composizione varietale, gli assi strategici erano due: da un lato la valorizzazione dei vitigni tipici, in primis Nero d’Avola, Grillo e Inzolia; dall’altro la sperimentazione legata agli internazionali, quali Pinot Grigio, Pinot Nero, Chardonnay, Viognier, Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon. Sono state cioè introdotte le varietà che si conoscevano meglio, sulle quali Mezzacorona aveva già stata maturato una grande esperienza e competenza, sia in termini agronomici sia in termini commerciali.

Le uve sono allevate e vinificate utilizzando le tecnologie di ultima generazione, ma insieme con tutta la passione che caratterizza gli agricoltori dell’isola. Si ricerca l’autenticità territoriale, per ritrovare a ogni sorso il gusto della Sicilia più vera.

(Hedonis Feudo Arancio Un sorso di Sicilia)

Fin da subito l’azienda ha dimostrato una particolare attenzione alla ecosostenibilità. L’impronta “green” si concretizza nella lotta integrata in campo e nella gestione dei terreni tramite l’inerbimento, ma anche nell’utilizzo sistematico di energie rinnovabili e nell’ottimizzazione dei consumi idrici. Feudo Arancio è stata una delle prime aziende siciliane ad ottenere la certificazione ambientale Emas e oggi le cantine risultano “neutre” in termini di utilizzo dell’energia elettrica, ovvero ne producono circa quanta ne consumano. Dalle vigne del Trentino è stato anche “esportato” il sistema agronomico della confusione sessuale per combattere alcuni insetti dannosi.

Molte etichette sono costituite da monovarietali tutti Sicilia Doc, in altri casi nascono dalla felice unione di un’uva locale e una internazionale. È il caso dei vini di punta aziendali, il bianco Dalila (Grillo, Viognier) e il rosso Cantodoro (Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon).

(Hedonis Feudo Arancio Un sorso di Sicilia)

La novità è rappresentata però da un monovarietale. Si tratta di Hedonis, un purosangue a base di Nero d’Avola in purezza, la più importante Riserva prodotta da Feudo Arancio. Circa il 50% del vino, dopo la fermentazione malolattica, matura in barrique nuove di rovere francese e rovere americano per 18-20 mesi. La seconda parte delle uve è invece sottoposta ad appassimento in cella con controllo della temperatura e umidità per circa 40-45 giorni e poi conservato in acciaio per 18-20 mesi. Alla fine del periodo di maturazione le due masse vengono assemblate creando un connubio aromatico distintivo, ricco ed elegante.

Hedonis esprime un profilo aromatico estremamente ampio con note di frutta rossa appassita (prugna, ciliegia e lampone), mostarda e spezie dolci, con sentori di vaniglia, mandorla e tabacco che derivano dalla maturazione in legno. Al palato esprime una struttura possente ma vellutata, viscosa e succosa con tannini morbidi e dolci.

Per informazioni: www.feudoarancio.it - www.mezzacorona.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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