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Xylella, blitz aereo di Centinaio: «La colpa è anche dello Stato»

«La Xylella è arrivata in Salento perché i confini dell’Europa non sono sicuri». Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio che lunedì mattina ha sorvolato l’area della Puglia colpita dal batterio colpevole, in due anni, di aver devastato 165 chilometri di piantagioni di ulivi tra le province di Brindisi e Lecce.

20 maggio 2019 | 16:56
Xylella, blitz aereo di Centinaio: 
«La colpa è anche dello Stato»
Xylella, blitz aereo di Centinaio: 
«La colpa è anche dello Stato»

Xylella, blitz aereo di Centinaio: «La colpa è anche dello Stato»

«La Xylella è arrivata in Salento perché i confini dell’Europa non sono sicuri». Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio che lunedì mattina ha sorvolato l’area della Puglia colpita dal batterio colpevole, in due anni, di aver devastato 165 chilometri di piantagioni di ulivi tra le province di Brindisi e Lecce.

20 maggio 2019 | 16:56
 

«La Xylella è arrivata in Salento perché i confini dell’Europa non sono sicuri». Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio che lunedì mattina ha sorvolato l’area della Puglia colpita dal batterio colpevole, in due anni, di aver devastato 165 chilometri di piantagioni di ulivi tra le province di Brindisi e Lecce.

La ricognizione che il ministro Centinaio ha compiuto insieme al presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, arriva a nemmeno una settimana dall’annuncio dell’Efsa, secondo cui non sarebbe ancora stata individuata una cura per la malattia. Da Gian Marco Centinaio è arrivata anche un’ammissione di colpa, dovuta al fatto che, nonostante l’emergenza conclamata, neppure lo Stato italiano si è adoperato in maniera adeguata per arginare il fenomeno: «Chiedo scusa alla Puglia perché lo Stato - ha detto, partecipando all’assemblea degli agricoltori di Coldiretti in corso a Lecce - in questi anni ha voltato la faccia dall'altra parte. E chiedo scusa non come cittadino, ma come ministro dell'Agricoltura e come rappresentante dello Stato italiano».

(Xylella, blitz aereo di Centinaio: «La colpa è anche dello Stato»)
Gian Marco Centinaio (foto: Ansa)

Centinaio si è poi soffermato sulle impressioni raccolte durante il sorvolo dell’area: «Sembra una regione avvolta da una ragnatela, è impressionante - ha aggiunto - sorvolando queste aree mi è venuta la pelle d'oca e più l'elicottero si soffermava su questi alberi diventati ormai dei tronchi bruciati e più mi arrabbiavo. Purtroppo i tempi della macchina burocratica per dare una riposta immediata si sono allungati perché in Italia c'è un mostro che mi fa schifo, un mostro che se gli tagli una testa gliene escono subito altre due, ed è la burocrazia».

La malattia, intanto, procede al ritmo di due chilometri al mese e rischia di infettare le piantagioni di tutta Europa. Nel frattempo Colidiretti fa sapere che sono aumentate del 7,5% le importazioni di olio extravergine di oliva in Italia provenienti per quasi i tre quarti dalla Spagna.

(Xylella, blitz aereo di Centinaio: «La colpa è anche dello Stato»)

Nel 2019 si dirà addio a 6 bottiglie di extravergine Made in Italy su 10 sugli scaffali dei supermercati per effetto del crollo del 57% della produzione che scende ad appena 185 milioni di chili, secondo l’analisi della Coldiretti. «Per la prima volta nella storia – sottolinea l’organizzazione in una nota – la produzione nazionale è inferiore a quella di Grecia e Marocco, si avvicina a quella della Turchia mentre la Spagna allunga la distanza con ben 1,6 miliardi di chili e raggiunge un quantitativo quasi 9 volte superiore.  Senza interventi strutturali l’Italia  rischia di perdere per sempre la possibilità di consumare extravergine nazionale con effetti disastrosi sull’economia, il lavoro, la salute e sul paesaggio».

«Per rimanere competitivi e non essere condannati all’irrilevanza in un settore fondamentale per il made in Italy - ha detto il presidente di Coldiretti - deve partire al più presto il Piano olivicolo nazionale per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, anche per realizzare nuovi impianti, così come è stato fatto da altri Paesi nostri concorrenti».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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