Le nostre tavole e i ristoranti non rischiano solo di abbondare di falsi alimentari, cioè prodotti contraffatti, ma anche di falsi culinari. Le ricette della tradizione gastronomica italiana, infatti, sono sempre più spesso tradite non solo all'estero, dove ha ormai raggiunto i contorni contro-tradizione, ma anche in Italia. A svelarlo sono i risultati di una ricerca dell'Accademia italiana della cucina, presentati a Milano e contenuti nel volume 'Il falso in tavola”.
Sapevamo che era un fenomeno molto diffuso all'estero. Ora, grazie alla ricerca sul campo dell'Accademia attraverso le sue 290 delegazioni presenti in tutto il mondo, scopriamo che l'imitazione maldestra delle nostre ricette tipiche è pratica diffusa anche in Italia: su 530 segnalazioni di ricette 'taroccate”, ben 360 (oltre il 70%) arrivano dal nostro Paese. Al primo posto troviamo i risotti, seguono la pasta alla carbonara, al pesto, tortellini e costoletta alla milanese. Ma non vengono risparmiate neanche le ricette regionali: dalla pasta alla Norma al vitello tonnato, dal brodetto di pesce all'erbazzone, dalla bagna caoda ai cannoli siciliani. Le ricerca dell'Accademia conferma anche il tradimento della ricetta italiana all'estero: 170 i casi di falsi culinari. Oltre a USA, Canada e Australia risultano anche Germania, Irlanda, Portogallo e Finlandia. Il falso alimentare e culinario, dalla sofisticazione dei cibi alla frode alimentare fino all'ultima frontiera di tradimento, è condensato nel libro realizzato dall' Accademia in collaborazione con il Comando dei Carabinieri per la tutela della salute - NAS dal significativo titolo 'Il falso in tavola. Una mistificazione da conoscere e contrastare”.
Il volume è stato presentato al Circolo della stampa di Milano dal presidente dell'Accademia Giovanni Ballerini, dal tenente colonnello dei NAS Demetrio Conti, da Paolo Petroni del Centro studi dell'Accademia e dal giornalista e accademico Gianni Fossati. Nel 2007 ammonta a 22 milioni di euro il valore dei sequestri effettuati dal ministero a seguito di 39.500 ispezioni registrate. Nello stesso periodo i NAS hanno svolto 28.173 ispezioni accertando infrazioni di cui 8.787 di valenza amministrativa e 5.559 di rilevanza penale. La più bistrattata a livello mondiale è in ogni caso la pasta alla carbonara, dove il guanciale perde il posto a favore del prosciutto cotto e l'uovo è sostituito dalla panna, mentre in Italia il 'privilegio” spetta ai risotti. «Mangiare un piatto falsificato - ha spiegato Giovanni Ballarini (nella foto), presidente dell'Accademia - non è pericoloso per la nostra salute, ma per quella della nostra gastronomia, un settore importante della nostra economia che rischia di perdere credibilità».
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