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Una carta d'identità per il cibo La proposta degli agricoltori al G8

19 marzo 2009 | 18:12
Una carta d'identità per il cibo 
La proposta degli agricoltori al G8
Una carta d'identità per il cibo 
La proposta degli agricoltori al G8

Una carta d'identità per il cibo La proposta degli agricoltori al G8

19 marzo 2009 | 18:12
 

Una "carta d'identità" per il cibo. è quanto si sono promessi i rappresentanti delle organizzazioni agricole al G8 Farmers meeting di Roma. Nel documento comune emerge la necessità di avere standard di sicurezza, di preservare l'ambiente e rilanciare l'agricoltura per risolvere la fame nel mondo

Di fronte alla crisi occorre assicurare l'approvvigionamento alimentare contro i rischi di nuove carestie e proteggere i cittadini dal moltiplicarsi delle emergenze sanitarie con una "carta di identità internazionale del cibo" sostenuta da un sistema di rintracciabilità degli alimenti e da standard di sicurezza comuni. è quanto è emerso dalla dichiarazione comune formulata al termine del G8 Farmers meeting, il primo vertice mondiale degli agricoltori dei Paesi appartenenti al G8 che si è svolto a Roma su iniziativa di Coldiretti. La dichiarazione è stata consegnata al direttore generale della Fao, Jacques Diouf.

 Standard internazionali per una maggiore trasparenza nella catena alimentare
Creazione di standard internazionali per la sicurezza alimentare, un efficace sistema di tracciabilità e l'applicazione di regole trasparenti sono, insieme alla creazione di riserve di prodotti agricoli per permettere un riequilibrio della domanda e dell'offerta, alcune delle proposte formulate dal 'G8 Farmers meeting” per garantire una quantità adeguata di cibo al giusto prezzo alla popolazione mondiale. L'obiettivo è fermare le speculazioni sui prezzi dei prodotti agricoli ed alimentari, come quella che si è verificata sul prezzo del grano che è costata 200 miliardi di dollari in un anno a cittadini ed agricoltori ed evitare il ripetersi di emergenze come quelle del latte cinese alla melamina che si è diffusa in tutto il mondo.

Gli agricoltori di Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti e Italia chiedono ai «Governi dei Paesi del G8 di mettere in atto politiche e investimenti volti a favorire la crescita delle loro agricolture, oltre a tenere presenti le necessità delle imprese agricole dei Paesi in via di sviluppo e delle loro popolazioni». Si tratta di «assicurare la sovranità, l'approvvigionamento alimentare e un'adeguata offerta di prodotti agricoli, per far fronte alla domanda di una popolazione mondiale che raggiungerà i 9 miliardi entro il 2050».

Prodotti agricoli diversi dalle commodities
«I prodotti agricoli - sostengono gli agricoltori del G8 - riguardano un aspetto fondamentale del genere umano, come l'alimentazione, e non possono essere trattati come tutte le altre commodities». Ad esempio l'acquisto di cibo a differenza delle automobili non può essere rinviato da un anno all'altro e va dunque «favorito un approccio graduale nel dibattito sulla liberalizzazione degli scambi internazionali che tenga conto delle differenze socio-economiche ed ambientali delle diverse realtà e la necessità di garantire la coesistenza di diversi modelli di agricoltura in tutto il mondo».

 Una soluzione per la fame nel mondo
La sfida è quella di «far fronte alla crescente necessità della popolazione mondiale di generi alimentari dovrà integrarsi con quella della preservazione della biodiversità e la conservazione dell'ambiente, riconoscendo il ruolo sociale ricoperto dall'impresa agricola multifunzionale e di strumenti volti alla organizzazione del mercato (cooperative, iniziative volte a favorire i farmer market ecc) che promuovono un equilibrio sia dell'offerta che dei prezzi».

Dall'inizio del secolo scorso, il 75% della biodiversità genetica delle colture agricole è andata perduta e nel mondo attualmente solo quattro piante commestibili (mais, riso, grano e patate) forniscono il 60% dell'energia alimentare mondiale, anche se ci sono tra le 7.000 e le 10.000 specie. L'agricoltura svolge già un importante ruolo nell'attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici e nel ridurre l'emissione di gas effetto serra. Ciò dovrà essere ulteriormente incoraggiato attraverso politiche efficaci per la valorizzazione delle produzioni locali a bassa emissione di anidride carbonica ma «le organizzazioni agricole dei Paesi del G8 ribadiscono la necessità di promuovere l'utilizzo di energie rinnovabili, per un reale sviluppo sostenibile dell'economia globale».

Zaia: una nuova etica per l'agricoltura
«Chiederemo alla comunità internazionale che le commodities e quindi i prodotti agricoli, cioè il cibo, restino fuori dalla speculazione dei mercati finanziari. Il grano e le derrate alimentari non possono essere soggetti alle speculazioni del mercato». Questo il commento del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia.
«La sussistenza dei bambini - ha proseguito Zaia - non può essere lasciata in balia di speculazioni prive di ogni rapporto con l'economia reale. Non è ammissibile che qualcuno si arricchisca sulla fame del mondo. Serve una nuova etica per l'agricoltura se vogliamo veramente nutrire il mondo. La mia posizione è notoriamente contraria agli Ogm, infatti non credo alla storia che grazie a questo si risolverebbe il problema della fame. Noi siamo dalla parte dei contadini e sempre da quella di chi lavora».

 «Al G8 agricolo - conclude Zaia - che si svolgerà a Cison di Valmarino dal 18 al 20 aprile e che vedrà la partecipazione degli otto Grandi, dei Paesi del G5, Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica, dell'Egitto, dell'Unione Africana, di Australia e Argentina, oltre che della Banca Mondiale, della Fao, dell'Ifad, del Pam, dell'Ocse e dell'High Level Task Force delle Nazioni Unite per la sicurezza alimentare spetta un compito difficile. Compito però che sarà sicuramente facilitato dal vostro lavoro. Porterò il vostro documento in quelle sede e alla Maddalena».

Il documento comune
Al termine del summit mondiale i presidenti delle organizzazioni agricole dei Paesi del G8 hanno approvato un documento comune in cui si afferma che:

1) I presidenti delle organizzazioni agricole dei Paesi del G8 ritengono che l'agricoltura sia un elemento essenziale per lo sviluppo socio economico di ogni nazione.

2) L'attuale crisi economica mondiale ha reso necessario ridare all'agricoltura il suo ruolo di settore strategico nelle politiche economiche e di sviluppo. A tal proposito si rende necessario intensificare lo scambio di informazioni sulla situazione economica attuale e realizzare politiche a corto e lungo termine per porre rimedio all'attuale emergenza alimentare e per stimolare gli investimenti in agricoltura, nell'interesse dell'intera comunità internazionale. Queste politiche, inoltre, devono essere accompagnate da strategie di sviluppo, accordi sul commercio internazionale, politiche energetiche e misure contro le speculazioni.

3) Al fine di assicurare la sovranità, l'approvvigionamento alimentare e un'adeguata offerta di prodotti agricoli, per far fronte alla domanda di una popolazione mondiale che raggiungerà i 9 miliardi entro il 2050, è necessario che i Governi dei Paesi del G8 mettano in atto politiche e investimenti volti a favorire la crescita delle loro agricolture, oltre a tenere presenti le necessità delle imprese agricole dei Paesi in via di sviluppo e delle loro popolazioni.

4) I prodotti agricoli riguardano un aspetto fondamentale del genere umano, come l'alimentazione, e non possono essere trattati come tutte le altre commodities, perciò, l'aumento della produttività agricola e la competitività delle imprese agricole devono essere aspetti fondamentali delle politiche di sviluppo.

5) è opportuno e necessario promuovere azioni di riequilibrio della catena alimentare che contribuiscano alla valorizzazione/remunerazione delle produzioni agricole e che rappresentino anche un'occasione di reinserimento/promozione dei giovani nel mondo agricolo.

 6) Creare le condizioni per una migliore gestione degli stock internazionali che permetta un riequilibrio della domanda e dell'offerta ed il miglioramento del grado di auto approvvigionamento nei Paesi in via di sviluppo. Un mercato non regolamentato sarebbe fonte di costi sociali inaccettabili per le imprese agricole.

7) Incrementare costantemente il rapporto di fiducia tra imprese agricole e consumatori attraverso la creazione di standard internazionali per la sicurezza alimentare, basati su criteri scientifici condivisi, un efficace sistema di tracciabilità e applicazione di regole trasparenti che garantiscano una competizione leale sui mercati.

8) Andrebbe favorito un approccio graduale nel dibattito sulla liberalizzazione degli scambi internazionali che tenga conto delle differenze socio-economiche e ambientali delle diverse realtà e la necessità di garantire la coesistenza di diversi modelli di agricoltura in tutto il mondo.

9) La sfida volta a far fronte alla crescente necessità della popolazione mondiale di generi alimentari dovrà integrarsi con quella della preservazione della biodiversità e la conservazione dell'ambiente, riconoscendo il ruolo sociale ricoperto dall'impresa agricola multifunzionale e di strumenti volti alla organizzazione del mercato (cooperative, iniziative volte a favorire i farmer market ecc) che promuovono un equilibrio sia dell'offerta che dei prezzi.

10) L'agricoltura svolge già un importante ruolo nell'attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici e nel ridurre l'emissione di gas effetto serra. Ciò dovrà essere ulteriormente incoraggiato attraverso politiche efficaci per la valorizzazione delle produzioni locali a bassa emissione di CO2.

11) Le organizzazioni agricole dei paesi del G8 ribadiscono la necessità di promuovere l'utilizzo di energie rinnovabili per un reale sviluppo sostenibile dell'economia globale.


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