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Terremoto, fra crolli e chiusure ingenti danni al patrimonio culturale

I danni provocati dal terremoto in Abruzzo sono molto ingenti anche per il patrimonio culturale della regione. Lo rileva un documento del ministero dei Beni Culturali che fa un primo bilancio dopo i primi sopralluoghi all'Aquila ed in alcuni centri, per lo più al momento pericolanti e perciò chiusi

 
06 aprile 2009 | 17:57

Terremoto, fra crolli e chiusure ingenti danni al patrimonio culturale

I danni provocati dal terremoto in Abruzzo sono molto ingenti anche per il patrimonio culturale della regione. Lo rileva un documento del ministero dei Beni Culturali che fa un primo bilancio dopo i primi sopralluoghi all'Aquila ed in alcuni centri, per lo più al momento pericolanti e perciò chiusi

06 aprile 2009 | 17:57
 

 I danni provocati dal terremoto in Abruzzo sono molto ingenti anche per il patrimonio culturale della regione e i primi sopralluoghi all'Aquila, hanno tra l'altro registrato il crollo della parte absidale della Basilica di S. Maria di Collemaggio, dal transetto sino al fondo della chiesa, della cupola di Giuseppe Valadier della chiesa delle Anime Sante, del campanile della chiesa di San Bernardino. Crollato parzialmente anche il transetto del Duomo e crollata Porta Napoli.

é il primo bilancio comunicato da Giuseppe Proietti, segretario generale del ministero per i Beni e le attività culturali, in contatto con i funzionari locali «ma solo via telefonino, perché la direzione generale e le due Soprintendenze dell'Aquila non sono agibili». La fortezza spagnola che contiene il museo Nazionale e gli uffici delle due soprintendenze ha avuto infatti ingenti crolli al terzo piano ed è pericolante anche il ponte d'ingresso, per cui vi è precluso l'accesso ed è presidiato.

«Sono stati intanto già identificati i magazzini in cui mettere in sicurezza le opere danneggiate e quelle che sono in luoghi crollati o pericolanti», annuncia Proietti, aggiungendo che si sta costituendo una squadra di supporto con personale proveniente da altre soprintendenze di altre regioni. E' crollato anche il cupolino della chiesa di Sant'Agostino, uno dei monumenti del barocco aquilano, finito sul palazzo della Prefettura che è andato completamente in rovina, luogo dove era custodito l'Archivio di Stato dell'Aquila.

«Naturalmente crolli diffusi ci sono in tutta la città, con cornicioni, mura, pezzi di tetto che spesso ostruiscono le strade», ricorda sempre Proietti, che fa notare come invece la celebre facciata quattrocentesca della basilica di Collemaggio si sia salvata perché in restauro e sostenuta da grandi ponteggi. Ecco alcuni dati sui principali monumenti colpiti:

BASILICA DI SANTA MARIA DI COLLEMAGGIO. Fondata alla fine del XIII secolo dal futuro papa Celestino V, posta subito fuori le mura della città, è costituita da tre navate divise da pilastri che sorreggono arcate ogivali. Nella cappella in fondo alla navata destra è il sepolcro di Celestino V. La celebre facciata è della prima metà del XIV secolo, ricoperta da un insieme di masselli color bianco e rosso che la decorano con motivi geometrici.

CHIESA DI SANT'AGOSTINO. E' una delle maggiori testimonianze del barocco aquilano. A pianta centrale, sorse sul sito di un complesso del XIII secolo. A metà del Seicento venne arricchita con nuove cappelle e verso la fine del secolo trasformata da Francesco Bedeschini. Crollò per il terremoto del 1703 e venne ricostruita dall'architetto Giovan Battista Contini.

LA FORTEZZA SPAGNOLA. Fu costruita nel 1534 per volere del governo spagnolo che affidò la progettazione all'architetto Pirro Aloysio Scrivà. La struttura esterna si innalza a scarpa con mura spesse fino a 10 metri al piano di fondazione. Intorno al forte si trova un fossato. Il ponte in pietra di collegamento presenta quattro campate di cui l'ultima sostituisce l'originale tavolato a ribalta in legno.

MUSEO NAZIONALE D'ABRUZZO. Situato all'interno della Fortezza spagnola, nasce nei primi anni '50 dopo il restauro dell'architetto Umberto Chierici e unificò le raccolte del Museo Civico e di quello Diocesano, cui si aggiunse poi la collezione di dipinti dei secoli XVII e XVIII della famiglia Cappelli di Torano.

PORTA NAPOLI. Nota anche come Arco di trionfo, fu eretta nel 1548, in onore dell'imperatore Carlo V, su disegno di Giangiacomo dell'Acajala, ed era la più bella e antica della città.

Fonte: ANSA 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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