Menu Apri login

Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
giovedì 25 dicembre 2025  | aggiornato alle 00:27 | 116523 articoli pubblicati

Il vino vale un quarto del conto Meno etichette al ristorante

Il vino nella ristorazione italiana di qualità è stato messo sotto la lente d’ingrandimento da Verona Fiere che ha colto l’occasione del Vinitaly per avere un quadro completo ed approfondito. Una fotografia attuale che tiene conto anche dell’impatto delle misure anti alcol sul consumo di vino

 
13 aprile 2009 | 07:00

Il vino vale un quarto del conto Meno etichette al ristorante

Il vino nella ristorazione italiana di qualità è stato messo sotto la lente d’ingrandimento da Verona Fiere che ha colto l’occasione del Vinitaly per avere un quadro completo ed approfondito. Una fotografia attuale che tiene conto anche dell’impatto delle misure anti alcol sul consumo di vino

13 aprile 2009 | 07:00
 

 Il vino, secondo la ricerca condotta da Unicab e seguita da Euposia, rappresenta una componente essenziale dell'offerta dei locali di qualità italiani: mediamente vale un quarto del conto (e quindi del fatturato) per i ristoranti e oltre un terzo per i winebar (si veda pagina 37 del pdf scaricabile in fondo a questo articolo). Rispetto al 2006 i ristoratori hanno cercato di razionalizzare la cantina: aumenta infatti il numero dei locali che ha ridotto le etichette in vendita (slide 33) e nella cantina sono comunque importanti e quasi sempre presenti (91% dei locali) vini di gran pregio (slide 10 e 34), tanto è vero che la bottiglia più cara venduta dai locali costa in media 1.223 euro al cliente finale (slide 36). I criteri per la scelta dei vini da mettere in carta sono fondamentalmente: il 'rapporto qualità/prezzo” e la 'selezione personale” da parte del ristoratore (slide 8).

Si capisce dunque l'enorme importanza che rivestono per il mercato le fiere (fonte di conoscenza dell'offerta vinicola per un 50% circa dei ristoratori) e il rapporto diretto con il produttore (altro 50%) (slide 11). Tanto è vero quest'ultimo aspetto che circa l'80% dei locali acquista il vino direttamente dal produttore: è facile pensare che ciò sia dovuto alle maggiori garanzie di qualità e alle migliori condizioni economiche che il ristoratore può ottenere (slide 9).

Vediamo di comprendere, prima di proseguire con l'analisi dei dati, con quali obiettivi nasce la ricerca: si è voluto comprendere in che modo il vino transita nella ristorazione italiana di qualità, ovvero si è voluto comprendere quali fossero i canali di informazione e approvigionamento utilizzati nella scelta e nell'acquisto del vino. Sono poi stati raccolti dati relativi alle dimensioni della cantine a all'ampiezza della gamma dei prodotti/servizi offerti alla propria clientela. In modo particolare si è focalizzato l'impatto delle nuove misure anti-alcol presso i locali coinvolti nella rilevazione andando a verificare le ricadute, in termini di volume di vino, l'atteggiamento riscontrato dai clienti ed i servizi offerti dai ristoratori in risposta alla normativa.
 
Nella razionalizzazione della cantina è inclusa una rivisitazione del rapporto fra vini Italiani e stranieri: se è vero che i vini francesi non possono mancare in carta - sono presenti nel 92% dei locali (slide 21) - e una loro  componente essenziale è rappresentata dagli champagne (slide 13), in ogni caso le etichette italiane sono preponderanti in tutte le tipologie di vino e si è ridotta, come dimostra il grafico qui a fianco, la presenza straniera tra i vini rosati, dolci e i distillati (slide 20). Praticamente assente dai ristoranti italiani è inoltre il 'cava” spagnolo (slide 14). Cresce invece, anche se pur sempre in una nicchia di mercato, la presenza dei vini neo-zelandesi e argentini, ormai ordinabili in circa un terzo dei locali italiani (slide 22). Tra i vini italiani si assiste poi ad un'importante valorizzazione dei vini locali (slide 23 e 24).

L'indagine è stata condotta su un campione di 670 ristoranti (italiani di alto e medio livello) e 30 winebar "trendsetter".

L'impatto delle misure anti alcool sul consumo di vino nella ristorazione italiana di qualità
I tre quarti dei ristoratori lamentano una sensibile contrazione dei consumi: per circa la metà dei ristoratori la contrazione dei consumi è elevata, compresa fra il 20 e il 40% (slide 38 e 39). La clientela risulta preoccupata secondo (quasi) tutti i ristoratori, e il fenomeno è più accentuato nel nord Italia (slide 40).

Dal punto di vista dei ristoratori tendono inoltre a modificarsi i modi di consumo: cresce la richiesta del vino al bicchiere; sono richiesti vini più leggeri; c'è almeno un commensale che non beve (o beve poco) per poi poter guidare (slide 41).
 
Aumentano quindi i ristoranti che offrono il vino al bicchiere (dal 80% del 2006 al 90% del 2009) mentre ancora poco diffuso risultata l'alcol test, messo a disposizione dei clienti da appena il 14% dei ristoranti e dal 20% dei winebar) (slide 42).


I precedenti sondaggi di Italia a Tavola:
Calo dei prezzi, web e nuovi menu La ristorazione davanti alla crisi

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali



Mangilli Caffo
Robo
Pentole Agnelli

Lucart
Molino Pasini