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Addio a Dino Abbascià, re milanese dell’ortofrutta

È morto all’età di 73 anni l’imprenditore di origini pugliesi e Cavaliere del lavoro Dino Abbascià. Francesco Lenoci, docente della Cattolica e vicepresidente dell’Associazione regionale pugliesi, ne fa un ritratto

 
16 giugno 2015 | 12:29

Addio a Dino Abbascià, re milanese dell’ortofrutta

È morto all’età di 73 anni l’imprenditore di origini pugliesi e Cavaliere del lavoro Dino Abbascià. Francesco Lenoci, docente della Cattolica e vicepresidente dell’Associazione regionale pugliesi, ne fa un ritratto

16 giugno 2015 | 12:29
 

Si è spento a Milano dopo una lunga malattia, nella notte tra il 13 e il 14 giugno, l’imprenditore dell’ortofrutta Dino Abbascià (nella foto), all’anagrafe Berardo. Tante le cariche da lui ricoperte: consigliere di Confcommercio Milano, membro della consulta del presidente di Confcommercio, presidente nazionale di Fida (Federazione italiana del dettaglio alimentare), presidente del sindacato milanese dettaglianti ortofrutticoli e presidente dell’Associazione regionale pugliesi a Milano.

Dino Abbascià

Nato a Bisceglie (Bt) nel 1942, era il “numero uno” dei venditori ortofrutticoli di Milano. Nel 1955, quando aveva 13 anni, partì da solo in treno per raggiungere a Milano il fratello maggiore Donato, che lavorava come elettrauto. Iniziò come garzone in un negozio di fruttivendolo in via Pacini, a Lambrate, facendo le consegne in bicicletta e dormendo nello sgabuzzino, come ha raccontato lui stesso più volte parlando della sua storia. Ad un certo punto cominciò anche a vendere gelati alla sera all’ex cinema Pacini e poi andò a fare il garzone in un altro fruttivendolo, in viale Tunisia.

A 18 anni, con i fratelli (nel frattempo ne era arrivato a Milano anche un altro), prese in affitto la licenza di fruttivendolo per due negozi, in via Montebello e in viale Coni Zugna. Fu l’inizio dell’avventura imprenditoriale. A 25 anni l’ingresso in Confcommercio, poi la Spa tra quattro fratelli, con decine di dipendenti, un magazzino all’ingrosso e un negozio in Porta Nuova. Nel tempo l’azienda si è specializzata nella fornitura a catering, hotel, ristoranti, mense e bar.

Francesco Lenoci, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e vicepresidente dell’Associazione regionale pugliesi Milano, ha fatto un piccolo ritratto di Abbascià, che riportiamo integralmente qui di seguito.


Giovedì 11 giugno, mattina, ero a Milanofiori per la firma, con la più grande casa editrice d’Europa, del contratto relativo al mio trentatreesimo libro in materia di finanza aziendale e del contratto relativo al mio trentaquattresimo libro in materia di bilancio.

Alla fine del colloquio, ho invitato il direttore generale agli eventi che mi avrebbero visto protagonista giovedì sera e sabato sera, rispettivamente, l’inaugurazione del Salento Village e il matrimonio tra il Primitivo di Manduria e il Caciocavallo stagionato in grotta di Noci.

Soddisfatte le normali curiosità del mio interlocutore, è arrivata puntuale la domanda di rito: “Se lei, professore, è il vicepresidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, chi è il presidente?”.

Ho risposto come sempre: “Il mio presidente è il leggendario Cavaliere del Lavoro Dino Abbascià”.

Perché ho sempre definito leggendario il mio presidente? Perché lui arrivò ragazzino da Bisceglie a Milano con la classica valigia di cartone. Agli inizi faceva il garzone di fruttivendolo: non era il massimo, c’erano altre categorie di garzoni più prestigiose, tra cui il garzone di macelleria. Lui non si dava pace, anzi piangeva quando pensava al suo stato e diceva: “Verrà un giorno in cui un chilo di frutta costerà più di un chilo di carne”.

Sappiamo tutti che quel giorno è arrivato da tempo e che la differenza tra i due generi è significativa.

Ebbene, mi piace sottolineare che siffatto cambiamento non è avvenuto per opera del fato, o della storia, ma perché Dino Abbascià ha contribuito a determinarlo.

È stato lui ad inventare “Abbascià Frutta Pregiata”, è stato lui ad attrezzare i furgoni che senza soluzione di continuità riforniscono i ristoranti milanesi, è stato lui a dotare la sua azienda di un sistema logistico all’avanguardia per far fronte agli ordini e alle spedizioni, è stato lui a trasformare la sua azienda da un normale fornitore di frutta in un eccezionale fornitore di qualità.

Per fare tutto questo ha lavorato, tantissimo, di notte ancor più che di giorno, confermando ancora una volta che Milano è la città dove generazioni di pugliesi hanno dato il meglio di sé.

Come faccio, come faccio a dire a un siffatto Cavaliere del Lavoro “riposa in pace”?

Sapete cosa faccio? Non glielo dico, tanto so bene che troverà il modo di lavorare anche nell’alto dei Cieli e che anche lassù farà il turno di notte con il sorriso sulle labbra.

Francesco Lenoci
Docente Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano
Vicepresidente Associazione Regionale Pugliesi - Milano

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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19/06/2015 15:54:06
1) Grande dispiacere
condoglianze alla famiglia e soprattutto grande dispiacere x la persona che ho conosciuto sin da tempi con "pantaloncini corti e ciabatte infradito".... Oltre ottimo professionista grande persona.....
gianfranco freschi
operatore GDO
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