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L'oste Mauro Lorenzon, associato Fipe, si unisce alla campagna #NoTripAdvisor

Mauro Lorenzon dell'enoteca La Mascareta di Venezia da anni combatte contro TripAdvisor. Anche lui si è unito alla campagna #NoTripAdvisor, esponendo fuori dal suo locale il cartello ideato da Italia a Tavola

 
20 gennaio 2017 | 16:12

L'oste Mauro Lorenzon, associato Fipe, si unisce alla campagna #NoTripAdvisor

Mauro Lorenzon dell'enoteca La Mascareta di Venezia da anni combatte contro TripAdvisor. Anche lui si è unito alla campagna #NoTripAdvisor, esponendo fuori dal suo locale il cartello ideato da Italia a Tavola

20 gennaio 2017 | 16:12
 

Un altro ristoratore si aggiunge a chi ha deciso di dare battaglia a TripAdvisor e in particolare di sposare la campagna #NoTripAdvisor promossa da Italia a Tavola. Lui è l’oste Mauro Lorenzon, associato Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi, che gestisce l’enoteca La Mascareta a Venezia e dopo aver letto i nostri numerosi articoli di denuncia contro le recensioni che compaiono su TripAdvisor ha deciso di affiggere fuori dal proprio locale il cartello ideato da Italia a Tavola col Gufo “sbarrato” e la scritta “Locale #NoTripAdvisor, basta false recensioni”.

L'oste Mauro Lorenzon, associato Fipe, espone il cartello #NoTripAdvisor

Una protesta già messa in pratica da altri locali in Italia e all'estero come l'American Bar di Courmayeur o il ristorante Ratatouille di Torino, ma anche il "via dei Mille" di Barcellona o al brasiliano Don Fabrizio fino al "Grotticella Ristorante tipico" di Orte (Vt), al "Massimo Ristorante" di Bratislava. Lorenzon da tempo combatte la sua personale battaglia contro TripAdvisor cercando di coinvolgere i colleghi veneti e anche sul suo sito internet ha espresso il personale parere che qui riportiamo integralmente.


Sono circa otto anni, ormai, che è apparso nel panorama delle guide gastronomiche nazionali ed internazionali TripAdvisor, sito internet di cui ignoro la proprietà e la storia del marchio (lo chiederò alla Gabanelli di Report...) e del quale non comprendo l’idea di far scrivere sotto la propria egida dei dilettanti avventori o semplici consumatori che danno giudizi opinabili su ristoranti, bar o alberghi da loro visitati. In sé l’idea appariva buona, salvo poi evidenziare limitazioni evidentissime, prima fra tutti la non appartenenza di tali recensori all’Ordine dei Giornalisti, soggetti liberi quindi dagli obblighi di legge che li costringono a rispettare norme morali e deontologiche. Mi limiterò ad osservare le vicende pseudo-giornalistiche che riguardano la ristorazione veneziana, con le tante recensioni a diversi ristoranti e osterie scritte a titolo personale da questi avventori o improvvisati giornalisti e gourmet autorizzati da TripAdvisor.

È accertato come le guide ufficiali e quelle più importanti come Osterie d’Italia di Slow-Food Gambero Rosso, L’Espresso, Veronelli, Il Sole 24 Ore e la Guida Michelin segnalino solamente osterie e ristoranti degni e meritevoli di attenzione, attraverso valutazioni, espresse con punteggi o simboli, firmate dal giornalista, confermate dalle redazioni e dagli editori di riferimento. Punteggi e giudizi che ovviamente possono risultare più o meno condivisibili, ma che si basano sul presupposto di non inserire un locale se non per parlarne in termini positivi. Inutile scrivere un articolo per insultare oppure offendere un locale, tanto vale non interessarsene proprio, fare in modo che cada nell’oblio e venga escluso dalle leggi di mercato.

Una delle cose che meno concepisco nelle tante recensioni negative di TripAdvisor, poi, è l’utilizzo della parola “caro”, come se i ristoratori si fossero rifiutati di far prendere visione ai clienti del menu (con prezzi indicati per obbligo di legge...) prima di ordinare e gustare il piatto e, di conseguenza, prima di ricevere il conto, a scanso di brutte sorprese. Nei primi posti di gradimento della classifica dei recensori di TripAdvisor non ci sono, ad esempio, le migliori osterie segnalate da «Slow Food», guida dalla serietà risaputa, che ogni anno verifica in forma anonima le migliori osterie di Venezia e d’Italia, addirittura senza il bisogno di ricorrere a classifiche o punteggi.

I grandi “cronisti” di TripAdvisor hanno il beneplacito della stessa struttura o dal blog che li ospita di diffamare ed insultare i vari ristoratori a loro invisi. Allo stesso tempo TripAdvisor prende le distanze dai giudizi espressi all’interno del sito con la seguente formula: «Questa recensione rappresenta l’opinione personale di un membro di TripAdvisor e non di TripAdvisor Llc». Ecco così che il sito internet, l’editore e quindi i curatori di questa guida web trovano disinvoltamente il modo di liberarsi dal rischio di incorrere in denunce o querele.

La campagna #NoTripAdvisor continua per sostenere tutti quei ristoratori che, dopo anni di lavoro e di sacrifici, vengono diffamati senza un valido motivo. Per aderire alla campagna e ricevere gratuitamente la vetrofania #NoTripAdvisor CLICCA QUI e compila il form; invia poi foto e video all’indirizzo notripadvisor@italiaatavola.net per testimoniare la tua presa di posizione.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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