Classe 1956, torinese di nascita, si è spento Bob Noto, icona del mondo della gastronomia, esperto gourmet, fotografo di food di mezzo mondo. La sua conoscenza in cucina è leggenda, tanti sono stati gli chef che hanno ammirato la sua capacità di giudizio sui piatti e sull'intuizione che stava dietro. Ed intuizione è il termine più azzeccato, considerando che il suo merito, quello forse che può essere definito sui segno distintivo, è di aver scoperto Ferran Andrià, quando ancora non era il "fenomeno" che è oggi.

Bob Noto
È stato infatti l'unico, insieme a sua moglie, ad aver assaggiato tutti gli oltre 800 piatti usciti dalla mente e dalla cucina dello chef spagnolo. E certamente li avrà anche fotografati, ne ha fotografati innumerevoli, parlandone poi su riviste e libri, ed è bene a questo proposito citare "Cracco, sapori in movimento" o ancora "Grandi chef di Spagna", appunto, e "il cuoco universale" con Andrea Grignaffini.
E ancora più sorprendente è il suo mestiere di fotografo. Gourmet professionista sì, ma sempre con l'intuizione di cui dicevamo sopra, quei "momenti gourmet" amava catturarli con la sua macchina digitale, che si portava in tasca, e montava solo di fronte al piatto sul cavalletto, regalando istanti di vere opere d'arte, al mondo. E, lo ricorda la
Repubblica, qualora gli chiedessi che lavoro facesse, la sua risposta era "il ferramenta", perché le sue mattine le passava nell'ufficio dell'utensileria di famiglia. Solo d'estate, si prendeva quel mese di vacanza, e lo spendeva a girare una ventina di grandi ristoranti nel mondo.
Uomo colto, raffinato, amante della musica e in prima persona attore a teatro, "bullista" della prima ora, come lo amava definire Andrià, come lo annovera Pignataro nel darne la notizia della scomparsa, si spegne Bob Noto, e la gastronomia tutta gli deve un minuto di silenzio.