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Sigilli al cantiere del Twiga di Otranto Flavio Briatore: «Basta mollo tutto»

«Sei fuori» questa volta lo hanno detto al boss, ponendo i sigili al cantiere del Twiga di Otranto dove Flavio Briatore stava lanciando il Billionaire Style del Salento. Niente bottiglie a 3mila euro. E lui: «Me ne vado»

di Andrea Radic
 
17 maggio 2017 | 16:50

Sigilli al cantiere del Twiga di Otranto Flavio Briatore: «Basta mollo tutto»

«Sei fuori» questa volta lo hanno detto al boss, ponendo i sigili al cantiere del Twiga di Otranto dove Flavio Briatore stava lanciando il Billionaire Style del Salento. Niente bottiglie a 3mila euro. E lui: «Me ne vado»

di Andrea Radic
17 maggio 2017 | 16:50
 

Dopo due settimane Flavio Briatore abbandona il Salento e ritira il marchio "Twiga" dal progetto che si poneva l'obiettivo di portare "Riccanza" in Puglia. Ancora in piedi i maxi cartelloni 6x6 piazzati sullo stradone dell'aeroporto per "Epater le touristes" al fascino del boss. L'imminente sbarco del Twiga a Otranto, dopo Dubai e Montecarlo, avrebbe permesso anche ai vip pugliesi e agli ospiti internazionali di pagare una bottiglia 3mila euro. Ma nulla, dovranno aspettare.

Sigilli al cantiere del Twiga di Otranto Flavio Briatore: «Basta mollo tutto»

foto: bari.repubblica.it

Nel cantiere sulla spiaggia sono arrivati i carabinieri forestali e la polizia provinciale con in mano l’ordinanza di sequestro probatorio firmata da Antonio Negro, sostituto procuratore di Lecce che rileva presunti abusi edilizi in zona soggetta a vincolo paesaggistico e presunta abusiva occupazione del Demanio Marittimo.

Stavolta "Sei fuori" lo hanno detto all'ex manager dei motori. La prima reazione dell'uomo che ha portato il marketing in Formula 1 è stata quella di sospendere la licenza del marchio Twiga: «Finché non si chiarirà tutto con la magistratura - dice al telefono - nessuno potrà usare il marchio. La licenza è annullata. Anche perché io non c’entro nulla con la società che sta costruendo l’opera né col suo capitale».

E il cuneese più famoso di Londra si concede uno sfogo amaro: «Certo che in Italia non puoi proprio lavorare eh? Per quanto mi riguarda ho chiuso. Noi stiamo portando strutture capaci di attirare il turismo internazionale, cioè quelle persone che fanno fatica a venire in Italia perché non trovano il life style a cui sono abituate».

Nell’inchiesta figurano altri due indagati: l’imprenditore che sta realizzando il progetto, Raffaele (detto Mimmo) De Santis, rappresentante legale della società «Cerra srl» e poi l’ingegnere responsabile dei lavori, Pierpaolo Cariddi, fratello del sindaco di Otranto. Ma questo attiene alle indagini. Il problema è che il progetto aveva generato aspettative per i posti di lavoro, il mercato dell'incontro e visibilità locale utile a tutti. Ma alla fine niente da fare.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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