La multinazionale americana InSinkErator modernizza la cucina e la gestione degli avanzi. Il dissipatore contribuisce inoltre alla salvaguardia del pianeta riducendo sensibilmente la quantità di rifiuti nelle discariche.
Basta cattivi odori e complicate classificazioni tra infiniti sacchetti, la gestione degli avanzi organici non è mai stata così semplice. InSinkErator, la multinazionale americana tra le più importanti al mondo nel settore dei dissipatori alimentari, anche nel nostro Paese sta cambiando il concetto stesso di cucina. Sono infatti disponibili in Italia diverse versioni, adattate alla composizione del nucleo familiare, del dissipatore (che alcuni erroneamente chiamano ancora “tritarifiuti”). Ma come funziona questo strumento?

Posizionato comodamente sotto il lavello e integrato con semplicità e discrezione, il dissipatore permette di eliminare ogni tipo di avanzo organico direttamente nel lavandino. Non ci sono delle lame, ma innumerevoli martelletti che svolgono movimenti rotatori ad alta velocità sminuzzando in parti finissime questi alimenti fino al raggiungimento di uno stadio semi liquido che ne permette l’eliminazione fra le acque chiare. Non solo si alleggeriscono le tanto affollate discariche, ma questi avanzi possono essere trasformati in biogas o fertilizzante con un ulteriore vantaggio per la comunità. Nessun processo chimico, basta premere un pulsante e la meccanica farà il resto.
Compatto, dotato dell’esclusivo sistema SoundSeal, che rende l’elettrodomestico particolarmente silenzioso, e della tecnologia Multigrind, il dissipatore è caratterizzato da un sistema di dissipazione a stadi (2 o 3 a seconda del modello) in grado di offrire prestazioni eccezionali e installabile anche in spazi di dimensioni ridotte.
In Italia i prodotti di InSinkErator sono distribuiti da I&D e vantano una gamma davvero ampia: dalla serie 46, 56 e 66 fino alla linea Evolution che comprende 100, 200, 250 e l’ultimo arrivato, l’Evolution 150. A seconda della composizione del nucleo familiare, che sia una coppia, una famiglia con figli o una realtà più allargata, vi è il prodotto più adatto alle specifiche esigenze.

L’utilizzo di questo piccolo ma geniale strumento si sta diffondendo esponenzialmente in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, il 50% delle famiglie ne possiede uno, in Nuova Zelanda il 34%, in Australia il 20% e in Gran Bretagna il 6%. Questa pratica è favorita da iniziative e incentivi che alcune amministrazioni virtuose stanno portando avanti.
Negli Usa, ad esempio, dove l’80% delle nuove abitazioni dispone di un dissipatore, città come Chicago, Philadelphia, Tacoma, Milwaukee e Boston hanno fatto realizzare dei test per verificarne l’effettiva efficacia e i dati parlano chiaro. Con il dissipatore, la quantità di rifiuti alimentari scartati si riduce del 30%. Di questo passo, nel giro di 36 mesi, un anno di avanzi sarebbe stato tolto dalle discariche. A New York il comune ha organizzato dei veri e propri forum per spiegare alla cittadinanza come gestire i rifiuti. Se l’intera città di Milwaukee utilizzasse il dissipatore, si è calcolato che vi sarebbe una riduzione dei rifiuti alimentari residenziali di 19mila tonnellate l’anno con calo delle emissioni e una produzione di biogas sorprendenti.

In Olanda stanno sperimentando l’utilizzo dei dissipatori nelle residenze universitarie mentre in Danimarca, che ha già eliminato i rifiuti in discarica dal 1997, gli studi hanno dimostrato che l’utilizzo del dissipatore riduce del 20-30% la produzione di rifiuti, mentre a Taiwan la Taipei University of Technology raccomanda alle autorità lo sviluppo di iniziative in favore della diffusione del dissipatore. E l’Italia? I dati parlano di un mercato molto promettente che cresce a due cifre e che in Europa è secondo solo all’Inghilterra.
Per informazioni:
www.insinkerator.it