Anche il rapporto con il cibo è cambiato durante questi mesi di lockdown, è quanto emerge dal Rapporto #iorestoacasa 2020 dell'Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg: meno spreco alimentare e più attenzione alla qualità. Ma anche la verità sul rapporto degli italiani con il food delivery e con la bilancia. L'indagine, diffusa dalla campagna Spreco Zero, è stata condotta dal 29 aprile al 5 maggio su 1.200 oggetti secondo un campione statistico per sesso, età, macroaree di residenza, ampiezza del comune di residenza.

7 italiani su 10 si cimentano ai fornelli più di prima
«Il primo dato rilevante è legato allo spreco del cibo - ha spiegato il fondatore della campagna Spreco Zero
Andrea Segrè - perché in quarantena l'acquisto di generi alimentari è decisamente aumentato: 1 italiano su 3 ha fatto la spesa più frequentemente e sempre 1 italiano su 3 ha acquistato maggiore quantità di cibo rispetto al passato. Ma più ancora della quantità, cresce la qualità del cibo acquistato in lockdown per il 34% degli italiani».
Avevamo già parlato di queste due tendenze. Per quanto riguarda la maggior frequenza del fare la spesa, complici sono indubbiamente la chiusura dei ristoranti - settore in forte crisi che forse nel
Decreto Rilancio vede un primo possibile passo verso un'uscita dalla crisi (un esempio, il poter
occupare suolo pubblico senza dover pagare la Tosap) - e
la paura legata alla pandemia e alle misure attuate a contenerne la diffusione.
Cosa e quanto sprechiamoSul piano della tipologia di alimenti, c'è più attenzione. Proprio quest'occhio di riguardo sulle scelte d'acquisto si è tradotto in una maggiore cura della gestione del cibo comprato: «È stimata a 430 g la quantità di cibo sprecato a casa settimanalmente, un dato coerente con il trend registrato dal rapporto Waste Watcher 2020 diffuso il 5 febbraio, quando il calo di spreco era stato di circa il 25% in meno rispetto al 2019».
Per 3 italiani su 4 la meta di riferimento per gli acquisti alimentari rimane il supermercato
Focalizzandosi sullo spreco giornaliero, nulla finisce nella pattumiera per ben 6 italiani su 10. Meno spreco dunque, da suddividere comunque in "categorie": in termini di frequenza, verdura e frutta sono gli alimenti più buttati, poi pasta e riso cotto, a seguire, prodotti in scatola, carne e pane. In termini di quantità il pane è in testa, pesando sullo spreco con 40 g in media per porzione gettata; seguono i legumi (37 g), i prodotti in scatola (34 g), poi la frutta e la verdura (32 g e 31 g).
Dove compriamoMeno di 1 italiano su 5 (circa il 18%) si è affidato agli acquisti online.
Per 3 italiani su 4 la meta di riferimento resta il supermercato.
Sono 4 gli italiani su 10 a prediligere i negozi al dettaglio vicino casa.
Il mercato rionale, format messo in crisi dalle misure di prevenzione, se praticabile è scelto da 1 italiano su 10.
Gli italiani e la bilanciaAttenzione alla linea anche e forse soprattutto in questo periodo di quarantena. Ma con buoni risultati. Sono 4 gli italiani su 10 che dichiarano di aver conservato lo stesso peso che avevano prima. Gli altri 6 hanno subito delle variazioni di peso, ma sotto controllo: 1 su 4 ha preso oltre 2 kg, 1 su 5 entro i 2 kg. Incredibile ma vero, c'è anche chi dichiara di essere dimagrito, ma si parla di meno di 1 italiano su 10.
4 italiani su 10 hanno conservato lo stesso peso che avevano prima del lockdown
Ci piace il food delivery?Si è diffuso a macchia d'olio - portando ad un'insistenza più marcata sulla
digitalizzazione della ristorazione - il food delivery, proposto ai clienti in tante soluzioni innovative. Tuttavia sembra scarso l'utilizzo che gli italiani hanno deciso di farne. Il 48% degli italiani, quindi quasi 1 su 2, dichiara a priori di non volerlo praticare. Per gli altri, quindi coloro che prevedono la possibilità di farsi recapitare a casa del cibo pronto, la periodicità è diradata: meno di una volta a settimana per 1 italiano su 3, da 1 a 6 volte per 1 italiano su 5.
Gli italiani si riscoprono cuochiDalla ricerca emerge anche una riscoperta passione per gli italiani della cucina in casa. Sì, perché ben 7 italiani su 10 pare si cimentino ai fornelli con una frequenza più rilevante rispetto a prima (4 su 10 addirittura con una rilevanza estremamente superiore rispetto al passato).
Cucinare (magari con la famiglia) è stata indubbiamente una delle attività più riscoperte durante questo lockdown. Lo dimostra un
video di Molino Pasini, che casa per casa ha dipinto la cucina come cura personale alla crisi da pandemia.