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Il bilancio delle feste: per cene e regali enogastronomici i romani hanno speso di più di tutti

Si tratta di un timido 2%. Molti acquisti sono stati fatti nei negozi di quartiere. Il lievito tra i prodotti più richiesti con una minor propensione per i prodotti voluttuari. Bene i supermercati grazie al delivery.

 
11 gennaio 2021 | 11:44

Il bilancio delle feste: per cene e regali enogastronomici i romani hanno speso di più di tutti

Si tratta di un timido 2%. Molti acquisti sono stati fatti nei negozi di quartiere. Il lievito tra i prodotti più richiesti con una minor propensione per i prodotti voluttuari. Bene i supermercati grazie al delivery.

11 gennaio 2021 | 11:44
 

Gennaio, si sa, per molti aspetti è tempo di bilanci. Per lasciare il “vecchio” e aprirsi al nuovo. E mai come quest’anno ciò diventa più importante. Soprattutto per capire (e per trovare soluzioni) quanto male è andata a causa della pandemia all’agroalimentare italiano. Una buona, seppur piccola, notizia arriva delle cene e dai cenoni di questo Natale così diverso. Non solo perché si è mangiato e bevuto tricolore, ma anche per quanto riguarda, tutto sommato, la spesa.

I romani hanno speso più della media nazionale - Il bilancio delle feste passate I romani hanno speso di più di tutti

I romani hanno speso più della media nazionale

Roma: Vini e piatti tipici in tavola a Natale perConfcommercio vendite su del 2%
Soprattutto a Roma: per pranzi e cene di Natale, così come per i regali enogastronomici, i romani hanno, infatti, speso più della media nazionale, secondo i dati dei piccoli imprenditori e dei grandi magazzini. Si tratta di un timido 2%, ma è pur sempre qualcosa: «In confronto allo scorso dicembre quest’anno le vendite sono salite appena del 2% – ha detto al Corriere della Sera, Romolo Guasco, direttore della Confcommercio locale – Il settore non si è mai veramente fermato, ma a beneficiarne di più sono stati i negozi di quartiere. Tra i viveri più richiesti le bottiglie di vino, tanto per il consumo quanto per i doni, e l’occorrente per gli impasti: restando a casa anche sotto le feste, c’è chi ne ha approfittato per portare a tavola i piatti tipici della tradizione».

Boom di acquisti per il fai da te in cucina
Ma, in particolare, che cosa hanno acquistato i romani? A svelarlo gruppo Carrefour che sottolinea come accanto ai materiali per il fai da te in cucina, sono andati a ruba pandori, panettoni, addobbi per la casa, crostacei, salmoni, spumanti, cioccolato, salumi e formaggi.

Supermercati della città avvantaggianti anche dal delivery
Il bilancio positivo dei supermercati romani, come Carrefour ma anche Conad, è legato anche all’incremento del delivery e dei servizi di e-commerce. Proprio Conad, grazie a lockdown e smart working, ha registrato dieci milioni di euro di spesa online. L’accelerazione del 3,6 per cento nell’ultimo trimestre ha fatto salire la crescita annua al 2,6 per cento. Le sedi più performanti quelle di Latina, Roma e Frosinone.

Ma ovviamente la situazione è diversa per i supermercati lontani dalle città: «L’incremento, tuttavia, non è uniforme: i punti di attrazione lontani da paesi e città evidenziano perdite consistenti, mentre è innegabile che, avendo le chiusure condizionato la mobilità e i flussi della clientela, quelli di prossimità hanno tratto qualche vantaggio da questa situazione – ha sottolineato il responsabile d’area Conad Massimo Ladisa – Abbiamo riscontrato una contrazione delle presenze, determinata da una minore frequenza di ingressi, a cui è corrisposto un conseguente aumento della cifra media. L’utente ha posto ancora più attenzione alla convenienza. Si percepisce poi un minore interesse per i prodotti voluttuari e una certa propensione a cibi ritenuti indispensabili, come frutta e verdura fresche, quelli per la colazione e gli ingredienti di base per la preparazione di lievitati, come farina, zucchero, uova e patate».

Codacons: acuisti scesi in media del 6%
In ogni caso, per i supermercati il bilancio è dunque positivo, nonostante tutto. Anche se per il Codacons, ad esempio, nel 2019 le compravendite nei mesi invernali sono state più alte del 12,5 per cento. Oggi invece, con un’uscita media per famiglia di 345 euro, il giro d’affari complessivo ha toccato i 465 milioni, di cui quasi il 28% destinato alla gastronomia per cesti regalo o appuntamenti conviviali: «I cittadini hanno comprato alimenti per 130 milioni nelle botteghe urbane e 250 in quelle regionali, con cali del 5 e del 7% – spiega Gianluca Di Ascenzo, coordinatore legale per il Lazio – Determinanti sono stati gli effetti del coronavirus: sul volume degli acquisti hanno inciso da un lato un generale impoverimento della popolazione, dall’altro limiti e divieti».

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