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Allarme al Sud: pochi hotel e ristoranti. Siena, una città per il turismo

Il rapporto Qualità della Vita 2021 redatto da Italia Oggi con l'università La Sapienza di Roma ha rilevato che le province meridionali sono in fondo alle classifiche sui numeri di strutture d'accoglienza. Parma - capitale della Food valley - è la città dove si vive meglio; Siena quella dove turismo e tempo libero sono maggiormente valorizzati

di Federico Biffignandi
15 novembre 2021 | 17:46
Il profilo di Siena Siena, una città per il turismo. Allarme al Sud: pochi hotel e ristoranti
Il profilo di Siena Siena, una città per il turismo. Allarme al Sud: pochi hotel e ristoranti

Allarme al Sud: pochi hotel e ristoranti. Siena, una città per il turismo

Il rapporto Qualità della Vita 2021 redatto da Italia Oggi con l'università La Sapienza di Roma ha rilevato che le province meridionali sono in fondo alle classifiche sui numeri di strutture d'accoglienza. Parma - capitale della Food valley - è la città dove si vive meglio; Siena quella dove turismo e tempo libero sono maggiormente valorizzati

di Federico Biffignandi
15 novembre 2021 | 17:46
 

Parma è la città dove la qualità della vita è più alta che in tutta Italia, ma è Siena quella che offre maggiori motivi d’attrazione per turismo e tempo libero ovvero per l’offerta di bar, ristoranti, agriturismi, palestre, cinema. A dirlo è il consueto rapporto annuale redatto da Italia Oggi, in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma. Il rapporto seleziona cinque macro-aree (affari e lavoro, istruzione e formazione, ambiente, sicurezza, tempo libero e turismo), individuando graduatorie differenti a seconda dell'ambito preso in esame.

Parma, la città dove si vive meglio Siena, una città per il turismo. Allarme al Sud: pochi hotel e ristoranti

Parma, la città dove si vive meglio

 

Sassari unica nota positiva per il Sud

Proprio riguardo all’area turismo, la nota dolente è che nel gruppo 1, ovvero quello dove ci sono le province che hanno ottenuto il punteggio più alto, c’è solo Sassari a rappresentare l’Italia meridionale e insulare. Una provincia su 21, davvero poco se si considera che alcuni dei maggiori flussi turistici - soprattutto in estate - passano dal sud, con indotti enormi per le economie del territorio e di quelle dell’Italia intera. Una nota dolente che, tuttavia, non dice nulla di nuovo: l’Italia, con un patrimonio enorme di bellezze, stenta ancora a valorizzarsi.

E questo, a causa dell’uragano pandemia, rappresenta un problema esponenzialmente più alto di quanto non lo fosse già nel pre-Covid. Lo si ripeterà fino alla nausea: oggi più che mai poter disporre di un bel mare, di un entroterra unico, di una bella pista da sci non può bastare perché i turisti vogliono un’offerta a livello di strutture e infrastrutture all’altezza. Vogliono ristoranti dove mangiare bene e tipico, bar dove assaggiare l’Espresso italiano, alberghi che accontentino la famiglia, la coppia, gli anziani e gli animali. E invece, tristemente, alcune delle località più di spicco per il turismo italiano, sono relegate in fondo alla classifica.

 

Le prime...

Le prime 21 province, quelle che costituiscono il gruppo 1 nella sezione “Turismo e tempo libero” sono: Siena, Rimini, Aosta, Verbano-Cusio-Ossola, Grosseto, Lucca, Firenze, Imperia, Sassari, Savona, Bolzano, La Spezia, Trento, Pisa, Pistoia, Belluno, Sondrio, Pesaro e Urbino, Macerata, Livorno, Arezzo. Parma, punto di riferimento in quanto in testa alla graduatoria generale, è 26ª.

 

... e le ultime

Nel gruppo 4, ovvero quello dei peggiori, compaiono invece: Benevento, Oristano, Ragusa, Reggio Calabria, Lodi, Cagliari, Lecce, Napoli, Trapani, Monza e Brianza, Campobasso, Rovigo, Foggia, Sud Sardegna, Siracusa, Catania, Bari, Avellino, Taranto, Palermo, Vibo Valentia, Brindisi, Agrigento, Barletta, Enna, Caserta, Caltanissetta, Crotone. Badando bene che si parla di province e non di città, è allarmante il fatto che compaia gran parte della Sardegna, gran parte della Puglia, Napoli, alcune delle zone più belle della Sicilia. Ma come, non dovrebbero essere il nostro fiore all’occhiello? Lo sono, senz’altro, perché Madre Natura ci ha donato un privilegio, ma l’opera dell’uomo poi non è stata all’altezza.

 

 

I parametri per la rilevazione

Ma su cosa si basano queste graduatorie? Sul numero di strutture ogni 100mila abitanti, ovvero: alberghi, ristoranti, bar, agriturismi, palestre, cinema, librerie. Piccola premessa: la quantità di strutture non è il solo riferimento utile, anzi, sempre più diciamo che il sovraffollamento di locali sta arrecando più danni che altro. Più della quantità interessa che la qualità sia all’altezza, ma è altrettanto ragionevole pensare che una provincia che disponga di più strutture possa accogliere un maggior numero di turisti e che, di conseguenza, si possa anche innescare un sano mercato competitivo al rialzo (della qualità) all’interno dei singoli settori: ristorazione e ospitalità.

 

Rimini, la provincia con più alberghi

Ebbene, entrando nel dettaglio - ricordando che nella macro-area è Siena la migliore - si scopre che la provincia che dispone del maggior numero di alberghi è Rimini con poco più di 465 strutture ogni 100mila abitanti. Non una sorpresa nella patria delle vacanze per famiglie da “pensione completa”. Sul podio figurano Bolzano e Aosta, poi Trento, Sondrio, Belluno. Insomma, le località di montagna fanno da padrone a questa classifica considerando che oltre a Rimini (vocata comunque ad un turismo non solo di mare) c’è Savona al 7° posto come località marittima. Siena è all’8° posto, Parma al 37°.

Rimini, città con più alberghi Siena, una città per il turismo. Allarme al Sud: pochi hotel e ristoranti

Rimini, città con più alberghi

 

Scorrendo in fondo, le ultime tre sono: Caserta, Monza, Caltanissetta. Ma poco più sopra ci sono Bari, Taranto, Barletta, Catania e Palermo. Si può avanzare il fatto che nelle località di mare c’è più spazio per le case in affitto o i bed&breakfast? Forse, ma questo vale principalmente per gli italiani, mentre gli stranieri (quando ritorneranno) cercano hotel e in un futuro sempre più volto alla massima sicurezza anche le strutture alberghiere saranno ulteriormente rivalorizzate, perché garanzia di protocolli molto rigidi in termini di salute. A quel punto, che ne sarà delle grandi province a vocazione turistica?

 

 

Ristoranti: Aosta al top, Caltanissetta ultima

Dagli alberghi ai ristoranti, la musica non cambia di molto: Aosta, Savona e Grosseto compongono il podio mentre la “baracca” del Sud la salvano in parte dalla Sardegna Sassari e Nuoro (7° e 43° posto), mentre Puglia e Sicilia riescono a piazzare Trapani e Lecce come prime province per quantità di ristoranti ogni 100mila abitanti all’87° e 92° posto. Catania, Taranto e Caltanissetta chiudono la classifica. Parma è al 51° posto.

 

Sondrio, la città con più bar. Ultima? Catania

Per quanto riguarda invece i bar e i caffè è Sondrio a primeggiare con 120,70 locali ogni 100mila abitanti, davanti a Sassari e La Spezia. Anche in questo caso, poca roba al sud. Basti pensare che le ultime 8 posizioni sono rappresentate tutte da province meridionali: dalla 100ª alla 107ª posizione: Crotone, Ragusa, Palermo, Lecce, Brindisi, Taranto, Cagliari e Catania. Parma si trova al 22° posto.

Polignano a Mare, avere un bel mare può non bastare più Siena, una città per il turismo. Allarme al Sud: pochi hotel e ristoranti

Polignano a Mare, avere un bel mare può non bastare più

 

Siena in vetta per gli agriturismi

Quindi, gli agriturismi, che stanno scalando la graduatoria nelle scelte dei turisti grazie ad un’offerta enogastronomica di “pronto consumo” che attira non poco. Siena è in vetta con 156,14 strutture ogni 100mila abitanti, davanti a Grosseto e Bolzano. Nomi grossi in fondo alla classifica (per ovvi motivi): Roma, Napoli, Taranto, Milano e Monza - nell’ordine - chiudono la classifica.

 

I servizi per il tempo libero contano. Anche per i turisti

In chiusura, cinema, palestre, librerie e circoli artistici e culturali. Cosa c’entrano col turismo? Fanno parte di quell’offerta da ampliare che non può che rappresentare un plus in più per il turista in visita in una città, in un Paese, in un borgo. Quanto ai cinema, Lucca, Bologna e Sondrio compongono il podio con Cagliari, Crotone e Lecco a chiudere la graduatoria. A livello di palestre Rimini, Macerata e Parma sono al top mentre Crotone, Agrigento e Vibo Valentina sono al… flop. Associazioni artistiche: Firenze, Siena e Trieste tengono alto l’onoro dell’Italia culturale; Sondrio, Avellino e Crotone lo affossano. Quanto alle librerie: Massa-Carrara, Savona e Sassari sono quelle che ne offrono di più, Caserta, Caltanissetta e Ascoli quelle che ne offrono di meno.

 

In vista di un futuro vacillante, bisogna rafforzarsi

Insomma, il Nord sta tutto sommato bene anche perché - un po’ a sorpresa - la ricerca dice che sono le metropoli ad aver reagito meglio alla pandemia e a rilanciare il Paese. Preoccupa invece il Sud con le defezioni che riguardano anche altre macroaree. Ma preoccupa anche il fatto che Parma, dove si vive meglio, non compaia proprio ai primissimi posti nelle classifiche relative al turismo. Vero, è sempre nei primi gruppi, ma mai al top. Significa forse che turismo e similari contano meno? Al momento rispondere è azzardato, di certo ci si consola pensando che la città dove si vive meglio nel 2021 in Italia è anche ambasciatrice della Food Valley nel pianeta con la proclamazione a città creativa Unesco per la gastronomia nel 2015. Un caso? No.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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