L’allerta Covid torna altissima. Dopo le parole del consulente del ministro alla Salute, Walter Ricciardi che ha auspicato un nuovo lockdown severo il dibattito si è aperto anche tra gli esperti. I dati relativi al bollettino odierno parlano di 7.351 nuovi casi registrati. I decessi odierni sono 258 (ieri erano +221), per un totale di 93.835 vittime da febbraio 2020.
I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 179.278, ovvero 26.364 in meno rispetto a ieri quando erano stati 205.642. Mentre il tasso di positività è 4,1% (l’approssimazione di 4,100%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 4 sono risultati positivi; ieri era 5,4%.

Le varianti preoccupano l'Italia
La
preoccupazione è per le v
arianti che circolano in tutto il Paese. «La diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di
mitigazione adeguata». È quanto si legge nella relazione tecnica dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della
Salute sull’indagine rapida condotta nei giorni scorsi, da cui è emersa una diffusione della variante inglese in Italia che già sfiora il 20% dei casi totali.
«Considerata la
circolazione nelle diverse aree del Paese - sottolinea il documento - si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante UK rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto». La
variante inglese, scrivono gli esperti, «è diffusa nell’88% delle Regioni partecipanti allo studio con percentuali rispetto ai casi totali che vanno fino al 59% in alcune aree».
Da quello che emerge dagli ultimi dati, aggiornati a ieri sera, dell’Agenzia per i servizi sanitari (
Agenas), il dato nazionale medio è piuttosto stabile da giorni, al 24%. Sono quattro le Regioni e le Province autonome italiane che superano la soglia del 30% di occupazione dei posti letto per pazienti Covid, definita “critica” dal
ministero della Salute. Il dato più preoccupante arriva dall’Umbria con il 60%, seguito da Friuli Venezia Giulia che si attesta al 35%, Provincia autonoma di Bolzano con il 40%, e Marche al 34%. La Provincia autonoma di Trento scende sotto la soglia critica, attestandosi al 29% (in lieve calo negli ultimi giorni), stessa percentuale per la Lombardia e la Liguria, l’
Abruzzo segna un dato abbastanza stabile al 28%, stessa percentuale del 28% per la Puglia, mentre il Lazio è fermo all 27%. Emilia Romagna, Toscana e Molise al 23%, Piemonte al 22%, Sicilia al 20%, mentre le restanti Regioni segnano tutte valori inferiori al 20%.
Ma il timore sulle varianti riguarda tutta l’
Europa: «Dalla nostra ultima valutazione la situazione epidemiologica è rimasta molto preoccupante». Lo ha detto la direttrice dell’
Ecdc (l’Agenzia Ue per la prevenzione e il controllo delle malattie)
Andrea Ammon in una nota che accompagna l’ultima valutazione del rischio sul Covid-19 in Europa. A meno che le misure non farmaceutiche» come distanziamento, telelavoro ove possibile, restrizione agli spostamenti, mascherine e igiene mani, «non vengano continuate o addirittura rafforzate, nei prossimi mesi dovrebbe essere previsto un aumento significativo dei casi e dei decessi correlati al Covid-19».