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Misure più strette contro le varianti. Quella inglese preoccupa l'Italia

Alle parole di Walter Ricciardi su un lockdown severo hanno fatto seguito quelle dell'Iss e dell'Agenzia Ue per la prevenzione e il controllo delle malattie che raccomandano limitazioni più severe.

 
15 febbraio 2021 | 18:22

Misure più strette contro le varianti. Quella inglese preoccupa l'Italia

Alle parole di Walter Ricciardi su un lockdown severo hanno fatto seguito quelle dell'Iss e dell'Agenzia Ue per la prevenzione e il controllo delle malattie che raccomandano limitazioni più severe.

15 febbraio 2021 | 18:22
 

L’allerta Covid torna altissima. Dopo le parole del consulente del ministro alla Salute, Walter Ricciardi che ha auspicato un nuovo lockdown severo il dibattito si è aperto anche tra gli esperti. I dati relativi al bollettino odierno parlano di 7.351 nuovi casi registrati. I decessi odierni sono 258 (ieri erano +221), per un totale di 93.835 vittime da febbraio 2020.

I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 179.278, ovvero 26.364 in meno rispetto a ieri quando erano stati 205.642. Mentre il tasso di positività è 4,1% (l’approssimazione di 4,100%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti 4 sono risultati positivi; ieri era 5,4%.

Le varianti preoccupano l'Italia - Misure più strette contro le varianti Quella inglese preoccupa l'Italia

Le varianti preoccupano l'Italia

La preoccupazione è per le varianti che circolano in tutto il Paese. «La diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata». È quanto si legge nella relazione tecnica dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute sull’indagine rapida condotta nei giorni scorsi, da cui è emersa una diffusione della variante inglese in Italia che già sfiora il 20% dei casi totali.

«Considerata la circolazione nelle diverse aree del Paese - sottolinea il documento - si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante UK rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto». La variante inglese, scrivono gli esperti, «è diffusa nell’88% delle Regioni partecipanti allo studio con percentuali rispetto ai casi totali che vanno fino al 59% in alcune aree».

Da quello che emerge dagli ultimi dati, aggiornati a ieri sera, dell’Agenzia per i servizi sanitari (Agenas), il dato nazionale medio è piuttosto stabile da giorni, al 24%. Sono quattro le Regioni e le Province autonome italiane che superano la soglia del 30% di occupazione dei posti letto per pazienti Covid, definita “critica” dal ministero della Salute. Il dato più preoccupante arriva dall’Umbria con il 60%, seguito da Friuli Venezia Giulia che si attesta al 35%, Provincia autonoma di Bolzano con il 40%, e Marche al 34%. La Provincia autonoma di Trento scende sotto la soglia critica, attestandosi al 29% (in lieve calo negli ultimi giorni), stessa percentuale per la Lombardia e la Liguria, l’Abruzzo segna un dato abbastanza stabile al 28%, stessa percentuale del 28% per la Puglia, mentre il Lazio è fermo all 27%. Emilia Romagna, Toscana e Molise al 23%, Piemonte al 22%, Sicilia al 20%, mentre le restanti Regioni segnano tutte valori inferiori al 20%.

Ma il timore sulle varianti riguarda tutta l’Europa: «Dalla nostra ultima valutazione la situazione epidemiologica è rimasta molto preoccupante». Lo ha detto la direttrice dell’Ecdc (l’Agenzia Ue per la prevenzione e il controllo delle malattie) Andrea Ammon in una nota che accompagna l’ultima valutazione del rischio sul Covid-19 in Europa. A meno che le misure non farmaceutiche» come distanziamento, telelavoro ove possibile, restrizione agli spostamenti, mascherine e igiene mani, «non vengano continuate o addirittura rafforzate, nei prossimi mesi dovrebbe essere previsto un aumento significativo dei casi e dei decessi correlati al Covid-19».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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