Una
filiera virtuosa, che ha effettuato
negli ultimi 5 anni oltre 50 milioni di euro di investimenti green con capitali propri per un
fatturato di 5,7 miliardi di euro nel 2020 e un aumento del 3,8% sul 2019. Sono questi i numeri della
filiera avicola italiana, fotografata nel corso dell’
assemblea annuale di Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% della produzione avicola nazionale, svoltasi a Roma
alla presenza del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e delle principali associazioni agricole e della cooperazione.
Nel 2020, la filiera avicola italiana ha messo a segno un fatturato di 5,7 miliardi di euro
Dall'autosufficienza alla svolta green, lo sviluppo di Unaitalia
Il
presidente di Unaitalia, Antonio Forlini, riconfermato nell'occasione alla guida della associazione per i prossimi tre anni,
ha descritto i dati positivi del comparto, un settore resiliente, anche di fronte alla pandemia, e
l’unico della zootecnia in cui l’Italia è completamente autosufficiente. Anzi, nel 2021 sarà il quarto produttore europeo di carni avicole. Non solo, il settore ha imboccato da tempo e con decisione la strada verso la sostenibilità, come spiega
Lara Sanfrancesco, direttore generale di Unaitalia: «Il settore ha già investito molto in sostenibilità ambientale. In particolare, in sviluppo delle energie rinnovabili, del biogas e del metano per la valorizzazione degli scarti di lavorazione.
La strada della transizione ecologica è stata intrapresa da tempo dal nostro settore, ora per estendere questo impegno a tutta la filiera serve un impegno del governo per una strategia complessiva in riferimento alle risorse del Pnrr per poter proseguire su una strada green già intrapresa con capitali privati».
Inoltre, prosegue l’impegno del settore nelle buone pratiche di benessere animale, testimoniato dal trend in
continua riduzione degli antibiotici, con un ulteriore calo del 6% nel 2002,
giungendo al -88% dal 2011 a oggi.
(AskaNews)