Come gestire eventuali tensioni a seguito dell’obbligo di green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro? Per NaturaSì, la risposta è semplice: pagando a tutto il personale non vaccinato il tampone per poter lavorare. Fino al 31 dicembre, insomma, la catena di negozi bio sosterrà il costo del tampone per chi, fra i 1.650 dipendenti, non si è sottoposto alla vaccinazione.

Un negozio NaturaSì
Una decisione «contro le discriminazioni»
«Una decisione nel rispetto delle libertà di ognuno e per evitare discriminazioni nell’ambito del lavoro, in modo da permettere a tutti di svolgere regolarmente i propri compiti in azienda», è stato comunicato dall’azienda in una nota. Circa 300 i punti vendita interessati su tutto il territorio nazionale, tra franchising e gestione diretta. L’obiettivo dell’azienda è quello di non perdere personale fidato in un momento in cui, di figure professionali qualificate sembra sprovvisto il mercato del lavoro.
Nella lettera inviata ai dipendenti e firmata dal presidente della società nata nel 1992 a Verona, Fabio Brescacin si leggono ulteriori motivazioni alla base della scelta di pagare i tamponi: «Non vogliamo come azienda prendere posizione in questa Babilonia di voci assordanti e contraddittorie. Ora è molto difficile distinguere la verità dalla menzogna, la realtà dalla semplice opinione. Di una cosa siamo certi: la libertà individuale».
Ma quanto costa? 330 euro per ogni lavoratore
Ma quanto costa tutto ciò? Secondo un calcolo del Corriere della Sera, con un contributo di 10 euro a fronte di 15 euro di costo di un tampone si arriverebbe a spendere circa 330 euro per lavoratore da qui alla fine dell’anno.