Non solo i bagnini. Nel futuro prossimo a rischiare di scomparire dal turismo potrebbero essere i maestri di sci, un tempo una professione ben pagata e non poco invidiata dagli impiegati di ufficio. «Il problema parte da lontano: negli anni '80 e '90 si sciava in inverno, come ovviamente succede anche oggi, ma in estate un maestro poteva lavorare sui tanti ghiacciai che garantivano una stagione. Oggi le condizioni sono diverse e l'unico modo per uscire dall'impasse è destagionalizzare questa professione, consentendo così a chi opera in montagna di poter vivere di questo lavoro» ha spiegato a Il Giorno il presidente dell'Amsi (Associazione maestri di sci italiani), Luciano Stampa.

Inverni troppo corti: maestri di sci a rischio
Maestri di sci a rischio: quale potrebbe essere la soluzione?
«Non è infatti un caso - continua Stampa - che in tanti diventino maestri ma poi scelgano di intraprendere un'altra professione. La problematica si è poi acuita negli anni del Covid: non potendo lavorare sulle piste in molti si sono trovati altre occupazioni. La soluzione? Potrebbe essere quella di inserire nei corsi per diventare maestri anche dei moduli per dare agli iscritti l'abilitazione ad accompagnatore di mezza montagna, di istruttore di mountain bike o ad altre professioni spendibili in altre stagioni, soprattutto nel periodo estivo, quando la clientela non manca» ha proseguito Stampa.
Maestri e scuole di sci: i numeri in Italia
Ma quanti sono i maestri di sci in Italia? Nel Belpaese ce ne sono circa 16mila, fa sapere Stampa, divisi in più di 400 scuole. Professionisti che fanno parte del sistema turistico e che sono un punto di riferimento per chi viaggia tra le montagne.
«Lo sci è uno dei pochi sport che non si può imparare da soli: noi lo insegniamo ma insegniamo anche le regole di comportamento sulle piste, come approcciarsi alla montagna. Dopo il Covid - ha concluso Stampa -, abbiamo notato una gran voglia di montagna, la clientela non ci manca di certo e se riusciremo a destagionalizzare la professione non avremo più problemi numerici in futuro».