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Quando l'Eucarestia si fa croccante: critiche allo spot delle patatine Amica Chips

La pubblicità, ambientata in un convento e di cui esistono versioni differenti, viene definita «blasfema» dall'Aiart che ne ha chiesto la sospensione. Il direttore creativo della campagna si definisce cattolico e si difende

 
09 aprile 2024 | 11:58

Quando l'Eucarestia si fa croccante: critiche allo spot delle patatine Amica Chips

La pubblicità, ambientata in un convento e di cui esistono versioni differenti, viene definita «blasfema» dall'Aiart che ne ha chiesto la sospensione. Il direttore creativo della campagna si definisce cattolico e si difende

09 aprile 2024 | 11:58
 

È polemica su Amica Chips dopo la messa in onda del nuovo spot firmato da Lorenzo Marini, Ceo di Lorenzo Marini group e direttore creativo della campagna. La bufera è stata scatenata perché la pubblicità delle patatine viene considerata offensiva da ambienti cattolici, quando non blasfema

Quando l'Eucarestia si fa croccante: critiche allo spot delle patatine Amica Chips

Un frame della pubblicità di Amica Chips al centro delle critiche

Amica Chips, lo spot finito al centro delle polemiche

In un convento, delle novizie si apprestano a fare la comunione, ma al momento di ricevere l’Eucarestia si sente uno scrocchio. Tra gli sguardi di stupore si apprende che all’interno della pisside ci sono delle patatine, sostituite dalla suora più anziana che in sacrestia ne sta mangiando altre da un sacchetto. In sottofondo l’Ave Maria di Schubert, mentre il claim è: “Amica chips, il divino quotidiano”.

Esistono però anche altre versioni rispetto a quella proposta sui social e appena descritta, in cui non è chiaro cosa venga consegnata alla novizia che si appresta a fare la comunione - se una patatina o un’ostia consacrata -, come su Mediaset, le reti di Urbano Cairo ed altre, mentre sulla Rai si vede chiaramente come la novizia riceva effettivamente l’ostia. Il caratteristico “crunch” è quindi frutto unicamente della suora che in sacrestia sta mangiando le patatine dal sacchetto.

Amica Chips, spot blasfemo?

L’Aiart - l’Associazione italiana ascoltatori radio e televisione, Onlus fondata nel 1954 per iniziativa dell'Azione Cattolica - ha perciò segnalato lo spot all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria in quanto «contrario agli articoli 1 e 10, lealtà della comunicazione, convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona, del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale» chiedendo l’immediata sospensione.

Lo spot, secondo il presidente nazionale Aiart Giovanni Baggio «offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l’accostamento tra la patatina e la particola consacrata». Baggio quindi ha definito lo spot «penoso» nonché «il tentativo di risollevare un’azienda ricorrendo alla blasfemia».

Quando l'Eucarestia si fa croccante: critiche allo spot delle patatine Amica Chips

Blasfemo o irriverente? Il nuovo spot di Amica Chips divide

«Lo spot di Amica Chips - concludono dall’Aiart - è mancanza di rispetto e di creatività, oltre che spia dell’incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare. L’offesa al sentimento religioso di qualunque confessione è la spia della mancanza di rispetto nei confronti degli utenti, della loro identità culturale e morale, della loro dignità di persona. Strappare, come fa il nuovo spot di Amica Chips, un applauso a un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante per chi fa, o pretende di fare, pubblicità».

Spot «blasfemo» di Amica Chips, la difesa

Se Amica Chips, al momento, non ha fornito alcun commento, a prendere la parola è lo stesso Marini che ha parlato al quotidiano cattolico Avvenire in cui si è definito «credente, cattolico praticante» e ha spiegato le ragioni che hanno portato a creare uno spot che non considera blasfemo, quanto piuttosto  «irriverente, come è la natura stessa della pubblicità».

«Il tono è laico - ha aggiunto Marini -, anche la musica di Schubert lo testimonia. Una volta chiesero a Bill Bernbach, l'inventore della pubblicità moderna, se la pubblicità è arte. Lui rispose che la pubblicità è seduzione e la seduzione è una forma d'arte». Mentre sulla diversificazione degli spot ha chiarito: «Abbiamo voluto segmentare gli spot in maniera diversa a seconda del target di pubblico, anche su richiesta delle stesse reti Mediaset».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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