Un Papa venuto dalla fine del mondo ha rivoluzionato la Chiesa cattolica e ci ha lasciato in punta di piedi, in silenzio e con la massima discrezione. Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio, è morto la mattina del lunedì dell'Angelo all’età di 88 anni. Era stato eletto il 13 marzo 2013, dopo le storiche dimissioni di Benedetto XVI. Quel suo primo saluto, un semplice “buonasera” pronunciato dalla loggia di San Pietro, fu già la cifra del suo pontificato: sobrio, diretto, rivoluzionario.
Gesuita, argentino, figlio di migranti piemontesi, aveva scelto di chiamarsi Francesco come il poverello d’Assisi, segnando fin da subito un’idea di Chiesa povera, accogliente, in uscita. Un pontefice che ha aperto le porte a “tutti, tutti, tutti”, senza temere le resistenze interne, ma anzi affrontandole con tenacia e dolcezza.

Provato dalla malattia Papoa Francesco ha guidato la Chiea fino all'ultimo giornoo
Una vita per la Chiesa, dalla Baires dei migranti al soglio pontificio
Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, era figlio di Mario Bergoglio, ragioniere delle ferrovie, e di Regina Sivori. Dopo il diploma da tecnico chimico, scelse il sacerdozio entrando nel seminario nel 1958. Da lì iniziò un lungo cammino nella Compagnia di Gesù, fino a diventare arcivescovo della capitale argentina e poi cardinale.
Il suo pontificato ha segnato una svolta epocale: apertura ai divorziati, attenzione alle persone LGBTQ+, valorizzazione delle donne, e una Chiesa meno autoreferenziale e più vicina agli ultimi. Migranti, poveri, periferie: sono state queste le sue priorità.
Il papa del cibo giusto, della sobrietà e contro lo spreco
Francesco ha avuto una visione profonda del cibo come bene universale, diritto inalienabile, simbolo di giustizia sociale e cura del creato. Nel 2023, in occasione della Giornata Internazionale contro lo Spreco Alimentare, aveva denunciato con forza: «Il cibo che buttiamo nella spazzatura lo strappiamo ingiustamente dalle mani di quanti ne sono privi. Di quanti hanno diritto al pane quotidiano in virtù della loro inviolabile dignità umana».

Papa Francesco riceve un omaggio dalla Cipolla di Tropea , una delle sue tante attenzioni al tema del cibo sano e per tutti
Per lui la fame nel mondo non era frutto di scarsità, ma della mancanza di volontà politica. Ha richiamato spesso alla sobrietà, alla condivisione, alla necessità di uscire dalla “cultura dello scarto”. Lo ha fatto anche nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ricordando che l’accesso al cibo è un diritto fondamentale, da garantire con politiche di equità e giustizia.

Papa Francesco a pranzo con gli anziani
Francesco ci ha insegnato che ogni tavola imbandita dovrebbe essere un atto di fratellanza, e che “chi va a dormire a stomaco vuoto è nostro fratello”. Un’eredità morale che va oltre i confini religiosi e parla al cuore dell’umanità.
Le encicliche di Papa Francesco, da “Laudato si” a “Fratelli tutti” hanno rappresentato di fatto un’ispirazione per la costruzione di politiche di salvaguardia dell’agricoltura familiare, di rispetto della terra e di promozione di modelli di welfare rurale.