Le associazioni di categoria del settore alberghiero - Confindustria Alberghi, Assohotel e Federalberghi - hanno espresso riserve in merito alla recente ripresa del dibattito sull'utilizzo del gettito derivante dall’imposta di soggiorno. In particolare, la preoccupazione riguarda l’ipotesi che i Comuni possano destinare le risorse raccolte anche al finanziamento delle spese correnti, anziché a interventi legati al turismo. Secondo le associazioni, tale possibilità rischierebbe di allontanare l’imposta dalla sua finalità originaria.

Le associazioni di categoria chiedono che i proventi della tassa di soggiorno vengano reinvestiti nel turismo
Tassa di soggiorno, le preoccupazioni delle associazioni alberghiere
«Da anni - hanno scritto in una nota congiunta - le imprese attendono che vengano resi effettivi i principi sanciti dalla legge istitutiva dell’imposta di soggiorno, una tassa di scopo destinata a finanziare interventi in materia di turismo a sostegno di un settore che contribuisce alla economia ed alla occupazione del territorio. Malgrado questo le imprese del turismo e i turisti sono viste meramente come un bancomat. A chi ha la responsabilità di definire la politica nazionale, chiediamo di tutelare il settore e investire per la competitività delle imprese e dei territori».
Tassa di soggiorno, i dati
Secondo i dati dell’Osservatorio sulla tassa di soggiorno di Jfc, il 2025 potrebbe segnare un nuovo incremento del gettito derivante dalla city tax, con una previsione di crescita del +15,8% rispetto all’anno precedente. Il totale degli incassi dovrebbe raggiungere 1 miliardo e 186 milioni di euro, mentre salirà a 1.389 il numero dei Comuni italiani in cui sarà applicata l’imposta.
Nel 2024, il gettito complessivo è stato pari a 1 miliardo e 24 milioni di euro, registrando un aumento del +29,1% rispetto al 2023, anno in cui si erano raggiunti 793,5 milioni. Jfc evidenzia anche come, in molti casi, la gestione e la rendicontazione delle somme incassate da parte delle amministrazioni comunali non risultino ancora del tutto trasparenti, una situazione che ha portato appunto le associzioni di categoria a chiedere rassicurazioni circa la destinazione della tassa stessa.
Tassa di soggiorno, la mappa
Il Lazio si conferma la regione con il maggior gettito derivante dalla tassa di soggiorno, superando i 300 milioni di euro nel 2024, contro i 189 milioni registrati nel 2023. Seguono la Toscana, con circa 121 milioni (rispetto ai 107 dell’anno precedente), e la Lombardia, che ha incassato circa 114 milioni (in crescita rispetto ai 93 del 2023). Roma si conferma in cima alla classifica tra le città italiane, con incassi pari a 292 milioni di euro (+61,2% rispetto al 2023). Seguono Firenze, con oltre 76,5 milioni (+9,9%), e Milano, anch’essa a quota 76,5 milioni (+23,2%).
Tra le destinazioni di mare, Rimini ha registrato circa 14 milioni di euro di incassi, con un incremento del +30,5% rispetto all’anno precedente. Sorrento ha superato i 9,2 milioni (+31,6%), mentre Jesolo ha mantenuto sostanzialmente stabile il gettito, con circa 5,7 milioni e una lieve flessione dell’1,4%. Abano Terme è stata la località termale con gli incassi più alti: oltre 3,7 milioni (+22,1%). Merano ha totalizzato 3,2 milioni (+37,2%) e Ischia circa 2,2 milioni (+12,4%). Como ha guidato la classifica dei laghi, con 4,1 milioni di euro e un aumento dell’88% rispetto al 2023. Seguono Peschiera del Garda (2,8 milioni, +5,4%) e Lazise (2,3 milioni, +4%). In ambito montano, Castelrotto ha incassato 5,1 milioni (+43,5%), seguita da Selva di Val Gardena con circa 3,5 milioni (+39,3%) e Corvara in Badia con 2,8 milioni (+41,1%).