A partire dalla metà del 2025, Nestlé inizierà il ritiro graduale del Nutriscore dai prodotti venduti esclusivamente in Svizzera, completando la transizione entro la fine del 2026. A comunicarlo è la stessa azienda attraverso una nota ufficiale. Il motivo? Il calo del sostegno politico e l’adozione sempre più limitata del sistema da parte del mercato elvetico. «Il Nutriscore non è più in grado di svolgere il suo ruolo - dichiara Nestlé - e per evitare sprechi di imballaggi, il ritiro sarà progressivo». La multinazionale ribadisce tuttavia il proprio impegno per la trasparenza nutrizionale, sottolineando che i prodotti commercializzati anche in altri Paesi continueranno temporaneamente a esporre l’etichetta.

Anche Nestlé inizierà il ritiro graduale del Nutriscore
Nutriscore, l'etichetta a semaforo sotto osservazione in Europa
Il Nutriscore, introdotto in Francia nel 2017, è un sistema che assegna un punteggio ai prodotti alimentari in base al contenuto di zuccheri, grassi, sale e fibre, usando una scala da A (verde) a E (rosso). L’intento è semplificare la lettura delle informazioni nutrizionali da parte dei consumatori.
Negli anni, però, critiche e controversie ne hanno messo in discussione l’efficacia. In particolare, l’Italia ha guidato un fronte di opposizione sottolineando come il sistema penalizzi prodotti tipici di alta qualità, come l’olio extravergine d’oliva o il Parmigiano Reggiano, a causa della valutazione basata su 100 grammi di prodotto, a prescindere dalle quantità normalmente consumate.
Anche in Francia si ripensa il Nutriscore
La stessa Francia ha recentemente rivisto il calcolo del Nutriscore, segnalando l’intenzione di correggere alcune distorsioni. Secondo la ministra francese dell’Agricoltura Annie Genevard, «il sistema va aggiornato per non danneggiare i prodotti legati alla tradizione gastronomica». Un riconoscimento che, fino a poco tempo fa, sembrava esclusiva dell’Italia.
Le modifiche introdotte riguardano:
- Maggiore tolleranza verso i grassi “buoni”, come gli omega 3 e l’olio d’oliva.
- Maggiore severità verso gli ultra-processati.
- Valorizzazione dei prodotti integrali.
- Nuove regole per le bevande, anche in presenza di dolcificanti.
Nutriscore, un cambio di rotta in Europa
La proposta della Commissione europea per un’etichettatura armonizzata era prevista per la scorsa legislatura, ma è stata rimandata. Secondo indiscrezioni diffuse da France Inter, la Commissione non intende più «copiare alcun sistema esistente». Questo significa che il Nutriscore non sarà adottato come modello unico obbligatorio. Come ha dichiarato Anna-Kaisa Itkonen, portavoce per il Clima della Commissione UE: «Stiamo lavorando per fornire informazioni trasparenti ai consumatori. È una questione complessa e serve una soluzione condivisa, basata su evidenze scientifiche».
Nutriscore, le alternative
In alternativa al Nutriscore, l’Italia ha promosso il Nutrinform Battery, un sistema che evidenzia il contenuto di energia, grassi, zuccheri e sale rispetto al fabbisogno giornaliero, più coerente con il modello alimentare mediterraneo. Secondo Confagricoltura, il ritiro di Nestlé rappresenta una conferma delle perplessità espresse in passato: «Il Nutriscore è fuorviante e non scientifico». A sostegno di questa posizione, anche il giudizio negativo dell’Antitrust italiano, che nel 2022 aveva accolto i rilievi presentati contro il sistema francese. In Italia era entrato in funzione nei supermercati l’app Nutrinform Battery, sviluppata come alternativa italiana al contestato Nutriscore francese. L’app permette ai consumatori di ottenere informazioni nutrizionali inquadrando il codice a barre dei prodotti, mostrando il contributo di calorie, zuccheri, grassi e sale in base alla porzione consigliata. A differenza del Nutriscore, che classifica i cibi per 100 grammi con un sistema a semaforo, il Nutrinform utilizza icone a batteria, puntando su un’informazione più personalizzata e coerente con la dieta mediterranea.

L’Italia ha promosso il Nutrinform Battery
Nel vuoto lasciato dal Nutriscore, emergono nuovi sistemi come il Planet-Score, già adottato in 12 Paesi europei. Questo approccio integra parametri ambientali e non solo nutrizionali, valutando l’impatto di un alimento in termini di produzione, biodiversità, pesticidi e impronta climatica.Il futuro dell’etichettatura alimentare in Europa rimane incerto. L’Italia continua a difendere un sistema che tuteli il patrimonio agroalimentare, promuovendo scelte consapevoli ma anche contestualizzate. Il ritiro del Nutriscore da parte di Nestlé rappresenta un segnale chiaro di ripensamento collettivo: servono strumenti più efficaci, informativi e rispettosi della diversità alimentare del continente.