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Gesualdo Vercio e il racconto del successo in Italia di Food Network

Non solo ricette: Vercio, in un'intervista, ci racconta come il canale tv sia diventato una bussola culturale, capace di accendere desideri, ispirare viaggi e raccontare l'Italia che cambia

 
31 maggio 2025 | 10:59

Gesualdo Vercio e il racconto del successo in Italia di Food Network

Non solo ricette: Vercio, in un'intervista, ci racconta come il canale tv sia diventato una bussola culturale, capace di accendere desideri, ispirare viaggi e raccontare l'Italia che cambia

31 maggio 2025 | 10:59
 

C'è un nome che da anni disegna silenziosamente il palinsesto delle nostre giornate televisive, guidando un bouquet di canali che vanno dalla cucina stellata di Food Network alle atmosfere noir di Giallo, passando per Real Time e le trasformazioni domestiche di Hgtv fino ai cartoni animati di K2 e Frisbee. Gesualdo Vercio, vp programming di Warner Bros Discovery, è l'uomo che ha trasformato la televisione “tematica” italiana in una sorta di ecosistema articolato. Dal suo ufficio milanese, Vercio coordina una macchina complessa fatta di sei canali con identità distintissime ma unite da una filosofia comune: intercettare bisogni specifici del pubblico con contenuti mirati e qualità produttiva. Una sfida che diventa ancora più interessante se si considera il percorso che lo ha portato qui: dalla formazione in economia e management per arte, cultura, media & entertainment alla Bocconi, passando per l'esperienza pionieristica in MTV Italia, fino all'approdo in Discovery nel 2009, quando il gruppo stava ancora definendo la propria strategia italiana. Lo abbiamo incontrato.

Gesualdo Vercio e il racconto del successo in Italia di Food Network

Gesualdo Vercio, vp programming di Warner Bros Discovery

Intervista a Gesualdo Vercio, vp programming di Warner Bros Discovery

Pur essendo un brand globale, Food Network in Italia ha saputo ritagliarsi una propria identità. A cosa attribuisce il carattere distintivo e il forte legame con il territorio della declinazione italiana?
Food Network nasce come fenomeno televisivo americano: da anni tra i canali più seguiti nel panorama dei cable network negli Stati Uniti. La sua espansione globale è avvenuta in modo graduale, ma quando è arrivato in Italia si è subito reso evidente che non sarebbe bastato importare i format di successo americani. Il cibo italiano è unico, e lo è soprattutto agli occhi degli italiani. Non si tratta solo di alimentazione, ma di cultura, memoria, identità. Le nostre ricerche ci confermavano che il pubblico italiano si dichiara non solo appassionato di cucina, ma spesso anche competente: si sente coinvolto, partecipe, a tratti perfino giudice. Una tendenza evidente anche sui social, dove da anni si assiste a un'esplosione di post dedicati ai piatti preparati in casa, con orgoglio e creatività.

Gesualdo Vercio e il racconto del successo in Italia di Food Network

Food Network e il cibo: non si tratta solo di alimentazione, ma di cultura e identità

Senza dimenticare che il pubblico già guardava e apprezzava programmi legati al cibo sui nostri altri canali, come Real Time, Nove e DMAX. Nel rilancio del canale nel 2018, abbiamo quindi scelto di fare una cosa precisa e coerente: mettere l'italianità al centro. Perché in un Paese dove il cibo è un patrimonio culturale profondo, quasi identitario, non potevamo fare altrimenti. Il nostro approccio editoriale è stato costruito su misura per il pubblico italiano, raccontando il cibo non solo come esperienza gastronomica, ma come espressione di territori, tradizioni, persone e vissuti. Una strategia che ha dato risultati concreti: dal 2018 ad oggi, Food Network ha registrato una crescita di oltre il 100%, più che raddoppiando gli ascolti e segnando, anno dopo anno, il miglior risultato di sempre. Anche il 2025 conferma questo trend, con la migliore performance mai raggiunta dal canale sia per ascolti che per share.

In un panorama televisivo sempre più affollato di programmi di cucina e territorio, Food Network è riuscito a costruire un linguaggio riconoscibile e trasversale. Qual è la “ricetta editoriale” dietro questo successo?
La "ricetta editoriale" di Food Network si basa su quattro ingredienti fondamentali che amiamo definire le nostre 4T: tradizione, territorio, trend e talent.

  • Tradizione: l'Italia vanta una cultura enogastronomica tra le più apprezzate al mondo, tanto da essere candidata a Patrimonio dell'Unesco. Raccontare le ricette della tradizione significa evocare ricordi, emozioni, radici. È un modo per entrare in sintonia con il pubblico attraverso un patrimonio condiviso, che parla di famiglia, gesti quotidiani e sapori autentici.
  • Territorio: il nostro Paese è un viaggio continuo tra paesaggi, ingredienti e persone. Food Network racconta l'Italia attraverso la lente del cibo, valorizzando le materie prime, i luoghi e le storie locali. Ogni piatto diventa occasione per scoprire l'identità di un territorio, con un racconto che unisce il gusto alla cultura.
  • Trend: pur avendo nella tradizione il nostro punto di forza, siamo molto attenti ai fenomeni contemporanei che stanno trasformando il modo in cui le persone vivono il cibo. Dall'home restaurant al healthy food, dalla riscoperta della cucina fatta in casa alle cucine etniche, cerchiamo di intercettare queste tendenze e integrarle nel racconto con naturalezza, mantenendo uno sguardo attuale e vicino ai cambiamenti degli stili di vita.
  • Talent: infine, il cibo appartiene a tutti - e anche Food Network. Per noi, non è necessario essere chef per raccontare il proprio legame con la cucina. Valorizziamo volti autentici, capaci di trasmettere passione e verità. Dai cuochi di casa agli artigiani del gusto, cerchiamo storie sincere e inclusive, perché il cibo è un linguaggio universale.

È da questo equilibrio tra autenticità e contemporaneità che nasce il linguaggio riconoscibile e trasversale di Food Network: accessibile, emozionale, ma sempre curato nel tono e nello stile.

Molti format del canale - da “Fatto in casa per voi” a “L'Italia a morsi” - non si limitano a mostrare ricette, ma raccontano il territorio, le tradizioni, le storie familiari. Quanto è importante questo legame tra cibo e racconto?
Ha citato due titoli che rappresentano bene le due anime del nostro racconto: da una parte il tutorial, dall'altra il viaggio attraverso il territorio. Due formule diverse ma profondamente connesse da un elemento fondamentale, che per noi è il vero trait d'union di tutta la nostra programmazione: le persone. Il fattore umano è centrale nel nostro modo di raccontare il cibo, ed è anche il motivo per cui attribuiamo così tanto valore ai talent. Nel 2018 i talent del canale erano 5, oggi sono oltre 60. Questo ci rende molto orgogliosi, perché dimostra la nostra volontà di essere un canale davvero inclusivo, capace di accogliere voci diverse, autentiche e rappresentative di tante realtà del Paese. La stessa ricetta assume un significato completamente diverso a seconda di chi la racconta: c'è sempre un ricordo, un accento, un gesto tramandato che rende tutto più vero e vicino a chi guarda. Quando parliamo di tutorial, una delle unicità di Food Network sul mercato televisivo italiano è proprio il racconto delle cucine regionali. Un filone che abbiamo costruito con grande cura nel tempo: siamo partiti dalla Sicilia con Giusina in cucina - La Sicilia a tavola, poi è arrivata la Puglia con La Macara ai fornelli prima e Mangia Puglia Ama con la chef Antonella Ricci poi, la Campania con Imma e Matteo, e ancora la Toscana, la Lombardia, la Calabria, la Liguria… la lista è lunga, e continua ad arricchirsi.

Gesualdo Vercio e il racconto del successo in Italia di Food Network

Giusi Battaglia di Giusina in Cucina

Accanto a questo, c'è il filone del viaggio: un altro modo per raccontare l'Italia attraverso il cibo, le storie e i paesaggi. Tutto è iniziato con L'Italia a morsi, che ha aperto la strada a una narrazione gastronomica su strada. Anche in questo caso, abbiamo voluto dare spazio ai singoli territori con programmi come Liguria a tavola, Calabria a tavola, Sicilia on the Road, Toscana on the Road. E non ci fermiamo solo ai luoghi più noti o riconoscibili: ci piace raccontare anche i territori che hanno bisogno di più visibilità, quelli meno esplorati ma ricchi di autenticità. Proprio in questi giorni stiamo registrando D'Amore e d'Abruzzo, con Paride Vitale e lo chef Davide Nanni. Un progetto che mi sta particolarmente a cuore, perché l'Abruzzo è un territorio di cui mi sono innamorato leggendo l'omonimo libro di Paride, e che non vedo l'ora di visitare di persona. Sono sicuro che anche grazie a questo programma, tanti spettatori di Food Network scopriranno una voglia nuova di conoscere e vivere l'Abruzzo.

Il ruolo della tv nella promozione del turismo gastronomico e rurale

Che ruolo gioca oggi la televisione nel promuovere il turismo gastronomico e rurale? E quanto può ancora influenzare le scelte dei viaggiatori?
Oggi la televisione gioca un ruolo ancora molto centrale nel promuovere il turismo gastronomico e rurale, soprattutto quando i canali tv riescono a diventare dei veri e propri brand, punti di riferimento in cui gli spettatori ripongono fiducia. È il caso, all'interno del nostro gruppo Warner Bros. Discovery, di Real Time, che è stato un vero “canale tv influencer” prima ancora dell'epoca degli influencer. E oggi, con Food Network, stiamo seguendo una strada simile, diventando un canale capace di ispirare stili di vita, scelte quotidiane… e viaggi. Abbiamo tantissime testimonianze che ce lo confermano: persone che sono andate in Sicilia per la prima volta (ad Ustica ad esempio) dopo aver seguito su Food Network uno dei viaggi di Giusina in cucina, oppure pullman di fedeli arrivati fino al convento di San Martino delle Scale vicino Palermo dopo essersi appassionati alle Ricette del convento. In questi casi, il racconto televisivo diventa motore di scoperta e desiderio di esperienza diretta: è la prova concreta che la tv, se fatta con autenticità, ha ancora una fortissima capacità di orientare le scelte. Food Network è fatto di storie, ma anche di itinerari del gusto reali, raccontati attraverso un filone di contenuti verticali dedicati al panorama gastronomico italiano. Un percorso iniziato con Food Advisor e arricchito nel tempo da titoli come Pazzi di Pizza, Scarpetta d'Italia, Ci vediamo al bar e Pazzi di dolci. Sono programmi che esplorano il meglio della cucina italiana, diventando spesso vere e proprie guide per chi è alla ricerca di luoghi da visitare, sapori da scoprire e storie autentiche da conoscere. In questo senso, Food Network non solo racconta il cibo: lo rende vivo, accessibile e soprattutto “visitabile”. Il mio auspicio è che sempre più chi ha risorse da investire nella promozione del territorio guardi con attenzione alla televisione - e in particolare a Food Network. Sono sicuro che non rimarrà deluso.

Mi ricollego al fatto che ha parlato di influencer, ritornando a parlare di talent: come scegliete i vostri talent, tra volti già noti del mondo food e persone comuni che in poco tempo riescono a conquistare il pubblico?
Non nascondo che, nel lavorare al rilancio di Food Network in chiave italiana nel 2018, siamo partiti proprio dai food influencer. Era un modo per creare una risonanza immediata intorno al canale TV e portare con noi una community già molto attiva e affezionata. I cinque talent al lancio - capitanati dalla regina dei food creator Benedetta Rossi - contavano insieme oltre 11 milioni di follower. Una scelta strategica, certo, ma anche coerente con l'idea di un canale aperto, inclusivo e in dialogo diretto con il pubblico. Oggi, a distanza di circa sette anni, possiamo dire che molti influencer vedono in Food Network un luogo sicuro dove esprimersi al meglio, raccontarsi e raggiungere un pubblico sempre più ampio. Così si sono aggiunti personaggi amatissimi come Luca Pappagallo e Ruben Bondì, che coniugano autenticità e passione e sono diventati volti riconoscibili anche fuori dai social. Rimanendo nell'ambito dei volti già noti, ci sono poi quei personaggi che scelgono di raccontarsi attraverso la cucina: penso a Giorgio Mastrota, Barbara Foria, Sal Da Vinci o Valentina Persia. Tutti esempi di come la passione per il cibo possa diventare un nuovo linguaggio per connettersi con il pubblico, anche per chi proviene da mondi diversi. Un'altra area importante è quella degli chef di professione, come Roberto Valbuzzi, Fulvio Marino, Ernst Knam o Antonella Ricci, che portano in tv la loro arte e la loro visione della cucina con grande generosità. E poi, ultimo ma non per importanza, c'è la gran parte dei nostri talent: persone comuni che portano sullo schermo storie autentiche di cucina e che in poco tempo diventano amatissime dal pubblico. È il caso, per esempio, di Giusina in Cucina, dei monaci de Le Ricette del Convento, o delle monache de La Cucina delle Monache.

Gesualdo Vercio e il racconto del successo in Italia di Food Network

Le monache protagoniste del programma La Cucina delle Monache

Sono storie emblematiche della forza di Food Network: in pochissimo tempo, questi talent hanno visto crescere i loro profili social, sono stati riconosciuti e fermati per strada da persone di ogni età, e i loro libri sono balzati in cima alle classifiche dei più venduti. Tutto questo dimostra quanto Food Network sia oggi un canale unico nel panorama televisivo: l'unico capace di offrire a persone e personaggi, professionisti e appassionati, un programma tv tutto loro per raccontarsi - attraverso la tavola - in modo autentico, riconoscibile e profondamente umano. E la forza della TV fa il resto: permette a queste storie di arrivare ovunque, trasformando volti sconosciuti in figure amate dal pubblico, capaci di entrare nelle case e nel cuore delle persone. Food Network oggi fa davvero la differenza, perché il pubblico si fida del canale e si affeziona ai suoi protagonisti, sentendoli parte della propria quotidianità.

Oggi il cibo è diventato tante cose: una passione, un modo per raccontarsi, ma anche un'esigenza quotidiana. Come riesce Food Network a conciliare l'ispirazione con l'ordinario, la meraviglia con il quotidiano?
È proprio in questo equilibrio tra ispirazione e quotidianità che si gioca l'identità di Food Network. Ogni programma che realizziamo nasce con l'obiettivo di essere un ponte tra il vissuto di chi cucina e quello di chi guarda. E il bello è che, spesso, queste due dimensioni coincidono. Le persone si rivedono nei gesti, nei racconti, nei sapori. Si emozionano perché ritrovano una nonna, un profumo di casa, una tradizione di famiglia. Ma c'è anche un altro aspetto importante: chi guarda Food Network non necessariamente lo fa per cucinare subito dopo. Lo fa per rilassarsi, per farsi compagnia, per lasciarsi ispirare. Il cibo, in questo senso, è anche un pretesto per raccontare storie, per entrare nelle case degli altri e sentirsi parte di qualcosa. È intrattenimento, ma con una componente emotiva forte, che arriva dritta al cuore. Food Network riesce a unire meraviglia e quotidianità perché la cucina è il posto dove succede la vita di tutti i giorni: semplice, ma piena di significato. Ed è proprio questo che crea un legame con chi ci guarda: si riconosce, si emoziona e si sente parte di una comunità che condivide storie, emozioni e sapori.

Food Network racconta l'evoluzione della cucina italiana senza perdere il legame con le radici

L'identità italiana in cucina è viva, cambia con il tempo, si contamina, si reinventa. Come riuscite, nei vostri programmi, a raccontare questa evoluzione senza smarrire il legame con le radici?
Raccontare l'evoluzione della cucina italiana senza perdere il legame con le radici è proprio una delle sfide - e dei punti di forza - di Food Network. Lo facciamo partendo sempre da un principio: il rispetto per l'identità e per la storia che ogni piatto porta con sé. A volte capita che qualcuno si senta quasi “tradito” da una ricetta che non è più esattamente come la ricordava, ma anche questo fa parte dell'evoluzione. In ogni variante, in ogni reinterpretazione, c'è sempre un pezzo di vita, una storia personale di chi la prepara, che aggiunge valore e significato.

Gesualdo Vercio e il racconto del successo in Italia di Food Network

Il principio di Food Network: il rispetto per l'identità e per la storia che ogni piatto porta con sé

Il nostro racconto non è mai solo sul “come si fa”, ma sul “perché si fa così” e “chi la fa”: è questo che tiene vivo il legame con le radici, anche quando si parla di cambiamento. È un equilibrio tra memoria e innovazione, e il bello è che spesso sono proprio i nostri talent, con le loro storie personali, a rappresentare questo passaggio generazionale e culturale. Ogni piatto, ogni puntata, è un pezzo d'Italia che si racconta, ieri e oggi. 

Cosa manca ancora oggi nel racconto del food in tv?
Il racconto del food in tv, per noi di Food Network, è basato sulle persone, e proprio per questo è potenzialmente infinito. Come dicevo prima, la stessa ricetta può essere raccontata in modi diversi da talent diversi, ognuno con la propria storia e il proprio modo di comunicare. Il nostro ruolo è proprio questo: scovare chi ha quella forza narrativa televisiva, chi sa raccontare e raccontarsi con autenticità. Se a tutto questo aggiungiamo i nuovi trend che emergeranno nei prossimi anni, possiamo dire con certezza che abbiamo ancora tantissime storie da raccontare e tanto da innovare nel modo in cui parliamo di cibo in televisione.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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