Il pranzo in spiaggia a Forte dei Marmi (Lu). Da sempre il rituale più sentito e più antico fra i villeggianti della Versilia è la preparazione di ottimi manicaretti, goduriosi e leggeri, da portare in spiaggia per un pranzo da condividere con familiari ed amici. Una tradizione ormai sorpassata dalla presenza di ristoranti in praticamente tutti gli stabilimenti balneari della Versilia. Ricordo quando mio padre mi raccontava delle piacevoli soste gastronomiche sotto la tenda con il suo caro amico, lo scrittore Manlio Cancogni: puntuale alle dodici e trenta arrivavano le ceste di vimini con un bel tovagliato bianco a coprire profumi e delizie. È passato da allora tanto tempo e i frequentatori della Versilia sono cambiati in usi e costumi, ma la tradizione del pranzo in spiaggia ha ancora il suo grande fascino.

Le tipiche tende in spiaggia a Forte dei Marmi (Lu)
“A tavola sulla spiaggia” per tramandare la memoria gastronomica della Versilia
Ha contribuito a mantenere viva questa tradizione una manifestazione ormai storica, “A tavola sulla spiaggia”, e soprattutto colui che ben 33 anni fa ebbe questa intuizione: Gianni Mercatali, un grande gourmet, uomo raffinato ed appassionato del bello e del buono. Ogni estate da allora non è tale senza la cameratesca partecipazione alla gara gastronomica dove si esibiscono amici e non, tutti amanti della cucina e delle belle abitudini di una volta. Questa manifestazione ha contribuito a tramandare ricette di famiglia, usi e costumi che nel loro insieme rappresentano la cultura di un territorio celebrato da sempre come luogo di riposo ed eleganza.
Per il sesto anno consecutivo la manifestazione ha avuto luogo nel luogo più iconico della Versilia, la Capannina di Franceschi, grazie alla famiglia Guidi e con la supervisione di una super esperta nel settore eventi, Federica Rotondo della Once, ovviamente con il patrocinio del Comune di Forte dei Marmi. I concorrenti, tutti emozionati, hanno presentato piatti dalle ricette molto tradizionali, con ovviamente tocchi di modernizzazione che hanno dimostrato un impegno ed un entusiasmo notevoli da parte degli aspiranti cuochi. Vini eccellenti di aziende di alta gamma hanno contribuito a rendere completo ogni assaggio.
I vincitori dell'edizione 2025 di “A tavola sulla spiaggia”
Quest'anno, con la distinzione fra vecchi concorrenti - i “ripetenti” - e i nuovi, le ricette sono state molto apprezzate dalla giuria, composta da 40 eletti fra giornalisti, chef stellati, produttori di vini ed esperti del settore. Non è stato facile decretare i vincitori: per i “ripetenti” l'attore Renato Raimo con le seppie con bietola, abbinate a Chevalier 2022 Château Lascombes Margaux, e per le nuove proposte Allegra Bartoli di Pietrasanta con il roastbeef piastrino, abbinato al Collepiano 2021 di Arnaldo Caprai. Il Premio della Stampa, intitolato a La Capannina e al Parmigiano Reggiano, è andato a Maria Carla Pinotti Risi che ha presentato la lasagna all'Arcimboldo, abbinata a un Viognier Caprifoglio 2024 di Cecchi. Il nuovo Premio Social è andato alla coppia Ida Semeraro e Francesca Macolino, che hanno presentato la fantasia di sedano abbinata al Calipte Rosato di Cecchi.

La giuria era composta da 40 eletti fra giornalisti, chef stellati, produttori di vini ed esperti del settore
I primi premi di categoria sono andati, per gli antipasti, a Moreschina Fabbricotti e Guido Boni con i mondeghili - meglio conosciuti come polpettine alla milanese - abbinate a Lady F Orpicchio 2021 di Donne Fittipaldi; per i primi, a Chiara Boni con la sua pappa al pomodoro con mazzancolle, abbinata al Bolgheri Rosso Doc 2023 sempre di Donne Fittipaldi; per i secondi, a Carolina Spinelli con la sua fregola al Rosso di Sera, abbinata al Pinot Nero 2021 Il Cenno di Colle Bereto; per i dolci, a Ilaria Mugnaini e Sabrina Reali con i loro biscotti Amor Pontremolese, abbinati al Ratafià Ribolla Gialla di Eugenio Collavini. Il Premio Fiore 1827 è andato ad Antonio Passanese e Antonio Barcaroli per la loro crostata con marmellata artigianale di albicocca, abbinata a Eos Passito 2021 di Tenute Venturini Foschi. Il Premio Savini è stato assegnato a Barbara Paci con il suo baccalà mantecato con un dettaglio toscano, abbinato a un Blanc de Blancs di Perrier Jouet. Il Premio Cassata Fiorenza è andato alla coppia Anna Iacobacci e Domenica Giuliani con il piccolo cannolo alla siciliana, abbinato a Nektar, passito da uve Vermentino di Cantine Lunae.
Tutti i concorrenti hanno ricevuto una cornice personalizzata di Cassetti, consegnata da Maria Grazia Cassetti e Filippo Cassetti, una formaggiera omaggio del Consorzio del Parmigiano Reggiano e un panettone estivo farcito di pesche e albicocche di Fiore 1827 da 1 kg.
“A tavola sulla spiaggia”, la ricetta del roastbeef piastrino
In esclusiva, per i più golosi, ecco la ricetta per realizzare il roastbeef piastrino, perfetto per un semplice sandwich da spiaggia o per una cena fredda fra amici, accompagnato da verdure biologiche crude o cotte:
- Disossare una costata di manzo da 3kg marmorizzata. Una volta disossata la carne, la saliamo e la pepiamo su tutti i lati e la leghiamo con uno spago da cucina senza fare troppa pressione.
- A questo punto prendiamo una casseruola dai bordi alti, possibilmente di rame, e andiamo ad aggiungerci 60 cl di olio extra vergine di oliva del frantoio di Massa rosa e 100g di burro di Malga. La mettiamo sul fuoco e, quando il contenuto inizia a soffriggere, aggiungiamo il nostro pezzo di carne.
- Lo andiamo a sigillare su tutti i lati rosolandolo piano piano per 15 minuti, soffermandoci maggiormente sulla parte grassa. Durante l’operazione di sigillatura andiamo ad irrorare il pezzo di carne con il liquido contenuto nella casseruola, aiutandoci con un cucchiaio.
- A sigillatura completata, uniamo al pezzo di carne un mazzetto guarnito formato da rosmarino, salvia e timo legato con spago da cucina e 3 spicchi d’aglio in camicia. Poi andiamo ad infornare il tutto in forno pre riscaldato a 180 gradi.

Il roastbeef piastrino di Allegra Bartoli
- La cottura in forno deve durare dai 15 ai 20 minuti. Con un termometro ad immersione ci assicuriamo che la temperatura al cuore del nostro pezzo di carne abbia raggiunto da i 50 ai 55 gradi.
- A questo punto andiamo a togliere il pezzo di carne, lo andiamo a posare su un tagliere e lo copriamo con abbondante carta alluminio per far sì che i succhi della carne si concentrino al suo interno. Lo lasciamo riposare per almeno 10 minuti.
- Mentre i succhi si concentrano e la carne si riposa, andiamo a riporre la casseruola sulla fiamma, aggiungendo 1 buon bicchiere di vino bianco. Lo lasciamo evaporare, scrostando gli umori della carne dalla casseruola con un mestolo di legno.
- Il liquido restante sarà filtrato con un piccolo colino a maglie fitte o un chinoise. La salsa che ne fuori esce sarà l’accompagnamento al nostro roastbeef.