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venerdì 26 dicembre 2025  | aggiornato alle 03:10 | 116524 articoli pubblicati

Buoni pasto e dehors: cosa cambia con il Ddl Concorrenza

Il Ddl Concorrenza, ora legge, introduce novità su dehors, buoni pasto e altre normative. I dehors saranno permanenti con concessioni fino al 2025, mentre il tetto sulle commissioni dei buoni pasto sarà fissato al 5%. Soddisfatta la Fipe. Altre misure riguardano concessioni, trasporti, etichettatura dei prodotti riporzionati e start-up innovative

12 dicembre 2024 | 16:01
Buoni pasto e dehors: cosa cambia con il Ddl Concorrenza
Buoni pasto e dehors: cosa cambia con il Ddl Concorrenza

Buoni pasto e dehors: cosa cambia con il Ddl Concorrenza

Il Ddl Concorrenza, ora legge, introduce novità su dehors, buoni pasto e altre normative. I dehors saranno permanenti con concessioni fino al 2025, mentre il tetto sulle commissioni dei buoni pasto sarà fissato al 5%. Soddisfatta la Fipe. Altre misure riguardano concessioni, trasporti, etichettatura dei prodotti riporzionati e start-up innovative

12 dicembre 2024 | 16:01
 

Nuove norme per dehors e buoni pasto, oltre che obbligo di indicare i prodotti riporzionati. Norme che ora sono definitive, dato che il disegno di legge Concorrenza è divenuto legge: l'Aula del Senato ha infatti approvato il testo con 77 voti favorevoli e 40 contrari. La normativa introduce cambiamenti significativi in numerosi ambiti, tra cui trasporti, imprenditoria e tutela dei consumatori. Tra i beneficiari diretti delle nuove misure figura il settore dei pubblici esercizi, rappresentato da Fipe-Confcommercio (la Federazione italiana pubblici esercizi), che ha accolto con favore l'approvazione della legge.  «Stiamo raccogliendo - afferma Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe - i frutti di un intenso lavoro svolto negli ultimi mesi su temi molto sensibili per la categoria che rappresentiamo. È una norma che ci gratifica per l'enorme lavoro fatto e per le battaglie storiche fatte su questi due ambiti, i dehors e i buoni pasto e quindi non possiamo dire di non essere soddisfatti di questi segnali potenti».

Ddl Concorrenza, spazio ai dehors

Sul fronte dehors, le concessioni e autorizzazioni per l’uso del suolo pubblico sono prorogate fino al 31 dicembre 2025. Entro i prossimi 12 mesi, il Governo dovrà emanare un decreto legislativo per il riordino del settore. Nel frattempo, i ministeri competenti, insieme agli enti locali, sono chiamati a rafforzare i controlli per evitare occupazioni abusive.  «La proposta di delegare al Governo il compito di ripensare e agevolare questa visione - sottolinea Cursano - è un segnale positivo. Il Ddl prevede la proroga delle normative per un altro anno, ma è in questo periodo che si definiranno i parametri per gestire le occupazioni di suolo pubblico, con l’appoggio delle competenze comunali e una guida governativa. Fipe è al lavoro per rispondere alla crescente domanda di spazi esterni, fondamentali per tutti, cittadini e turisti, contribuendo alla vivibilità e sicurezza delle nostre città».

Buoni pasto e dehors: cosa cambia con il Ddl Concorrenza

Dehors, le concessioni sono state prorogate fino al 31 dicembre 2025

Durante l’emergenza Covid-19, l’ampliamento dei dehors ha permesso a molte attività commerciali di continuare a operare in sicurezza, incontrando il consenso di bar e ristoranti. Con il Ddl Concorrenza, il governo mira a rendere permanenti queste estensioni, avviando però un percorso regolamentato. Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, aveva già espresso apprezzamento per l’iniziativa, sottolineando l’importanza di procedure semplificate per garantire certezze agli imprenditori e contrastare eventuali abusi. Anche perché i dehors non solo migliorino la qualità della vita urbana, ma aumentino anche l’attrattività delle città, se gestiti con attenzione all’accessibilità, al paesaggio e alla qualità degli arredi.

Buoni pasto e dehors: cosa cambia con il Ddl Concorrenza

Aldo Cursano, vicepresidente vicario Fipe

«Il tema dei dehors - rimarca il vicepresidente Fipe - è diventato cruciale per il settore dei pubblici esercizi, soprattutto dopo la pandemia, poiché avere uno spazio esterno è diventato un fattore decisivo per il successo dei locali. Oggi, cittadini e turisti preferiscono locali che offrano spazi all'aperto, dove vivere momenti di incontro e convivialità. Per questo motivo, stiamo lavorando affinché i dehors vengano riconosciuti come un vero e proprio arredo urbano, parte integrante dell’urbanistica delle nostre città. Non sono solo un servizio, ma un valore identitario che contribuisce a dare vita e carattere agli spazi urbani. L’obiettivo è rendere la possibilità di ampliare questi spazi una prassi consolidata, garantendo certezza agli operatori. È più piacevole vivere in città dove le piazze e le strade non sono occupate da veicoli, ma da elementi di arredo urbano che migliorano l’estetica e la sicurezza. Spazi ben progettati rappresentano uno stile di vita e possono diventare facilmente riconoscibili anche dai loro esterni. Come altre città, anche l'Italia deve fare in modo che questa visione diventi un valore nazionale, aiutando chi offre questi servizi a contare su spazi regolati e ben integrati nel contesto urbano».

Ddl Concorrenza, la svolta dei buoni pasto

La seconda misura stabilisce un tetto massimo del 5% per le commissioni sui buoni pasto utilizzati presso esercizi convenzionati con i committenti privati, allineandole a quanto già previsto per la pubblica amministrazione. Questo intervento consentirà un risparmio stimato in 240 milioni di euro per la rete degli esercenti convenzionati, salvaguardando uno strumento fondamentale di welfare destinato ai lavoratori. La norma varrà per i buoni di nuova emissione, mentre per quelli in circolazione rimarranno in vigore le condizioni esistenti fino al 31 agosto 2025.I contratti esistenti vengano rinegoziati senza costi aggiuntivi per le società emettitrici, a partire dal 1° settembre 2025. I buoni pasto attualmente in circolazione, perciò, resteranno validi senza modifiche fino al termine del prossimo mese di agosto.

«Non nascondiamo - dice Cursano - il nostro apprezzamento per il segnale positivo dato dalla regolazione delle commissioni, fissate al 5%. Questo limite è considerato adeguato per i costi di gestione del servizio e contribuisce a restituire valore al buono pasto, che stava diventando uno strumento messo in discussione. Infatti, le commissioni arrivavano fino al 20%, oltre ai tempi di pagamento lunghi, trasformando i buoni in uno strumento finanziario di speculazione anziché un vero e proprio beneficio sostitutivo di mensa. Questa regolamentazione, che riguarda anche il settore privato e non solo quello pubblico, salva il buono pasto e ne garantisce la sostenibilità. Non solo, ma consente anche di mantenere intatta la convenienza fiscale e decontributiva, tanto per i datori di lavoro quanto per i lavoratori. In un momento di aumenti dei costi di materie prime, energia, affitti e personale, era fondamentale evitare una svalutazione del valore dei buoni pasto, che rischiava di ridurne drasticamente l'efficacia. Se le commissioni fossero continuate a salire, il valore dei buoni sarebbe stato compromesso».

Buoni pasto e dehors: cosa cambia con il Ddl Concorrenza

Introdotto il tetto del 5% anche per le commissioni sui buoni pasto nel settore privato

Quindi il vicepresidente Fipe avverte: «Ora, però, c'è una preoccupazione: speriamo che non si cerchino “giochini” per aggirare questa norma che stabilisce il 5% come limite massimo per le commissioni. Monitoreremo attentamente l'applicazione della legge, soprattutto per evitare che vengano inventati costi aggiuntivi per eludere il regolamento. È fondamentale che la norma venga applicata correttamente, premiando chi lavora in modo trasparente e corretto e non chi tenta di speculare. Questa risposta positiva ci gratifica, considerando il lungo lavoro svolto dalla Fipe su questi temi. Siamo soddisfatti dei segnali ricevuti, ma continueremo a vigilare affinché vengano evitati abusi».

Ddl Concorrenza, le altre misure

Il riordino delle concessioni autostradali prevede gare obbligatorie per i contratti di concessione, vietando i rinnovi automatici. Inoltre, introduce regole sugli affidamenti in house nel rispetto del diritto europeo, sulla fissazione e aggiornamento delle tariffe e sulla pianificazione degli investimenti, con particolare attenzione alla manutenzione straordinaria. Le concessioni esistenti sono soggette a norme transitorie, mentre la durata dei nuovi contratti sarà determinata dall’ente concedente, con un limite massimo di 15 anni. Per contrastare l’abusivismo nel trasporto pubblico non di linea, i conducenti di taxi e Ncc dovranno essere iscritti a un registro specifico. In caso di irregolarità, saranno applicate sanzioni che possono arrivare alla revoca dal ruolo.

Per quanto riguarda le “scatole nere” delle auto, le nuove norme prevedono che gli assicurati possano disinstallarle gratuitamente alla scadenza del contratto e ottenere i dati registrati, come percorrenza e stile di guida, in un formato leggibile. Sul fronte bollette, invece, i clienti domestici vulnerabili potranno accedere ai servizi a tutele graduali fino al 30 giugno 2025, beneficiando del supporto di operatori assegnati nelle rispettive aree. Viene poi introdotta una stretta contro le offerte commerciali indesiderate veicolate tramite telefono. L’Agcom aggiornerà il regolamento per monitorare e vigilare sul rispetto del divieto. È prevista anche una relazione annuale sull’attività di controllo. Per le start-up innovative, infine, viene eliminato il requisito di un capitale sociale minimo di 20mila euro per definire una start-up innovativa. È inoltre esclusa la qualifica per quelle che svolgono prevalentemente attività di agenzia e consulenza. Infine dal 1° aprile 2025, i produttori dovranno apporre etichette sui prodotti riporzionati, indicando chiaramente eventuali riduzioni di quantità o aumenti di prezzo per unità di misura.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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