Chiude il Casinò di Campione d’Italia In 600 senza stipendio, ira dei sindacati

Un faro turistico e del divertimento made in Italy come il Casinò di Campione d’Italia (Co), si è spento. Le porte delle sale sono chiuse ormai da quattro giorni e i sindacati chiedono l’intervento del Governo

30 luglio 2018 | 17:38
Stando a quanto hanno riferito gli stessi sindacati che difendono la posizione di circa 600 lavoratori la crisi, già in atto, sarebbe stata «aggravata dalla decisione della Banca Centrale Svizzera di eliminare il limite al tasso di cambio euro/franco svizzero nel 2015, facendo perdere in un solo giorno circa 20 milioni di franchi dal bilancio del casinò determinando l’impossibilità della prima azienda campionese ad onorare la convenzione con il Comune di Campione d’Italia costringendo il Tribunale di Como a dichiararne il fallimento per insolvenza».

(foto: comocity.it)

Il clima di sofferenza aleggia sulla casa da gioco già dal 2012, da quando i lavoratori hanno deciso di ridursi l’orario di lavoro e quindi il salario per poi accettare, successivamente, che tutti i servizi d’appalto venissero rivisti al ribasso.

«La giustizia dovrà fare il suo corso e chi ha colpe dovrà assumersi le proprie responsabilità - sottolinea il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari - di certo non vi sono responsabilità in capo ai 600 lavoratori che stanno vivendo in questo momento qualcosa di surreale che ha stravolto le loro vite in poche ore e che verte in una incertezza senza tempo. Per di più parliamo di lavoratori che sono senza ammortizzatori sociali dedicati».

Lo stipendio di luglio è già stato accreditato, con valuta 30 luglio, ma la sospensione attuale dell’attività lavorativa, sulla base delle norme, non prevede il pagamento. Per questo i lavoratori stanno pensando di organizzare un presidio, mercoledì prossimo, fuori dalla Prefettura di Como. «Ci auguriamo che il riscontro del Ministro Salvini non tardi ad arrivare - aggiunge il segretario generale della Fisascat Cisl, Davide Guarini - Il nuovo Governo dovrà pensare ad una legislazione di sostegno del gioco legale all’interno delle case da gioco italiane».

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Alberto Lupini


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