Con l’intento di rafforzare una quota di mercato pari al 18,3% nel 2020, Conad Adriatico ha messo a punto un piano quadriennale di investimenti pari a 170,5 milioni di euro che investirà un network formato da 448 punti vendita totali. La somma sarà spesa per l’apertura di nuovi punti vendita, ristrutturazioni, ammodernamenti degli spazi, installazione di nuove tecnologie e sistemi informatici. Punto di partenza, la zona nord delle Marche e la provincia di Bari.
Conad Adriatico pronta a investire 170 milioni in 4 anni per ammodernare a ampliare il network
Nel 2020 poste le basi per i futuri investimenti: 49,7 milioni per l'anno in corso
Sebbene la pandemia abbia duramente colpito l’economia del Paese, la grande distribuzione si è dimostrata (per effetto delle varie limitazioni) l’unico settore in grado di crescere. Trend che per Conad Adriatico si è tradotto in un +19,6% per un fatturato di 1,7 miliardi di euro. Ottima basa da cui partire per dare maggiore forza allo sviluppo futuro.
Più nel dettaglio, la scaletta degli investimenti prevede un’allocazione di 49,7 milioni di euro per l’anno in corso. Circa 27 milioni saranno utilizzati per 14 nuove aperture con cui Conad punta a proseguire il processo di salvataggio e integrazione dei punti vendita Auchan e Finiper (16 in totale le ristrutturazioni in programma) oltre allo sviluppo delle insegne Conad, Conad City e Todis. Operazioni che si aggiungeranno a quelle già completate nel primo semestre del 2021: 26 ristrutturazioni e 4 inaugurazioni (tre delle quali frutto dell’acquisizione di sette punti vendita ex Dico in Puglia).
Antonio Di Ferdinando (ad Conad Adriatico): «La crisi non va subita, ma affrontata»
«Siamo consapevoli di poter creare occasioni di sviluppo e occupazione per i territori e le comunità locali, assecondare e anticipare modelli di consumo che rispondano a nuove esigenze di acquisto, dare risposte a un modo nuovo di essere comunità. Crediamo che la crisi non vada subita, ma vada affrontata con la capacità di investimento, le competenze, la forza del gruppo. Digitalizzazione, omnicanalità e sostenibilità devono essere i tre pilastri della distribuzione organizzata. In uno scenario incerto, muovendoci in anticipo, cogliendo la domanda di vicinanza e prossimità che ci viene dai clienti siamo concretamente dalla parte delle comunità. Lo sappiamo bene: dopo l’emergenza sanitaria, resta il problema di un’economia ferita. È con l’ascolto, il lavoro e gli investimenti che possiamo continuare a coltivare e incrementare quel patrimonio di credibilità e fiducia che abbiamo costruito in una storia lunga 50 anni», ha commentato l’amministratore delegato di Conad Adriatico, Antonio Di Ferdinando.
Le sfide della Gdo
D’altronde, le sfide non mancano. Come sottolineato da Iri, il 2021 della grande distribuzione sconterà la bulimia da carrello della spesa del 2020 e l’affermarsi di alcuni trend accelerati dalla pandemia. Fra questi c’è senza dubbio l’e-Commerce: cresciuto a 22,7 miliardi di euro, +26% rispetto al 2019, soprattutto grazie al boom della spesa a domicilio e del servizio click&collect. Aumenti a doppia cifra che devono però tener conto della minore disponibilità economica delle famiglie il cui reddito è calato – secondo l’Istat – del -6,3%.