Consulta, il Jobs Act non si tocca Sì invece al referendum sui voucher

11 gennaio 2017 | 15:11
La Consulta ha deciso: no al referendum sull’articolo 18, sì a quello sui voucher. Dopo un’ora e mezza di udienza a porte chiuse la Corte Costituzionale, rappresentata dai giudici Silvana Sciarra, Giulio Prosperetti e Mario Rosario Morelli, si è espressa sulle tre richieste di referendum abrogativi della Cgil che aveva supportato l’idea anche grazie a 3,3 milioni di firme raccolte in materia di lavoro. I tre quesiti riguardavano le modifiche all'articolo 18 sui licenziamenti illegittimi contenute nel Jobs act, le norme sui voucher e il lavoro accessorio e le limitazioni introdotte sulla responsabilità solidale in materia di appalti. Una novità importante dunque anche per il mondo dell'Horeca che da sempre considera i voucher un ottimo strumento per i rispettivi settori di interesse.



L'Avvocatura dello Stato, rappresentata dal viceavvocato generale Vincenzo Nunziata, ha ribadito l'inammissibilità dei referendum, come già rilevato nelle memorie presentate per conto di Palazzo Chigi nei giorni scorsi. Nel dispositivo si legge che la Consulta dichiara «ammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti”». Dunque dichiara «ammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (ovvero, voucher)”». E infine definisce «inammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi”».

Il referendum proposto dalla Cgil puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre dunque i limiti per i licenziamenti senza giusta causa. In particolare, la Cgil chiedeva che fosse ripristinata e ampliata la «tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo», estendendola a tutte le aziende con oltre cinque dipendenti, contro il tetto dei 15 dipendenti del vecchio articolo 18. Il Jobs Act aveva “superato” l'articolo 18, sostituendo il diritto al reintegro con un indennizzo economico in caso di licenziamento senza giusta causa. La riforma si applica ai contratti di lavoro stipulati dopo il 7 marzo 2015 e non riguarda gli statali.

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Alberto Lupini


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