Il fatturato della ristorazione è in crescita, Fipe: “Bene, ma pesano energia e inflazione”

I dati del secondo trimestre del 2022 confrontati con quelli del 2021 evidenziano una crescita del fatturato pari al 67,9% e migliore anche di quella del 2019 (+9,8%), ma preoccupa il drastico aumento dei costi “Quest'anno negli italiani ha prevalso la voglia di recuperare la propria libertà, contro gli impedimenti e le restrizioni pandemiche. Il 2022 doveva essere l'anno di una ripartenza che ora rischia di essere vanificata”

30 agosto 2022 | 17:00

Segnali positivi dai dati sulle performance economiche del comparto della ristorazione che nel corso del I°I trimestre di quest’anno ha fatto registrare una crescita in termini di fatturato del +67,9% rispetto al 2021 e del +9,8% rispetto al 2019.

«Negli italiani ha prevalso la voglia di recuperare la propria libertà, contro gli impedimenti e le restrizioni pandemiche. C'è stata la voglia di lasciarsi un periodo buio e difficile alle spalle e di guardare al futuro con rinnovato ottimismo», ha spiegato Aldo Cursano Vicario nazionale di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercenti. Questa spinta, però, secondo i dirigenti dell'associazione che tutela i consumatori rischia di arrestarsi bruscamente nei prossimi tre mesi a causa del drastico aumento dell'inflazione e del caro energia che ha fatto schizzare alle stelle le bollette di luce e gas.

 

Ristorazione, cresce il fatturato ma pesano le incognite di inflazione 

L'ottimo andamento legato al fatturato del secondo semestre per la ristorazione rispetto al 2021 e rispetto al 2019 è stato spiegato Così da Confcommercio.

«Si tratta certamente di un buon risultato che, pur tenendo conto del fatto che nello stesso periodo dello scorso anno erano ancora in vigore limitazioni parziali dell’attività, testimonia un progressivo ritorno alla normalità», si legge in una nota pubblicata dal Centro Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi.

Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe-Confcommercio e direttore del Centro studi di Fipe-Confcommercio è poi entrato più nel dettaglio, analizzando i dati.

«La crescita rispetto al 2021 era attesa - ha spiegato Sbraga - D'altronde le restrizioni antiCovid sono rimaste in vigore a lungo nel 2021. La sorpresa per certi versi è stata data dal fatto che il dato del secondo trimestre del 2022 è stato migliore, seppur di poco, anche del secondo trimestre del 2019. Questa spinta che ha favorito i consumi è legata probabilmente al fatto che negli italiani ha prevalso il desiderio di un ritorno alla normalità. Purtroppo visto l'andamento dell'inflazione e l'escalation dei costi legati all'aumento dell'energia con le bollette schizzate di luce e gas schizzate alle stelle, si prospettano grandi incognite sull'andamento del fatturato in vista del terzo trimestre e della fine del 2022. Al momento non riusciamo infatti a fare delle previsioni oggettive su come si concluderà il 2022, se non una possibile ulteriore crescita dell'inflazione, causata da una politica monetaria meno espansiva e  dal persistere della difficile situazione geopolitica. Infatti, il dato sul fatturato è relativo, perché se questo aumenta, ma al tempo stesso aumentano i costi di fatto baristi, ristoratori, commercianti e albergatori stanno lavorando senza però di fatto raccogliere nulla».

 

«Il 2022 era l'anno della ripartenza. Ci stavamo lasciando il Covid alle spalle, ma adesso...»

E alle parole di Luciano Sbraga sono seguite quelle di Aldo Cursano, ristoratore, vicario nazionale di Fipe e presidente di Confcommercio Toscana, che ben spiegano i motivi per cui il 2022 si stava rivelando per il settore l'anno della ripartenza, seppur contante difficoltà.

«Il fatto che il secondo trimestre del 2022 sia stato più positivo, a livelli di fatturato, di quello del 2019, ha un alto valore simbolico. Negli italiani ha prevalso la voglia di recuperare la propria libertà, contro gli impedimenti e le restrizioni pandemiche. C'è stata la voglia di lasciarsi un periodo buio e difficile alle spalle e di guardare al futuro con rinnovato ottimismo - ha spiegato Cursano - Questo si è riversato nel desiderio di migliorare la propria qualità della vita e ha incrementato anche la propensione alla spesa. Di questo fenomeno ne hanno beneficiato questa estate diverse località turistiche e città d'arte. Purtroppo tutto questo rischia di essere vanificato nei prossimi due trimestri del 2022. La stagione, per certi versi straordinaria di hotel, bar, ristoranti, botteghe e negozi rischia di concludersi brusamente e prima del previsto. Un buon 2022 avrebbe permesso di recuperare le perdite del 2020 e del 2021 e invece per raggiungere il pareggio si dovrà attendere gli anni successivi».

 

 

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Alberto Lupini


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