I media penalizzano il turismo? Bocca: Basta parlare solo di contagi

Il presidente di Federalberghi, nel ricordare i crolli dei fatturati con picchi fino al -80%, mette anche la comunicazione tra i fattori penalizzanti. «Si dà al mondo un’immagine di un Paese contagiato e contagioso»

27 agosto 2020 | 10:47
Le stime sul turismo italiano dei mesi scorsi sono state (purtroppo) rispettate, con qualche nota positiva che ha confermato i classici trend, ma che non è bastata a salvare il 2020 del settore. A dirlo è il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che in un’intervista rilascia all’Adnkronos ha spiegato: «Per quanto riguarda le stime sulle perdite di fatturato, nelle città d'arte siamo intorno al 70-80% di calo ad oggi. Negli alberghi al mare invece intorno al 30-40%».


La comunicazione, secondo Federalberghi, non aiuta il turismo

I motivi dei cali sono ormai da tormentone, «la stagione al mare inizia a Pasqua - ha ricordato Bocca - quest'anno siamo rimasti chiusi fino a giugno, abbiamo cominciato a luglio e sono saltate date importanti come appunto Pasqua, primo maggio e 2 giugno. Poi è ovvio che se si va a vedere soltanto agosto, la perdita è inferiore. Il tema è capire bene come andrà a settembre, dove rischiamo di farci male di nuovo».

Gli addetti ai lavori insistono anche su un altro punto: le notizie su nuovi focolai e rialzo dei contagi che sono tornate a imperversare sui media italiani e, di rimbalzo, anche su quelli stranieri con conseguente livello dell’attenzione che torno alle stelle tra i turisti esteri. «Non è possibile - ha attaccato Bocca - aprire i quotidiani italiani e vedere che nelle prime sette pagine si parla solo di questo. In questo periodo bisogna gestire bene la comunicazione, altrimenti si dà nel mondo un'immagine di un Paese contagiato e contagioso».



Poi, l’ennesimo appello alle istituzioni: «Il Governo - ha proseguito il presidente - ha fatto alcuni interventi, ma a mio giudizio non sono sufficienti. Il grosso è stato fatto sul bonus vacanze che ancora non sappiamo quanto verrà utilizzato e comunque stiamo parlando di un utilizzo fatto per alberghi in località di villeggiatura al mare o in montagna, ma non nelle città d'arte. Bisognava invece pensare ad un intervento a favore di tutte le strutture, anche quelle che sono rimaste chiuse. Oggi stiamo vedendo un film a seconda della località della quale parliamo e gli alberghi delle città d'arte non hanno avuto nessun beneficio né dal bonus vacanze né dalla ripresa del mercato italiano che comunque, va detto, ha reagito bene. È ovvio che rilanciare oggi la domanda è impossibile, nessuno ha la bacchetta magica, però mentre all'inizio il Governo ha fatto bene ad aiutare tutti, ora bisogna capire chi si è risollevato e chi è rimasto indietro e concentrare gli sforzi in settori come il nostro, che sono rimasti indietro e che rimarranno indietro anche nei prossimi mesi».


Bernabò Bocca

Resta il tema di aiuti che stanno arrivando, ma “a pioggia” e senza una strategia pianificata e che dia vita a una rinascita strutturale. Federalberghi continua ad avanzare le sue proposte: «Noi - sottolinea Bocca - avevamo chiesto ad esempio di poter allargare l'ecobonus per le ristrutturazioni anche al settore alberghiero, molti ne avrebbero approfittato in questo periodo dove molte strutture sono ancora chiuse, invece ci siamo trovati con un tax credit con un massimale da 200mila euro che nel nostro settore sono poca cosa e ci puoi fare davvero poco».

Il presidente di Federalberghi conclude ricordando che «anche il decreto liquidità, che consente finanziamenti a 6 anni, nel nostro settore non è sufficiente. Chi lavora nel nostro campo deve avere finanziamenti almeno a 15 anni, perché se dopo 2 anni bisogna restituire il capitale è difficile che non lo chiede qualcuno e diventa un provvedimento che non serve a niente. il tema è vedere cosa succederà con il Recovery fund, noi al momento non siamo ancora stati chiamati dal governo per questa partita e bisognerà capire dove andranno a finire questi soldi», conclude Bocca.

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Alberto Lupini


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